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Heinrich Himmler

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Fu l’anima nera del nazismo, il carnefice più spietato, il folle pianificatore dei campi di sterminio; di se stesso amava dire che era "un boia senza pietà". Nato il 7 ottobre 1900, Himmler fu nominato da Hitler, il 6 gennaio 1929, Reichsfurher delle SS, uno sparuto drappello di uomini, inglobato all’interno delle affermate SA, le squadre d’assalto paramilitari del partito nazional-socialista guidate da Rohm, ma ben presto le cose cambiarono: le SS e la loro guida aumentarono sempre di più il loro prestigio e la loro importanza agli occhi del fuhrer, finchè, il 30 giugno 1934, in quella che fu la "notte dei lunghi coltelli", Rohm e i suoi luogotenenti furono barbaramente trucidati, per ordine di Hitler e dietro congiura dello stesso Himmler. Da quel momento le SA furono soppiantate dalle sempre più numerose SS, che sarebbero divenute tristemente note per la loro crudeltà e per le agghiaccianti rappresaglie a cui diedero vita, nel corso del loro operato. Le SS furono, dunque, le milizie paramilitari del grande Reich ed Himmler il loro feroce condottiero: erano soldati necessariamente ed obbligatoriamente di puro sangue ariano, dalle nere uniformi che non smisero mai di seminare il panico nell’Europa occupata. Nel loro cappello era raffigurato un teschio, simbolo di morte e di terrore, nei loro pugnali era inciso il farneticante motto "il mio onore è la fedeltà". Il folle progetto del Reichsfuhrer era quello di fare dei suoi uomini un ordine supremo di guerrieri eletti, votato a far rispettare, nei confronti delle razze inferiori, la sacra legge della superiore razza ariana dominatrice. Nel suo allucinante pensiero Himmler era convinto di essere la reincarnazione di Enrico I e nel castello di Wewelberg, in Westphalia, creò una sorta di tetro santuario delle SS, ove diffuse, tra i suoi miliziani, la pratica di riti esoterici e d’iniziazione, volti all’esaltazione dei grandi combattenti del nord, dei grandi miti teutonici, quasi a voler forgiare una nuova suprema e macabra religione del sacro popolo ariano, destinata a sostituire un cristianesimo simbolo di sentimentalismo e debolezza. Fu una lucida follia, una delirante esaltazione che tuttavia partorì pagine di grande orrore: le SS erano un corpo di pretoriani senza pietà, addestrato ad uccidere, dedito ai rastrellamenti e alle deportazioni e fedele al fuhrer fino alla morte. Ma i giorni dei trionfi erano sempre più lontani e con l’avvicinarsi della sconfitta Himmler, tentò di assicurarsi la salvezza, avviando trattative segrete con gli alleati, che gli costarono la destituzione da parte di un Hitler, ormai seppellito nel suo bunker e ormai prossimo alla fine. Rinnegato da Donitz, catturato dagli alleati, mentre tentava la fuga, a quello che ormai era solo l’ex comandante di coloro che un tempo apparivano come guerrieri eletti, non restò altro che suicidarsi con una capsula di cianuro; era il 23 maggio 1945.

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