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         | Rudolph Hess 
  Il caso Hess: la misteriosa missione in Inghilterra nel 1941
 a cura di Francesco Ranocchi  "Ho avuto la fortuna di vivere  molti anni della mia vita a fianco
        di uno degli uomini più grandi che il mio popolo abbia mai espresso nel corso della sua
        storia millenaria. Sono felice ed orgoglioso di aver fatto il mio dovere come tedesco,
        come nazionalsocialista, come fedele al Führer. Non rimpiango niente. Se dovessi
        ricominciare, agirei nello stesso modo: anche sapendo che alla fine della mia vita mi
        aspetta il rogo. Poco mi importa di ciò che possono farmi gli uomini. Comparirò davanti all'Onnipotente.
        E' a lui che debbo rendere conto, e so che mi assolverà."
 Rudolph Hess Norimberga 31 agosto 1946   Sabato 10 maggio 1941, un giorno qualunque nel
        drammatico contesto delle vicende del secondo conflitto mondiale, diviene una data
        destinata ad entrare nella storia: alle 6 del pomeriggio, un Messerschmitt 110 tedesco
        decolla dallaeroporto militare di Augusta; trascorse poche ore lo stesso aereo,
        attraversa il mare del nord e, dopo aver eluso il controllo della RAF, immergendosi nella
        nebbia, sorvolando la contea del Lancashire, atterra in Gran Bretagna, presso il villaggio
        di Heaglesham, posto nelle vicinanze del castello di Dungavel, residenza del duca di
        Hamilton, lasciando dietro di sé il suo pilota, catapultatosi fuori col paracadute. Ai soccorritori, accorsi al suo capezzale, il
        misterioso aviatore dichiarò di chiamarsi Alfred Horn e di avere un messaggio urgente per
        il duca di Hamilton. Ma quelluomo non era una persona qualsiasi,
        né tantomeno quellAlfred Horn che aveva detto: quelluomo era infatti Rudolf
        Hess, il delfino del fuhrer, il camerata della prima ora, lamico fidato cui Hitler
        dettò, nel carcere di Landsberg, il mein kampf. Veniva così a determinarsi uno dei più grandi
        misteri della storia, ancora oggi irrisolto e che continua a dividere gli storici circa le
        sue ragioni. Cosa ci faceva il potentissimo Rudolf Hess nella
        nemica Inghilterra? Hitler era o meno al corrente di quel volo? Quali furono i reali
        motivi di quel viaggio? In quale maniera ebbe ad incidere nella decisione del vice-fuhrer
        il misterioso legame ed intreccio del nazional-socialismo con il mondo
        dellesoterismo? Lunica certezza è che il solo testimone in
        grado di chiarire la portata di quella decisione, ossia lo stesso Hess, ha lasciato questo
        mondo il 17 agosto 1987, con la morte avvenuta nel carcere di Spandau, anchessa
        circondata da enormi dubbi e da un profondo alone di incertezza; fu morte naturale o
        suicidio? E perché si sarebbe dovuto eliminare un vecchio di 93 anni ormai totalmente
        scollegato dalla realtà? Forse per rimuovere per sempre la verità su quel tenebroso
        viaggio avvenuto ben 46 anni prima? Come si vede si può ben parlare di caso Hess e
        dagli enigmi di un uomo le cui vicende sono state, sono e saranno sempre avvolte dal più
        profondo mistero, andando ad incrementare i già fitti, macabri vincoli del regime della
        svastica con componenti esoteriche e con il mondo dellocculto. Per capire qualcosa in merito a questa vicenda,
        bisognerà pertanto attendere il 2017, anno in cui sarà finalmente possibile accedere al
        famoso dossier Hess, che, per il momento, congelato negli archivi inglesi, rappresenta
        soltanto uno spettro in attesa di concretizzarsi, come se dovesse celare un qualcosa di
        sconvolgente. Secondo quanto già indicato in precedenza, varie
        teorie sono state avanzate su quel viaggio e la più seguita ed accreditata avrebbe voluto
        un Hess, caduto in disgrazia agli occhi del suo grande amico Hitler, tentare di
        riabilitarsi, cercando, allinsaputa dello stesso Hitler, di esaudire quello che
        credeva il desiderio del fuhrer di concludere una pace con lInghilterra, per poi
        attaccare e distruggere il grande nemico bolscevico. In più di una occasione Hitler aveva infatti
        manifestato i suoi propositi di amicizia con gli inglesi, a cominciare dal 24 maggio 1940,
        quando, dopo la dilagante guerra lampo, in grado di travolgere, nel giro di poche
        settimane, gli eserciti alleati, diede, a Charleville, lordine di non attaccare il
        corpo di spedizione inglese, schiacciato, senza alcuna possibilità di fuga, nel porto di
        Dunkerque, in attesa di reimbarcarsi per la madrepatria, insieme ai resti delle truppe
        francesi. Hitler avrebbe ben potuto annientare le forze
        alleate ed anche attaccare unInghilterra pressoché priva di difese, ma non lo fece. Probabilmente dietro a quella sorprendente
        decisione, vi fu la volontà di Hitler di attirarsi la benevolenza di quello che
        considerava uno stato amico e che era stato costretto a combattere a malincuore.  Più duna volta il fuhrer si espresse in
        termini positivi nei confronti dellInghilterra e che facevano ben comprendere il suo
        proposito di unire in alleanza i due grandi popoli del nord. Alcune testimonianze delle convulse fasi della
        ritirata di Dunkerque riferiscono che "...quando Hitler visitò il quartier
        generale, ci stupì parlando con ammirazione dell'impero britannico, della necessità
        della sua esistenza e della civiltà che la Gran Bretagna aveva portato nel mondo.
        Paragonò l'impero alla chiesa cattolica e disse che erano entrambi elementi essenziali
        della stabilità del mondo. Asserì inoltre che dalla Gran Bretagna voleva solo il
        riconoscimento della posizione tedesca nel continente"; "Il Fuhrer è
        terribilmente nervoso. Spaventato dal successo, non ha il coraggio di sfruttare la
        situazione e vorrebbe metterci le briglie"; altri raccontano che in
        una circostanza Hitler, seduto a tavola, esclamò rassegnato " che cosa devo fare
        per ottenere la loro amicizia"?. Hess pertanto avrebbe deciso, sulla base di un
        presunto tacito consenso del suo grande amico, di prendersi la responsabilità di avviare
        le trattative con il governo di Sua Maestà al fine di ottenere una pace separata, ma le
        cose gli andarono male, sia in Gran Bretagna, sia in patria, ove la sua missione sconvolse
        lopinione pubblica, i gerarchi e soprattutto lo stesso fuhrer, il quale
        nellapprendere la notizia sarebbe scoppiato in lacrime.  Allindomani di quella clamorosa missione,
        Hitler, senza alcun rimpianto o remora, sconfessò pesantemente il suo ex delfino, con un
        comunicato radio ove fu durissimo, parlando di profonde turbe psichiche dalle quali
        sarebbe stato afflitto il camerata Hess; dopo anni e anni di simbiosi, terminava dunque
        brutalmente la profonda unione tra i due personaggi, che avevano vissuto, dalle primissime
        origini, la parabola ascendente del nazismo, a partire dalla misteriosa ed enigmatica
        setta esoterica Thule, da cui aveva tratto origine il partito nazionalsocialista dei
        lavoratori tedeschi. Fin qui la versione più accreditata
        tra i vari storici, ma ci sono delle correnti minoritarie, tra cui quella autorevole
        sostenuta dallarchitetto Wolf Rudiger Hess, figlio di Rudolf Hess e suffragata
        dallillustre storico tedesco, Ulrich Schlie. In un articolo scritto per la Welt am Sonntag il
        figlio del numero due del III reich parte dal suo desiderio di far chiarezza sulla morte
        del padre, che, in luogo del suicidio, sarebbe stato ucciso, proprio per coprire la
        verità sui misteri legati alla sua missione del 10 maggio 1941. Larchitetto Hess sottolinea innanzitutto come
        le ultime lettere ricevute dal carcere, non evidenziavano alcun riferimento a propositi di
        suicidio; ma lelemento determinante per dimostrare lassassinio del leader
        nazista verrebbe dalla seconda autopsia che la famiglia affidò a un autorevole medico
        legale di Monaco, il professor Wolfgang Spann.  Il dottor Spann, annotò infatti che: "Le
        risultanze dell'indagine nel caso Hess ci autorizzano a dichiarare che quanto in un primo
        tempo sostenuto dalle autorità militari britanniche non può essere avvenuto". Le
        fotografie del cadavere, infatti, "mostrano senza possibilità di dubbio" una
        grave contraffazione delle prove esibite dagli inglesi: "Il segno lasciato sul collo
        dalla corda è totalmente orizzontale, mentre nel caso di un suicidio per impiccagione con
        la corda attaccata alla griglia di una finestra (così fu trovato Rudolf Hess), il segno
        dovrebbe essere di forma triangolare, e correre dal basso verso lalto". Secondo il figlio di Hess, pertanto, la versione
        inglese, che parla di un suicidio derivante dallinsofferenza per le molestie
        riservate dai sorveglianti, non convince ed è difficile in realtà dargli torto: lultimo gerarca di Hitler era vigilato 24 ore
        su 24 da un reparto di 54 persone, allinterno di un carcere, quello di Spandau, che
        poteva contenere 600 prigionieri e ove questi era lunico detenuto; senza contare che
        Hess era ormai un vecchio confuso, pressoché incapace di intendere e di volere e,
        particolare da non trascurare, indebolito e fiaccato nel fisico dai suoi 93 anni. Di certo, qualora realmente il vice-fuhrer si fosse
        tolto la vita, cè un particolare sorprendente, che denoterebbe un ultimo squarcio
        di inquietante lucidità, allinterno di una mente ormai assente: Hess è infatti deceduto il 17 agosto 1987, nel
        giorno del settantesimo anniversario dalla fondazione della misteriosa società Thule, da
        cui tutto si originò. Tornando alla versione di Wolf Hess, che avalla,
        come sopra riportato, quella dallillustre storico tedesco, Ulrich Schlie, gli
        alleati avrebbero pertanto volutamente chiuso la bocca al padre, per impedire che
        venissero a galla i reali retroscena di quel misterioso volo. Larchitetto sostiene infatti che la missione
        fu preparata dettagliatamente dal padre e dallo stesso Hitler, i quali avrebbero agito,
        come ai bei tempi, in perfetta sintonia tra di loro; ciò sarebbe suffragato dal contenuto
        dell ultima lettera inviata da Rudolf al suo fuhrer, scritta quando il piano di una
        pace separata era ormai svanito"Mio Fuhrer, muoio nella convinzione che la mia
        ultima missione, quand'anche conclusa dalla morte, porterà dei frutti. Probabilmente il
        mio volo provocherà, nonostante la mia morte o per l'appunto grazie alla mia morte, la
        comprensione con l'Inghilterra. Heil Hitler, il vostro fedele H.". Quale motivo avrebbe dovuto avere Hess per
        compilare una lettera del genere, diretta ad un uomo profondamente adirato e nella quale
        non è dato denotare un minimo segnale di pentimento o di scusa? Hitler sarebbe pertanto stato perfettamente a
        conoscenza del piano e la sua reazione soltanto una strategia palesemente volta a
        salvaguardare limmagine del regime e la sua intransigenza verso i nemici. Non si può inoltre fare a meno di osservare come il
        viaggio di Hess, sia avvenuto nellimminenza dell"Operazione
        Barbarossa" contro lUnione Sovietica di Stalin, considerata il vero obbiettivo
        della guerra, in forza della lotta al comunismo e dellapplicazione della teoria
        dello spazio vitale ad est, dellespansione cioè del popolo ariano verso i territori
        dellest Europa, in ragione degli insegnamenti di uno dei personaggi che maggiormente
        influenzarono, nellimmediato dopoguerra, sia lo stesso Hess che Hitler, ossia il
        professore di geo-politica Karl Haushofer. Una pace separata con lInghilterra sarebbe
        stata oro colato per il grande reich, che avrebbe in questo modo avuto loccasione di
        attaccare indisturbato il nemico bolscevico, evitando di combattere su due fronti, come
        avvenne per limpero di Guglielmo II, durante la prima guerra mondiale. Si può facilmente supporre che, al fine di attuare
        questo proposito, Hitler, che non poteva esporsi pubblicamente, avesse bisogno di un uomo
        cui riservare la più cieca e totale fiducia, di un uomo che non lavrebbe mai
        tradito e chi meglio del grande amico e camerata Hess poteva incarnare questa figura? Chi
        meglio delluomo che fin dallinizio aveva dimostrato ad Hitler, una devozione
        talmente morbosa da indurlo a seguirlo in prigione rinunciando alla libertà quando, dopo
        il putsch, riuscì a trovare la fuga? Chi meglio delluomo che scrisse di pugno,
        dietro dettatura, il "mein kampf"? Hitler scelse pertanto il suo più fedele seguace
        per eseguire la delicatissima missione di attuare quanto concertato a tavolino, per un
        piano i cui dettagli resteranno sempre avvolti nel mistero e che ha dato adito a molte
        supposizioni, alcune delle quali vanno oltre lipotesi di una semplice pace con il
        governo di Sua Maestà. A conferma di ciò lo stesso Wolf Hess ci fornisce
        ulteriori particolari circa i dettagli di quello che, secondo lui, era il vero piano
        elaborato, lo si ripete, dal fuhrer e da suo padre; quel volo non doveva portare, come i
        più suppongono, ad una trattativa con lesecutivo inglese in carica, in quanto
        Churchill avrebbe rifiutato ogni apertura, ma avrebbe avuto il fine di fomentare un vero e
        proprio colpo di stato, favorente il cosiddetto "gruppo della pace", indirizzato
        alla conclusione dellauspicato accordo; tale tesi è stata sponsorizzata anche dallo
        storico esperto di questioni di spionaggio e intelligence, David Stafford, in "Rudolf
        Hess: the Flight to Scotland". Invece lo storico Peter Padfield, autore di "Hess:
        the Führers Disciple", pur concordando con la teoria del perfetta
        sintonia tra Hess e Hitler circa lesecuzione di quel viaggio, azzarda lipotesi
        che i due siano stati vittima di un diabolico piano elaborato da unorganizzazione
        segreta di propaganda creata dal governo inglese e dal nome "Political Warfare
        Executive", pronta a creare, agli occhi degli stessi, la parvenza di un prossimo
        colpo di stato a favore del sopraccitato "gruppo della pace", di chiare tendenze
        filo-naziste e dunque prossimo a cessare le ostilità, in vista di un imminente attacco in
        massa contro lUnione Sovietica.  Senza tralasciare le tesi più suggestive, come
        quella indicata da Stephen Prior, Clare Pcknett e Clive Prince, esposta in una lunga
        inchiesta a puntate sul quotidiano "Mail on Sunday", in un libro ("Double
        Standards") ed in un documentario televisivo ("Hitler and Hess"),
        secondo cui Hess sarebbe morto, nellagosto 1942, nello stesso incidente in cui perse
        la vita lallora Duca di Kent, il fratello più giovane di re Giorgio VI, con cui
        lex camerata della prima ora era da tempo impegnato in colloqui di pace. La vicenda avrebbe poi raggiunto livelli grotteschi
        con la sostituzione di Hess con un sosia, per nascondere la reale dinamica dei fatti,
        ipotesi sostenuta anche da Hugh Thomas, il medico legale che lavorò a Spandau negli anni
        Settanta. Secondo le convinzioni del dottor Thomas, Hess
        sarebbe stato abbattuto dalla RAF, durante il suo volo in Inghilterra e sostituito, per
        lappunto da una controfigura, eliminata scientemente a Spandau nellagosto del
        1987, per coprire la verità dei fatti, che, se venuta a galla, avrebbe rivelato la
        volontà del governo di Sua Maestà di scendere a patti con il III reich. In questo quadro enigmatico si inserisce pure la
        componente esoterica che aggiunge pagine di ulteriore mistero alla già misteriosa
        missione di quel 10 maggio 1941. Come noto Hess, come Hitler, nellimmediato
        dopoguerra, ebbe stretti legami con misteriose società esoteriche ed in particolare con
        la società Thule, cellula embrionale del partito nazional-socialista. Tutta la vita di Rudolf Hess è
        contrassegnata dal suo profondo legame con il mondo dellocculto, anche dopo
        lascesa al potere del fuhrer, fino alla sua morte, avvenuta nel settantesimo
        anniversario di quella Thule di cui aveva fatto parte; particolare risalto ha avuto
        pertanto anche lipotesi che Hess fosse in contatto con sette esoteriche inglesi,
        pronte ad aiutare il nazional-socialismo nei suoi propositi di pace separata; in questo
        inquietante quadro, spunta la macabra figura di Aleister Crowley, la Grande Bestia dell'Ordo Templi Orientis, che
        avrebbe fatto parte dei personaggi in stretto rapporto con Rudolf Hess. Quella sconvolgente missione sarebbe stata pertanto
        accompagnata da motivi sommersi, avvolti dal mistero e talmente pregiudizievoli da indurre
        le autorità alleate ad organizzare luccisione del gerarca nazista, avallata da Wolf
        Hess, Ulrich Schlie, dal dott. Thomas e sulla quale è intervenuto anche l'ex direttore
        americano del carcere di Spandau Eugene Bird, la cui testimonianza e le cui parole
        lasciano poco spazio ad eventuali dubbi: "Rudolf Hess fu assassinato. Il suo non fu
        un suicidio. La storiella del suicidio fu assurda. Come poteva un vecchio, ormai incapace
        persino di allacciarsi le scarpe e di impugnare le posate, appendere una corda vicino al
        soffitto e passarsela intorno al collo?" Secondo lo stesso Bird, il delfino di Hitler
        sarebbe stato strangolato da un guardiano americano di colore, Anthony Jordan, in una
        baracca del giardino del carcere, distrutta prontamente due ore dopo il fatto.  I mandanti dellomicidio sarebbero da
        individuare nei servizi segreti britannici i quali non solo temevano che Gorbaciov, in
        linea con la sua politica riformista e di disgelo, decidesse di liberare il prigioniero ma
        anche, come sopra indicato, che venissero alla luce i reconditi e celati, reali motivi
        della sua missione in Inghilterra, in grado di nuocere all'immagine di Churchill e di
        svelare verità nascoste riguardanti le vicende del secondo conflitto mondiale. Queste preoccupazioni avrebbero giustificato
        leccessivo zelo delle autorità alleate in merito alle severissime misure di
        sicurezza circa la prigionia di un uomo ormai innocuo e pressoché incapace di intendere e
        di volere: oltre a vivere in una cella di m. 2,70 x 2,30, che
        prendeva luce da ununica finestra, oltre ad essere sorvegliato a vista da un gruppo
        di oltre 50 guardie, ad Hess erano solo concessi due minuti al mese di colloquio con la
        moglie e il figlio alla presenza di un guardiano; evidentemente forte era il timore che
        qualcosa potesse trapelare, sconvolgendo quelle che erano ritenute e sono ritenute
        tuttora certezze ormai acquisite in merito ai drammatici avvenimenti che per ben 6
        lunghi anni, sconvolsero il mondo, fino alla caduta del nazional-socialismo. Rudolf Hess, lenigmatico Hess, liniziato
        nero del III reich, continua dunque a far parlare di sé, come in vita, anche dopo la sua
        scomparsa: quel che è certo è che lunica ragione della
        sua esistenza era solo e semplicemente, non tanto il partito nazional-socialista, ma Adolf
        Hitler stesso, in una contemplazione quasi maniacale, in una devozione assoluta, per la
        quale immolò la sua stessa libertà, da quel giorno di maggio del 1941, fino alla morte
        avvenuta nel 1987; in questo quadro di misteri, appare comunque evidente che Hess, anche
        qualora quellazione fosse stata concertata con lo stesso Hitler, non tradì mai il
        suo grande amico, mantenendo fino allultimo la consegna del silenzio e non facendo
        parola con nessuno sugli inquietanti risvolti del suo misterioso viaggio; la sua totale
        sottomissione allamato fuhrer rappresenta lunica certezza di questo macabro
        quadro così come la sua fedeltà fino alla morte per quanto fatto e compiuto per la
        gloria dellaquila nazista. In attesa dellapertura, nel 2017, di quel
        famoso dossier.   |