testatanaz1.gif (13999 byte)

www.storiaXXIsecolo.it 

fascismo

home

   

      

Martin Bormann

bormann.jpg (1976 byte)

Fu colui che, da sbandato, squattrinato ed assolutamente anonimo reduce di guerra, seppe trasformarsi nel gerarca più vicino al fuhrer, nel suo esecutore testamentario, nell’oscuro depositario dei suoi più nascosti e reconditi segreti. Nato ad Halberstadt nel 1900 ed iscritto al partito nazional-socialista solo nel 1927, Bormann riuscì a scalare tutte le gerarchie grazie al suo opportunismo senza scrupoli e al suo spietato carattere di calcolatore, abbinato ad uno straordinario senso del dovere, che ne facevano un burocrate modello, devoto, zelante, perennemente rinchiuso nel suo ufficio ; ogni occasione era buona per mettersi in mostra agli occhi dei superiori, a qualunque costo, eseguendo gli incarichi con impressionante meticolosità, ma agendo sempre nell’ombra, silenziosamente, senza apparire. Divenne capo della segreteria di Hess, ma l’ambizioso Bormann aspirava ad arrivare ancora più in alto, senza alcuno scrupolo sui mezzi da perseguire a tal fine. A poco a poco la sua concreta efficienza, la sua cinica diligenza e precisione nello svolgere il compito assegnato, senza guardare in faccia a nessuno, quel suo apparire come un fedele e zelante esecutore, suscitò sempre più l’attenzione del fuhrer in persona, che lo volle accanto a sé, come segretario personale, affidandogli incarichi di grande fiducia, tra il rancore degli altri gerarchi che non sopportavano quel rozzo e mediocre personaggio. Ma Bormann era scaltro e tremendamente furbo: agendo, silenziosamente, sempre dietro le quinte, tanto da essere soprannominato "la grigia eminenza" e dunque sottovalutato da molti, aumentò sempre di più il suo potere, specie quando il fuhrer, dopo le prime grandi sconfitte e con una Germania avviata alla distruzione, cominciò a necessitare, sempre maggiormente, del suo segretario; Hitler, infatti, distrutto nel fisico e nel morale, seppellito nel bunker della cancelleria, era ormai un uomo finito, totalmente sconnesso dalla realtà e dunque sempre più bisognoso di un Bormann divenuto assolutamente insostituibile; era lui, ormai, a prendere le decisioni più importanti assumendo incarichi che oltrepassavano di gran lunga quelle che erano le funzioni di un semplice segretario. Sulla fine di questo oscuro personaggio si è molto detto e scritto: l’unica certezza è che sparì di scena il 2 maggio 1945, mentre, nei pressi della porta di Brandeburgo, tentava, la fuga da una Berlino conquistata dall’Armata Rossa e ridotta ormai ad un cumulo di rovine. La prima versione fu quella della morte, quella stessa notte, a causa di un esplosione ma i dubbi furono tantissimi tanto che a Norimberga fu comunque condannato a morte in contumacia. Fin dalla sua scomparsa si fece strada l’ipotesi di una sua fuga in Sudamerica, avallata peraltro da autorevoli fonti, ma, nell’ottobre del 1972, a Berlino, alcuni operai, nel corso di scavi, riportarono alla luce uno scheletro i cui denti furono sottoposti a confronto con quelli di Bormann. L’esito dell’esame non lasciò dubbi: quelle ossa appartenevano a quello che fu il braccio destro di Adolf Hitler; il giallo era risolto ma non completamente, visto che si ventilò l’ipotesi che quei resti fossero stati posti in quel luogo solo successivamente, dopo una lunga latitanza in Sudamerica. La verità su quella che fu la fine di Martin Bormann resta e forse resterà, dunque, per sempre, un mistero; quel che è certo è che il nazismo riuscì a consegnare alla storia un uomo grigio e di bassa levatura che, partendo dal nulla, sfruttando ogni occasione con cinica perseveranza, con estrema rigorosità e maniacale precisione, seppe farsi potente, raggiungendo un ruolo di grande prestigio in quello che doveva divenire il grande Reich millenario.

ricerca
anpi
scrivici
nazismo
home         ricerca        

anpi

        

nazismo

        scrivici

.