|
Corriere della Sera, 3 maggio 2001
Agli ebrei sottratti beni per duemila miliardi. Il fascismo portò
via di tutto: dai titoli di Stato agli spazzolini. Amato: il razzismo può tornare di Marco Galluzzo
La sistematica aggressione ai patrimoni degli ebrei fu stimolata da oltre 400 fra
leggi, decreti e persino circolari ministeriali emanate durante il fascismo. Una certosina
burocrazia dellorrore produsse a sua volta quasi 8.000 decreti di confisca, specchio
di un accanimento che non risparmiò nemmeno i barattoli di marmellata e gli spazzolini da
denti dei bambini. Lo zelo ragionieristico e predatorio che incrociò lazione di
banche, ministeri, cittadini comuni e delatori
rilasciò alla fine un saldo economico parallelo allannientamento morale: beni per
oltre 2.000 miliardi di lire (al valore attuale) sottratti «legalmente». Una cifra
comunque sottostimata se si aggiungono saccheggi, furti, ricatti, precipitose
svendite, violenze di cui oggi si è persa ogni traccia documentale. Avvenne in Italia fra
il 1938 e il 1945. Vittime alcune migliaia di famiglie ebraiche. La commissione della
Presidenza del Consiglio, presieduta da Tina Anselmi, ha lavorato due anni e presentato
ieri i risultati di unindagine svolta fra gli archivi di Stato e quelli dei
principali istituti di credito. Unopera di ricostruzione che documenta
«limpressionante vastità delle spoliazioni avvenute», che ha «appurato che
lopera di risarcimento è stata sostanzialmente completata quanto meno per i
sopravvissuti», che sottolinea come «nessuno sia stato risparmiato, né ricchi né
poveri, né commercianti né aziende, né chi disponeva di un semplice conto in banca né
chi aveva un pacchetto azionario».
Ha commentato il capo del governo Giuliano Amato: «Gli italiani non erano razzisti,
eppure una popolazione mite si è macchiata di orribili delitti. La memoria è importante
per avere la consapevolezza di quali sono le pietruzze che poi
cumulandosi tra di loro fanno scivolare la slavina del male. Pietruzze che ritroviamo
anche nel nostro tempo e proprio nei Paesi che hanno vissuto le esperienze tragiche di
allora. Vigilare significa consapevolezza del fatto che il passato può tornare».
Si cominciò con le leggi razziali, nel 1938, e con la confisca limitata a beni di valore
artistico. Si finì con la sottrazione di qualsiasi oggetto o valore. Lescalation,
come la definisce la commissione, ebbe il suo spartiacque con la creazione della
Repubblica di Salò. E proprio quelli del biennio 43-45, ha chiosato Amato,
«furono gli anni più terribili della storia dItalia». Ñel dopoguerra le leggi di
riparazione permisero unattività di restituzione che fu cospicua, di cui mancano in
molti casi i documenti, ma che fu certamente incompleta. Scorrere lelenco dei beni
che negli anni 60 lo Stato acquisì perché non reclamati, richiama la memoria
sullassenza di eredi, sullo sterminio di intere famiglie. Il 28 aprile del 1961, per
fare solo un esempio, divennero di proprietà del ministero del Tesoro decine di titoli di
Stato, alcuni orologi doro, persino una statuetta di Cristo in avorio. Fra i beni
senza valore, inidonei a divenire di proprietà dello Stato, finirono invece, fra gli
altri, «una pila elettrica e un paio di occhiali con relativo fodero».
La commissione, al termine del suo lavoro, raccomanda al Governo «di rendere
sollecitamente possibili i risarcimenti individuali di vittime di sequestri, furti e
confische». Amato ha annunciato la volontà del governo di evitare la prescrizione di
certi reati e «civilisticamente di non fare divenire "res nullius", e dunque
acquisibili dallo Stato, beni che dello Stato non sono».
|