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La Resistenza nel Nord
MILANO , MERCOLEDI 25 APRILE
1945
cronologia degli eventi: ora per ora,
strada per strada
- ore 06:00, via Pergolesi.
Leo Valiani incontra Mario Rollier e gli consegna l'ordine insurrezionale da far pervenire
a Egidio Liberti, capo di stato maggiore delle formazioni Giustizia e libertà.
- all'incirca alla stessa
ora,viale Monte Nero 82. Lelio Basso e Corrado Bonfantini, dalla sede
insurrezionale del comando generale delle brigate Matteotti, diramano l'ordine di
insorgere alle formazioni organizzate dal partito socialista.
- ore 08:00, via Copernico.
Il Comitato di liberazione nazionale dell'Alta Italia si riunisce presso il collegio dei
Salesiani. Rodolfo Morandi viene nominato presidente del Clnai. Approvata all'unanimità
la proclamazione dell'insurrezione. Viene inoltre redatto il decreto dell'assunzione di
tutti i poteri da parte del Clnai e dei Cln regionali, provinciali e cittadini. Con un
altro decreto vengono nominate le commissioni di Giustizia per la funzione inquirente, i
Tribunali di guerra e le Corti d'assise popolari per quella giudicante. Il decreto, che
verrà ripetutamente trasmesso radiofonicamente, recita:
«I membri del governo fascista ed i gerarchi del fascismo colpevoli di aver soppresso
le garanzie costituzionali e di aver distrutto le libertà popolari, creato il regime
fascista, compromesso e tradito le sorti del Paese e di averlo condotto all'attuale
catastrofe, sono puniti con la pena di morte e nei casi meno gravi con l'ergastolo».
Tutti gli altri reati saranno puniti con il codice penale del 1889, rispettivamente
secondo le leggi militari di guerra vigenti l'8 settembre 1943. Un terzo decreto riconosce
i Consigli di fabbrica con controllo sulla produzione.
- corso di Porta Magenta 79.
Il Comando generale del Corpo volontari della libertà si riunisce presso il convento
delle Suore della Riparazione.
- via Carlo Poma.
Il Comando piazza di Milano
fissa provvisoriamente la propria sede operativa nel commissariato di zona. Gli agenti di
Ps, da tempo contattati da rappresentanti delle Matteotti, non oppongono resistenza.
- via Vittor Pisani,
caffè Bellotti. Riccardo Lombardi riceve il proclama insurrezionale del Clnai e lo dirama
attraverso le staffette del Comitato. Nel frattempo ha concordato con il colonnello
Alfredo Malgeri la mobilitazione dei militi della Guardia di finanza che, dopo il calar
del sole, dovranno muovere dalla caserma di via Melchiorre Gioia e procedere
all'occupazione della prefettura e degli edifici pubblici.
- ore 8:00 circa, zona
Città studi. Prima ancora di ricevere le direttive insurrezionali la 116ª brigata
Garibaldi Sap occupa il Politecnico per farne la base delle operazioni. Agli ordini del
comandante Bruno Galbiati («Marino») la brigata ha sfilato da viale Campania a piazza
Leonardo da Vinci senza incontrare resistenza: 340 uomini inquadrati con 5 mitra, 17
fucili, 56 pistole e bombe a mano.
- ore 8:30, viale Monza.
Riferisce Bruto Mauri, comandante la IX divisione Garibaldi di Sesto San Giovanni: «tutto
sembra normale. Nulla di nuovo anche dalla radio».
- ore 10:00, zona Loreto.
In via Venini angolo via Sauli, davanti ai capannoni della Necchi i tedeschi caricano
frettolosamente su alcuni camion materiale vario, in gran parte pneumatici.
- zona Stazione centrale.
nulla di anormale.
- ore 10:00, Niguarda.
Elementi della 113ª Garibaldi Sap e alcuni gappisti, disarmano i militi di un posto di
blocco recuperando tre mitra, tre fucili e una pistola Beretta.
- ore 11:00 circa, Sesto
San Giovanni. Il comando della IX divisione garibaldina di Sesto San Giovanni riceve
l'ordine di mettere immediatamente in atto il previsto piano di difesa delle fabbriche.
- ore 11:30 circa, viale
Monza. Sotto i portoni e agli angoli delle strade, aumentano i capannelli di persone.
Davanti alla Ercole Marelli di Sesto è già sorto un posto di blocco partigiano.
Assembramenti davanti alla fabbrica. Parecchi impiegati salgono di corsa sul "tram
bianco" che sta partendo per Milano. Sarà l'ultima corsa della giornata.
- piazza del Duomo si
presenta deserta.
- ora imprecisata, Porta
Ticinese. L'ufficiale di collegamento del Comando piazza comunica ai membri del
comando unificato del Ticinese l'ordine insurrezionale. Manca solo il rappresentante
democristiano che ha peraltro funzioni di vicecomandante. Si farà vivo il 4 maggio
dichiarandosi «pronto a collaborare ma senza nessuna formazione sua».
- ore 12:00, Parma. gli
alleati entrano nella città, ormai sotto il controllo partigiano. Godfrey Talbot comunica
a radio Londra: «l'ordine è perfetto». Permane la minaccia di tre divisioni tedesche
chiuse nella sacca di Fornovo.
- ore 12:05, Sesto San
Giovanni. Al pervenire dell'ordine insurrezionale alla Pirelli alcuni partigiani si
recano a intimare la resa al comando germanico all'interno della fabbrica. Il comandante
del presidio, maresciallo Blum, reagisce e viene ucciso, due tedeschi sono feriti e gli
altri fatti prigionieri. E' l'inizio dell'insurrezione armata nella cittadella rossa.
- ore 12:15 circa, zona
Stazione centrale. Allo stabilimento Pirelli di via Fabio Filzi, diviso in due
fabbricati denominati Brusada e Sede, giunge l'ordine di iniziare lo sciopero
insurrezionale alla ripresa pomeridiana del lavoro. I responsabili del 6° distaccamento
della 110ª Garibaldi Beppe dispongono di 36 garibaldini più una trentina di volontari
con quindici moschetti, venti pistole, una mitraglia da 12,7 mm (ma inutilizzabile perché
senza treppiede) e una ventina di bombe a mano, il tutto con un'autonomia di fuoco di
circa mezz'ora. Nell'ora successiva il disarmo di alcuni nazifascisti bloccati nelle vie
adiacenti frutta qualche mitra e qualche altra pistola.
- ore 13:00. Inizia lo
sciopero insurrezionale. In realtà in numerose fabbriche gli operai hanno già cominciato
ad astenersi dal lavoro e a organizzare la difesa degli stabilimenti.
- ore 13:00, Bresso. Il
2° distaccamento Dino Giani della 110ª brigata Garibaldi cattura e fucila il
vicecomandante della brigata nera Aldo Resega, il comandante della compagnia Oberdan, che
ancora il 23 aprile in via Cadamosto aveva fatto fucilare il gappista Giancarlo
Brugnolotti, e un altro brigatista nero già segnalato come criminale di guerra. Per tutto
il pomeriggio vengono fermati, a volte con brevi scaramucce, automezzi nemici.
- ore 13:00 circa, Sesto
San Giovanni. Dal cavalcavia sulla ferrovia sfreccia in direzione di Milano un camion
di mutini che con una mitraglia sparano sugli operai assembratisi davanti alla Marelli
causando un morto e alcuni feriti. Il camion si dilegua.
- ore 13:00, Innocenti di
Lambrate. L'ordine insurrezionale giunge al distaccamento della 118ª brigata
Garibaldi all'interno della fabbrica. Tutto si svolge senza incidenti: bloccati centralino
e uscite, viene occupata l'armeria e fatti prigionieri 15 nazifascisti. Due mitragliere da
20 mm vengono piazzate a difesa della fabbrica. Imprudentemente il comando ha
precedentemente lasciato uscire la maggior parte dei sappisti e gli operai, riconvocandoli
per le ore18:00.
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Volantino del Comitato d'Agitazione
dei ferrovieri (archivio ISMEC)
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- ora imprecisata, Zona
Ticinese. Il Comando unificato di settore si stabilisce provvisoriamente alla
Borletti. La 113ª brigata Garibaldi è concentrata alla Sisma di via Savona, la 122ª
alla Borletti in via Washimgton, la 42ª Matteotti nelle scuole di via Gentilino, le
brigate GL Max Masia e Sergio Kasman nella ditta Fasani di via Pioppette e nelle fabbriche
Riva e Tallero.
- ore 13:00, Innocenti di
Lambrate. L'ordine insurrezionale giunge al distaccamento della 118ª brigata
Garibaldi all'interno della fabbrica. Tutto si svolge senza incidenti: bloccati centralino
e uscite, viene occupata l'armeria e fatti prigionieri 15 nazifascisti. Due mitragliere da
20 mm vengono piazzate a difesa della fabbrica. Imprudentemente il comando ha
precedentemente lasciato uscire la maggior parte dei sappisti e gli operai, riconvocandoli
per le ore18:00.
- le zone Monforte,
Vittoria e Venezia sono percorse da un camioncino con a bordo sappisti dell'officina
Atm di via Teodosio che disarmando i fascisti che incontrano e portando poi le armi agli
operai dell'officina.
- ore 13:30, Crescenzago.
Aldo Giovenzana, comandante la 110ª brigata Garibaldi Sap, ordina a Giuseppe Martino
(«Antonio»), comandante il 1° distaccamento Censo, di occupare la sede fascista Aldo
Sette in via Padova. e di sbarrare la strada con un camion. Iniziano le operazioni di
fermo delle macchine che tentano di allontanarsi da Milano.
- ore 13:30 circa, zona
Corvetto. Matteottini e garibaldini disarmano il presidio fascista all'interno della
Motomeccanica in via Oglio e respingono un attacco all'ingresso di via Mincio.
- ora imprecisata del primo
pomeriggio, 2° settore, zona Sempione-Gallaratese. il 1° e il 2°
distaccamento della 111ª brigata Garibaldi Sap occupano la Pracchi e il deposito benzina
Petrolea, il 3° l'Alfa Romeo, il 6° la Face, mentre il 7° nel pomeriggio sostiene uno
scontro a fuoco con un automezzo della Muti e dopo una breve sparatoria respinge
un'autocolonna fascista che tenta di abbandonare la città seguendo la via Comasina.
- ore 14:00, zona Stazione
centrale. La Pirelli di via Fabio Filzi è circondata dai fascisti che tirano con una
mitragliera da 20 mm I sappisti rispondono risparmiando le poche munizioni e fino
all'esaurimento delle bombe a mano.
- ore 14:00, Pratocentenaro.
Il 5° distaccamento Mandelli della 110ª brigata Garibaldi Sap blocca viale Sarca e viale
Fulvio Testi all'altezza di via Pianell e viale Suzzani all'altezza di via De Angelis.
Scambio di colpi con i fascisti attestati nelle casermette di viale Suzzani e con alcuni
automezzi che cercano di guadagnare la periferia. Cade il garibaldino Guglielmo Baccalini
ed è ferito il commissario di distaccamento Germano Grassi.
- Greco. Occupato in
modo incruento il deposito locomotive.
- Turro. La 130ª
brigata Garibaldi Sap occupa la fabbrica Magnaghi e rastrella il quartiere.
- ore 14:00 circa, via
Tortona. I fascisti, per intimorire gli scioperanti della Cge, hanno fucilato due
patrioti davanti ai cancelli della fabbrica. Informato dell'accaduto, Sandro Pertini vi si
reca e tiene un comizio alle maestranze.
- ora imprecisata, piazza
Sicilia. Quattro fascisti a bordo di una macchina irrompono nella piazza esplodendo
raffiche di mitra. Cadono colpiti a morte i matteottini Bartolo Bertelli e Carlo Dones,
altri 4 rimangono feriti insieme ad alcuni civili.
- ora imprecisata, via
Bergognone. Militi fascisti arrivano improvvisamente davanti alla Cge e fucilano
Enrico Torchio e Umberto Retta, appartenente all'Organizzazione Franchi. Dalla fabbrica,
nel tentativo di impedire l'esecuzione, viene lanciata una bomba a mano che però non
esplode.
- zona Porta
Romana-Vigentina. Distaccamenti della 114ª e della 115ª brigata Garibaldi Sap, in
collaborazione con squadre matteottine, occupano il Tibb, le Smalterie italiane, la Om, la
Centrale del latte e il panificio militare di via Quaranta.
- zona Porta
Romana-Vigentina. Sparatorie nel quartiere attorno alla Motomeccanica e alla Om dove
per circa quattro ore giellisti, matteottini e garibaldini sostengono un aspro
combattimento contro nazifascisti che sparano sulla fabbrica con mitragliatrici pesanti.
Cinque operai feriti.
- ore 14:30 circa, zona
Calvairate. nelle prime ore del pomeriggio il 2° distaccamento della 124ª brigata
Garibaldi Sap occupa l'autorimessa dell'Atm in viale Molise.
- ore 15:00 circa, zona
Sempione. Sull'angolo di viale Certosa sappisti dell'Alfa Romeo catturano cinque
ufficiali tedeschi in fuga su una automobile.
- Sesto San Giovanni.
Approntate le misure difensive e istituiti posti di blocco partigiani attorno ai quattro
stabilimenti Falck. Alla Ercole Marelli si preparano i turni di guardia per la notte e si
costituisce il reparto da inviare come rinforzo alla Pirelli. Occupate anche la Magneti
Marelli, la Gabbioneta, la Sapsa e la Osva.
- ore 15:00, Crescenzago.
Un'autocolonna di SS e marò della X Mas con un'autoblinda si presenta al posto di blocco
garibaldino in fondo a via Padova. Dopo un breve parlamentare si apre il fuoco da entrambe
le parti. I garibaldini sono a corto di munizioni e non hanno armi pesanti: i nazifascisti
superano il blocco e si allontanano. Nello scontro cade il sappista Valentino Cerchierini,
«Tino», detto anche «el gatt».
- ore 15:00, Precotto.
Il 3° distaccamento della 110ª Brigata Garibaldi Sap, comandato da Santo Bonaita, forma
un posto di blocco in piazza Precotto; scambio di qualche fucilata con alcuni automezzi
nazifascisti transitanti in viale Monza.
- ora imprecisata, Caproni
di Taliedo. Il distaccamento della 116ª brigata Garibaldi Sap costituito alla
Caproni, insieme a sappisti della 54ª e 55ª brigata Matteotti e a un distaccamento delle
brigate Giustizia e libertà, prende possesso della fabbrica.
- ore 16:00, zona Stazione
centrale. Un carro armato tedesco sfonda il cancello della Brusada e poi della Sede, i
due stabilimenti Pirelli di via Fabio Filzi dove i partigiani stanno resistendo da circa
due ore. I difensori, ormai senza proiettili, nascondono le armi e si arrendono. Alcuni
operai, condotti all'hôtel Gallia e minacciati di fucilazione dai brigatisti neri,
vengono lasciati in libertà alle 18:00 in seguito all'arrivo di due ufficiali tedeschi i
quali si dichiarano «convinti che il personale della Pirelli era stato vittima di un
colpo di mano di partigiani esterni». La città è ormai in subbuglio e la fucilazione
dei rastrellati può costare cara.
- ore 17:00, Bicocca.
Bruto Mauri, comandante la 109ª brigata Garibaldi Sap arriva davanti all'ingresso della
Pirelli ostruito con un vecchio locomotore disposto trasversalmente. Chiama due operai in
tuta e armati che sporgono dal muro e, per poco, non viene preso a fucilate: nella
precipitazione degli eventi nessuno ha pensato alla parola d'ordine. Alla fine,
riconosciuto da «Marco», comandante dei sappisti della Pirelli, gli viene gettata una
scala per scavalcare il muro di cinta.
- ora imprecisata, Taliedo.
Sappisti della 125ª brigata Garibaldi Sap occupano l'aeroporto di Taliedo catturando il
presidio germanico. Squadre delle brigate Mazzini controllano la zona di Taliedo, viale
Corsica e viale Campania.
- ora imprecisata, 6°
settore (Zona Centro). La 120ª brigata Garibaldi Sap impone la resa ai nazifascisti
dislocati in Foro Buonaparte, occupa il commissariato di Ps di via Pezzoni e la sede della
Muti di via Rovello 2, già abbandonata dai mutini.
- ore 17:00, piazza Fontana.
Attraverso la mediazione del cardinale Schuster, impegnato fino all'ultimo a scongiurare
quella che ritiene un'insurrezione comunista, Mussolini, sperando di poter ancora
patteggiare la resa, si incontra con alcuni rappresentanti del Clnai e il generale
Cadorna, comandante il Corpo volontari della libertà. Il duce è accompagnato dal
maresciallo Graziani, dal ministro Zerbino, dal sottosegretario Barracu e dal prefetto
Bassi. Per il Clnai sono presenti Achille Lombardi (partito d'azione), Achille Marazza
(democrazia cristiana) e Guido Arpesani (partito liberale). Informato che la resa dei
fascisti deve essere incondizionata e che i tedeschi stanno trattando con gli americani,
Mussolini dichiara di voler ritornare in prefettura per riprendersi - dice - la libertà
d'azione con i tedeschi. Si impegna a ritornare all'arcivescovado entro un'ora per
concludere le trattative di resa.
- ora imprecisata del
pomeriggio: occupate le sedi del Corriere della Sera, della Gazzetta dello
Sport e del Popolo d'Italia in piazza Cavour. Si utilizzano gli impianti per
stampare le edizioni insurrezionali de l'Unità, dell'Avanti e di Italia
libera, organo del partito d'azione. Gappisti a protezione della sede del Corriere.
- ore 17:30, zona Ticinese.
Due squadre della 113ª brigata Garibaldi Sap, in collaborazione con elementi della 48ª
brigata Matteotti, presidiano le centrali zonali dell'energia elettrica e dell'acqua
potabile.
- ora imprecisata, zona
Lambrate-Ortica. Squadre delle brigate Matteotti occupano la stazione ferroviaria e la
caserma del 3° Autieri in via Pitteri.
- ore 18:00 circa, Sesto
San Giovanni. Basilio Pitea, commissario politico della IX divisione Garibaldi Sap,
arriva alla Pirelli con due camion carichi di garibaldini della Ercole Marelli.
- ore 18:30 circa, zona
Calvairate. Il 2° distaccamento della 124ª brigata Garibaldi Sap respinge un'attacco
tedesco al deposito Atm di viale Molise. Si spara per circa un'ora fra viale Molise, via
del Turchino e via Monte Velino. I tedeschi abbandonano la zona.
- ore 19:00, Sesto San
Giovanni. Il cielo è annuvolato ed a tratti pioviggina. All'interno della Pirelli
fervono i preparativi. Viene approntato il servizio sanitario con una cinquantina di
persone fra medici e infermieri. Le cucine sono pronte per servire una minestra calda ai
volontari.
- ore 19:00 circa, corso
Monforte. Mussolini lascia il palazzo della prefettura e si dirige verso Como con il
pretesto di un'estrema difesa in Valtellina, in realtà con l'intenzione di riparare in
Svizzera. Lo seguono Graziani, Pavolini, il comandante della Muti Franco Colombo, numerosi
gerarchi e una scorta di SS che deve sorvegliarne i movimenti e impedirgli di espatriare o
di consegnarsi agli alleati.
- ora imprecisata della
sera, zona Centro. Attorno alla sede fascista di piazza San Sepolcro scontri tra
repubblichini e squadre della 54ª e 55ª brigate Matteotti. In via del Bollo cadono i
sappisti matteottini Natale Mapelli e Giuseppe Taviano.
- ore 20:00.
Distaccamenti della 124ª brigata Garibaldi Sap occupano il Mercato pollame e Ponte
Lambro.
- ore 20:00, via Valtellina
angolo via Jenner. Scontro a fuoco tra garibaldini del 7° distaccamento della 111ª
brigata Garibaldi sap e fascisti a bordo di un'auto. Il garibaldino Ugo Zagaria cade nel
tentativo di portarsi a distanza utile per scagliare una bomba a mano.
- ore 21:00, zona
Baggio-via Forze Armate. Il 1° distaccamento della 112ª Garibaldi Sap disarma i
fascisti del presidio della Bernardi recuperando una mitraglia, quattro mitra e una
trentina di fucili con abbondante munizionamento. Il 2° distaccamento occupa Villa
Feltrinelli, adibita a deposito della SS tedesca. Il 3° distaccamento, con alcuni
sappisti della fabbrica Violini, occupa il distaccamento bersaglieri di via Vittoria
Colonna e si impadronisce di 43 fucili e parecchie casse di munizioni con cui vengono
armati gli operai della Violini, della Salmoiraghi e della Bergomi. Il 4° distaccamento
occupa Baggio e prende possesso della caserma della Gnr e della casa del fascio. Non si
segnalano scontri.
- ore 21:00, zona Bicocca.
Lungo viale Zara, all'altezza della Pirelli, sono fermi un autobus di linea e diversi
camion con circa duecento baschi neri della milizia fascista francese di Darnand, la cui
fama è peggiore di quella dei repubblichini. Probabilmente intendevano accodarsi alle
colonne fasciste dirette in Valtellina ma hanno sbagliato strada e non sanno che direzione
prendere.
- ore 22:00. Una
delegazione garibaldina porta l'intimazione di resa ai francesi che la respingono e
cominciano a sparare con mitragliatrici pesanti scaricate dai camion. I proiettili
prendono d'infilata tutti gli spazi che dividono i capannoni della Pirelli disposti
trasversalmente al viale Zara. Alcuni feriti leggeri tra gli operai. I collegamenti fra i
vari punti del quadrilatero vengono effettuati attraverso i magazzini interrati che
corrono sotto gli stabilimenti.
- tarda serata, zona
Naviglio Grande. 35 sappisti della 113ª brigata Garibaldi Sap attaccano di sorpresa e
disarmano il presidio tedesco della stazione di San Cristoforo salvando tutti gli
impianti.
- tarda serata, zona
Naviglio Grande. Luigi Maradini, comandante della 113ª brigata Garibaldi Sap, ordina
il blocco della nazionale per Alessandria all'altezza di Ronchetto sul Naviglio: una
sessantina di garibaldini con solo 5 mitra, dieci moschetti, una decina di bombe a mano e
«numerosissime rivoltelle non completamente cariche». Sopraggiunge, puntando sulla
città, una forte autocolonna tedesca che viene investita da lancio di bombe a mano e
raffiche di mitra. Ne nasce un violento scontro che si protrae per un'ora finché,
esaurite le munizioni, i partigiani devono ritirarsi. Anche la colonna germanica fa marcia
indietro dirigendo verso Corsico e poi verso Baggio. I tedeschi lasciano sul terreno
diversi morti tra cui due ufficiali. Nel combattimento sono caduti i garibaldini Domenico
Bernori, Idelio Fantoni e Giovanni Paghini. Feriti Scipione Grossi, Paolo Mignosi e
Antonio Besana.
- ore 24:00, Sesto San
Giovanni. Alla Pirelli garibaldini, matteottini e repubblicani della 21ª brigata
Mazzini continuano il combattimento con i miliziani francesi. Viene approntata una specie
di locomotiva blindata applicando dei lamieroni sulle fiancate di una vecchia vaporiera
che serve per il traino dei vagoni all'interno dello stabilimento e la macchina viene
avviata su un binario che sbuca su viale Sarca. Tolto lo sbarramento al cancello di
uscita, la locomotiva parte sbuffando e sprigionando bagliori di fuoco; l'accompagnano
nutrite scariche di fucileria esplose da alcuni sappisti accodatisi alla vaporiera e dai
vicini posti di guardia. Poco dopo i francesi alzano bandiera bianca e si danno
prigionieri. Ingente il bottino: 20 mitragliere da 20 mm, un intero camion di munizioni,
armi automatiche individuali e due cannoncini anticarro.
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