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Albert Speer

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Albert Speer fu l’esteta, il cerimoniere del nazional-socialismo, la mente delle imponenti opere, l’ideatore delle grandi geometrie destinate ad esaltare, nei propositi di Hitler, il glorioso reich millenario.

Nato a Mannheim nel 1905, da una benestante famiglia di architetti, seguì le orme parentali, completando gli studi con ottimi risultati.

La svolta della sua vita la si ebbe nel dicembre 1930, quando, dopo aver assistito, casualmente, ad un comizio di Hitler, ne rimase folgorato a tal punto da decidere, pur continuando a considerarsi un tecnico lontano dai giochi della politica, di iscriversi al partito nazional-socialista; ma Speer era e rimaneva soprattutto un brillante e geniale architetto ed il suo spirito creativo non tardò ad affermarsi:

nel gennaio 1933, il ministro della propaganda Goebbels gli commissionò dei lavori, tra cui quello di allestire la coreografia per l’oceanico raduno di partito del 1 maggio 1933; lo spettacolo straordinario ideato ed allestito dall’architetto, indusse Goebbels a nominarlo responsabile dei raduni del III reich e, soprattutto, a presentarlo, finalmente al fuhrer, che rimase folgorato dal suo genio creativo e dalla sua personalità.

Da quel momento in poi Speer, divenuto primo architetto del reich, avrebbe goduto, presso il fuhrer, di un credito mai concesso, prima di allora, a nessuno; Hitler, prima di affermarsi come statista, era stato, infatti, un mediocre artista che ora, da amante dell’arte qual’era, si trovava di fronte un luminare dell’estetica, subendone, inevitabilmente, il fascino.

I due stavano ore ed ore a discutere a disegnare, ad immaginare i futuri sviluppi estetici del grande reich, tra cui quello della creazione di una nuova e grandiosa Berlino, destinata a far rivivere i fasti e la magnificenza delle grandi meraviglie dell’antichità ed a trasformarsi, in tal modo, nella degna cornice per quella che sarebbe divenuta la capitale della grande Germania, padrona di un mondo dominato dalla suprema razza ariana.

Speer esaltò Hitler con i progetti per la Berlino del futuro, con le imponenti geometrie dei raduni nazisti di Norimberga e delle olimpiadi del 1936, tutti volti a far risaltare la potenza e l’onnipotenza dell’impero con la croce uncinata.

La carriera dell’architetto conobbe una drastica impennata il 7 febbraio 1942, quando, alla morte del potentissimo ministro degli armamenti Todt, Speer ne fu nominato successore, riuscendo, anche in questa nuova veste, a non tradire le attese:

la produzione bellica tedesca conobbe, infatti, sotto la sua meticolosa gestione, uno sviluppo ed un incremento notevole, anche grazie alle decine di migliaia di lavoratori forzati, reclutati, in tutta l’Europa occupata e mandati a morire di fatica e di stenti, in Germania, dallo stesso Speer, il quale era, dunque, perfettamente a conoscenza del loro terrificante destino , rendendosene perfettamente conto, di persona, in occasione delle sue frequenti visite agli stabilimenti, spesso trasferiti nelle cavità della terra per sfuggire ai bombardamenti alleati.

Con l’avvicinarsi della fine, Speer, ormai perfettamente conscio dell’inevitabile sconfitta, tentò di convincere alla resa il suo fuhrer, assumendo anche azzardate iniziative, inspiegabilmente perdonate da un Hitler che, viceversa, non aveva esitato a scatenare una purga senza precedenti, in seguito al fallito attentato del luglio 1944; ma Speer per Hitler era un qualcosa di diverso, una persona alla quale si sentiva particolarmente legato e alla quale tutto era permesso.

Processato a Norimberga, l’architetto del reich fu uno tra i pochi a dichiararsi colpevole, venendo condannato a 20 anni di carcere.

Morì a Londra il 1 settembre 1981.

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