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La Stampa, 22 aprile 2001 Nazisti in libertà. No di Vienna all'Italia
Dopo il boia di Genova Friedrich Engel e quello di Bolzano Michael Seifert, emerge un
altro caso di comandante nazista che l'Italia non riesce ad assicurare alla giustizia.
L'Austria nega infatti l'estradizione per Wilhelm Schubernig, un ex ufficiale delle Ss
sospettato di aver partecipato all'eccidio delle Fosse Ardeatine.
Il procuratore capo della Carinzia, Dietmar Pacheiner, ha spiegato che l'inchiesta su
Schubernig è stata sospesa a tempo indeterminato a casua delle sue cattive condizioni di
salute, che non gli permettono di rispondere alle domande dei magistrati. L'estradizione
era stata sollecitata dalla procura militare italiana, che
ha ripetutamente chiesto di poter interrogare l'ex ufficiale delle Ss. Pacheiner ha
spiegato di aver ordinato una nuova perizia medica, che però non è stata ancora
completata.
Schubernig, oggi 86enne, risiede a Sankt Veit an der Glan, nella Carinzia governata da
Jörg Haider. Scovato a metà anni '90 a Klagenfurt, venne implicato nell'eccidio delle
Ardeatine al processo che si tenne a Roma nel '98. In quell'occasione fu Karl Hass a
indicarlo come uno degli ufficiali che spararono contro i 335 detenuti politici, mentre il
coimputato Erich Priebke negò che avesse avuto un ruolo nella strage.
I ripetuti dinieghi della magistratura austriaca hanno creato malumore negli ambienti
ebraici italiani, che considerano il caso Schubernig un'occasione per Vienna di smentire
le nostalgie naziste di cui è stata accusata per i trionfi di Haider.
Per ottenere l'estradizione di Engel, ieri è stato rivolto un appello al ministro di
Grazia e giustizia Fassino e al sindaco di Amburgo. I firmatari, gli enti locali che si
erano costituiti parte civile nel processo di Torino (conclusosi con la condanna
all'ergastolo di Engel), chiedono in subordine che l'ufficiale sia processato in
Germania per gli stessi reati per cui era stato condannato in Italia.
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