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La Repubblica di Weimar (1918-1933)
La rivoluzione tedesca e la nascita della
Repubblica
Quando nel 1918 finisce la guerra, in Germania scoppia la
rivoluzione. E' una nazione esausta, prostrata dalla
guerra. Le perdite umane sono state ingentissime: un milione e ottocentomila morti. Vi
sono inoltre più di quattro milioni di feriti. E poi: distruzioni, ingegni sprecati,
menti devastate, disperazione... La rivolta è spontanea, senza nessuna guida ideologica o organizzativa,
alimentata dalla fame, dalla delusione della guerra perduta, dalla volontà diffusa di
cacciare i responsabili. Alcuni dei rivoluzionari vogliono la democrazia parlamentare,
altri un sistema politico come quello russo, tutti vogliono la Repubblica e le dimissioni
del Kaiser. C'è molto idealismo ed entusiasmo, ma non c'è nessuno capace di guidare i
tanti focolai rivoluzionari che nascono un po' dappertutto.
Il 30 settembre il cancelliere Hertling rassegna le sue
dimissioni e la carica viene assunta il 3 ottobre dal principe Max von Baden, un
monarchico liberale favorevole alle riforme interne e all'intesa internazionale. L'8
novembre il cancelliere Max von Baden chiede con fermezza all'imperatore di abdicare. Gli
operai di Berlino scendono nelle strade e anche il generale Hindenturg e il successore di
Ludendorff, il generale Groener, si uniscono alla richiesta avanzata dal cancelliere.
Poiché Guglielmo II tergiversa, il Cancelliere nomina suo successore il leader
socialdemocratico Friedrich Ebert e annuncia l'abdicazione.
In questo clima ormai assai prossimo alla rivoluzione
totale, il 9 novembre 1918 i leader socialdemocratici Friedrich Ebert e Philipp
Scheidemann, da un balcone del Reichstag, proclamano la repubblica. Ebert diventa così il
capo del primo governo repubblicano provvisorio di sei membri, tre socialdemocratici e tre
indipendenti, che resisterà meno di due mesi. La nascita della Repubblica è salutata dalle potenze vincitrici come
l'inizio di una nuova epoca per i tedeschi. Alcuni ritengono
prematura la proclamazione della repubblica; secondo Scheidemann però essa giunge appena
in tempo per prevenire gli spartachisti che sono pronti a proclamare una repubblica
sovietica. La notte stessa il kaiser Guglielmo II fugge in Olanda.
Il governo provvisorio si scioglie il 27 dicembre con le
dimissioni degli indipendenti. Nel frattempo in tutto il paese si sono costituiti dei consigli di operai e soldati
(soviet), sul modello sovietico, e gli scioperi si susseguono. La Socialdemocrazia non sa bene se sostenere la rivoluzione o no. Da
una parte sostiene alcune delle richieste dei rivoluzionari, dall'altra parte ne era anche
piuttosto spaventata. Dopo tanti anni di opposizione è arrivato finalmente il momento di
poter governare e all'improvviso si vedono superati a sinistra da una grande massa di
rivoluzionari costituita in parte anche da propri sostenitori e militanti. Per la media e
l'alta borghesia e per le forze militariste e monarchiche la rivoluzione è invece un vero
e proprio choc. Nasce così una strana alleanza tra la socialdemocrazia e le forze
militariste della destra più estrema. Nessuna delle due forze ha da sola la forza di
placare l'ondata rivoluzionaria. Insieme ci riescono facilmente.
La Germania, anche quella socialista, ha
paura della rivoluzione, così la nascita del partito degli spartachisti (i comunisti), il
1° gennaio del '19, è vista con molta preoccupazione. Lo guidano Rosa Luxemburg e Karl
Liebknecht, che mirano ad una spontanea sollevazione della classe operaia.
R. Luxemburg
Una sollevazione che non ci sarà, nonostante
scioperi e manifestazioni. L'alleanza tra socialdemocratici ed estrema destra è spietata.
In un paio di settimane l'esercito entra in azione e il 15 gennaio Luxemburg e Liebknecht
vengono uccisi da un gruppo paramilitare. Altri scioperi e
timidi tentativi insurrezionali a Brema sono stroncati nei mesi successivi.
Stessa cosa avviene in Baviera: il 28 febbraio viene
assassinato a Monaco il governatore del lander, un noto esponente socialista indipendente,
Kurt Eisners. In marzo il socialdemocratico Noske, incaricato del mantenimento
dell'ordine, accetta l'aiuto piuttosto equivoco dei fanatici Freikorps, organizzazioni
paramilitari di frettolosa costituzione composti di ex-ufficiali, disoccupati e giovani
avventurieri smaniosi di uccidere. L'assassinio di Eisner innesca una serie di violenze in
Baviera, seguite poi da uno sciopero generale e dalla proclamazione di una repubblica
sovietica che viene a sua volta rovesciata alla fine di aprile e all'inizio di maggio con
selvaggia brutalità dalle truppe governative. Una delle vittime è lo scrittore Gustav
Landauer, comunista di nobile idealismo, picchiato a morte in prigione dai soldati.
La rivoluzione "fallita" e la
frattura insanabile fra socialdemocratici e comunisti, saranno tra le cause che
favoriranno indirettamente l'ascesa del nazismo.
La Costituzione di Weimar
Il 19 gennaio 1919 si tiene una consultazione nazionale per
l'elezione dei deputati all'Assemblea costituente che deve redigere la Costituzione e, nonostante
il boicottaggio dei comunisti, più di trenta milioni di tedeschi vanno alle urne. Il
partito socialdemocratico esce vincitore dalla consultazione e la neo-eletta Assemblea
costituente esprime una maggioranza di fautori della democrazia borghese.
L'assemblea è inaugurata solennemente il 9 febbraio 1919 e
due giorni più tardi elegge presidente Ebert che, a sua volta incarica il socialdemocratico Philipp Scheidemann di formare un governo. Il primo gabinetto è costituito con membri dei tre
partiti maggioritari, socialdemocratici, cattolici di centro e democratici: la coalizione
di Weimar.
A Versailles, nel frattempo, una delegazione tedesca, che vi
è stata invitata con disprezzo a ricevere le condizioni di pace, cerca di migliorare
almeno lievemente quanto non può modificare in sostanza. Le notizie dalla Francia
fomentano nuove tensioni in Germania. Il 20 giugno il governo Scheidemann rassegna le dimissioni. Gli succede
il giorno seguente un gabinetto presieduto da un altro socialdemocratico, Gustav Bauer,
che cercò di far stralciare dal trattato perlomeno alcuni articoli. Gli alleati però
sono inflessibili: gli sconfitti devono firmare senza riserve. Posto di fronte a un
ultimatum, il governo tedesco cede e il 28 giugno una nuova delegazione capeggiata dal
ministro degli esteri socialdemocratico Hermann Muller firma il trattato.
Versailles
Il trattato di Versailles
impone pesanti gravami economici, politici e psicologici alla Germania sconfitta.
L'Alsazia-Lorena è restituita alla Francia, la Prussia orientale viene separata dal cuore
della Germania con la cessione alla Polonia della Prussia occidentale, della Slesia
superiore e della Posuania. Danzica diventa una città libera, il Belgio acquista alcuni
piccoli distretti, la Germania è privata di tutte le sue colonie, si proibisce la fusione
con l'Austria, si impone l'occupazione militare della sponda sinistra del Reno. Da subito, gli alleati prendono possesso del bacino della
Saar. Lesercito tedesco viene ridotto a
100.000 effettivi, la marina a 16.000, laeronautica vietata. Ma le condizioni più inaccettabili e che contribuiscono di più a infiammare
gli animi sono quelle contenute negli articoli che privano i tedeschi di quella cosa
intangibile che è "l'onore". Il trattato prevede la consegna da parte della
Germania dei "criminali di guerra", incluso il deposto imperatore, perché siano
processati per "atrocità" e nell'articolo 231 insiste perché "la Germania
e i suoi alleati" accettino "la responsabilità" di aver provocato tutte le
perdite e i danni "cui le potenze alleate erano state esposte dalla loro
aggressione". La clausola non fa uso esplicitamente del termine "colpa", ma
viene subito bollata come la "clausola di colpa", e se praticamente tutti i
tedeschi sperano in una sua abrogazione, qualcuno ripone la sua speranza nella vendetta. Infine le riparazioni in denaro che, dopo complicati conteggi,
vengono fissate nel 1921 nellenorme cifra di 269 miliardi di marchi-oro pagabili in
quarantanni, scontati poi in 132 miliardi per trentanni.
La Costituzione viene approvata dopo sei mesi di lavori, il
31 luglio del 1919, e diviene legge l'11 agosto. Prevede una repubblica federale (il territorio viene suddiviso in 17 Lander = regioni); un Reichstag eletto a suffragio universale, a partire dai vent'anni di età,
con il sistema proporzionale, cui spetta il potere legislativo; la possibilità di
promuovere referendum e leggi di iniziativa popolare; un presidente del Reich eletto
direttamente ogni 7 anni, cui spetta il potere esecutivo, la nomina del cancelliere, la
guida dell'esercito. Allepoca viene considerata un gioiello di liberalità, basata
comè su di un delicato mélange di parlamentarismo e presidenzialismo. Molti diritti ed istituzioni, che oggi sono normali in tutti i paesi
democratici, nascono proprio in quei giorni. Per la prima volta, anche le donne hanno il
diritto di voto e i sindacati ottengono competenze importanti che possono migliorare la
situazione dei lavoratori. Insomma, sono gettate le basi per far crescere una nazione
democratica. La Germania adotta perfino una nuova bandiera, quella nera, rossa e oro del
1848. Ma l'articolo 48 della Costituzione avrebbe purtroppo assunto una grave importanza
storica: esso prevede che, ove la sicurezza dello Stato sia posta in pericolo, il
presidente abbia facoltà di prendere provvedimenti d'emergenza con valore di legge.
Il clima sociale resta teso. Mentre la
nobiltà accoglie con disappunto la nascita della repubblica, l'esercito inizia a far
politica ed a fornire la manovalanza per le formazioni di estrema destra. Nel marzo del
'20 si assiste anche ad un tentativo di colpo di stato, promosso da squadre armate, i
"Freikorps", reclutate fra i soldati e gli ufficiali smobilitati dopo la
disfatta. In seguito al putsch di Kapp, il cancelliere Bauer lascia il posto al compagno
di partito Müller, e il nuovo cancelliere mantiene l'unità della coalizione fino a
giugno.
Il 6 giugno 1920 si tengono le elezioni per il Reichstag e
per i repubblicani si tratta di un disastro. Il partito tedesco-nazionale e il
tedesco-popolare di Stresemann emergono con forza, guadagnando milioni di voti e dozzine
di seggi; il partito democratico scende a quasi un terzo della sua forza elettorale, il
partito socialdemocratico raccoglie soltanto cinque milioni e mezzo di voti, mentre i
socialisti indipendenti mostrano di aver acquistato una nuova grande forza. La
coalizione di Weimar con undici milioni di voti e 225 deputati perde il controllo del
Reichstag; gli altri partiti, infatti, nel complesso raccolgono 14 milioni e mezzo di voti
e i 251 seggi.
Intanto gli assassini politici sono all'ordine del giorno.
Nell'agosto del '21 viene ucciso il ministro delle finanze Matthias Erzberger, che aveva
firmato l'armistizio di Versailles; nel giugno del '22 viene assassinato Walther Rathenau,
ministro degli esteri, proprietario dell'industria Aeg, uomo di profonda cultura, che
stava lavorando per l'applicazione di quegli accordi. Nel '23 Hitler e i suoi tentano un
putsch a Monaco. Tra il 1919 e il 1922 vengono commessi 376 omicidi
politici, quasi tutti da parte dell'estrema destra. Intanto la situazione
economica è grave.
La crisi del 1923
L''economia tedesca, disastrata dalla guerra, fa fatica a riprendersi nel clima di totale
insicurezza politica e sotto le pesanti condizioni che il trattato di Versailles ha
imposto alla Germania. Molti tedeschi si sentono umiliati da questa situazione. Nel gennaio del '23 la Francia e il Belgio
occupano il bacino della Ruhr. Per la propaganda di destra è la
cosa migliore che poteva capitare, e i partiti di destra, quello di Hitler in modo
particolare, lo sfruttano per molti anni come uno dei più efficaci argomenti di
propaganda, contro tutti quelli che vogliono invece stabilire buoni rapporti con gli
ex-nemici.
I prezzi galoppano. Già dalla guerra si sentivano gli
effetti di una inflazione abbastanza consistente e preoccupante. Per pagare gli enormi
costi della guerra, il governo tedesco comincia a fare ciò che fanno tutti i governi,
quando non sanno più come affrontare una montagna di spese incontrollabili: stampava più
banconote, con le conseguenze facilmente prevedibili. Questa inflazione, a partire dal
1922, comincia rapidamente ad aggravarsi. Il denaro perde di valore a vista d'occhio.
Prima si paga pane, latte e patate con alcune migliaia di marchi, poi si passa ai milioni,
per infine arrivare a miliardi e addirittura a migliaia di miliardi di marchi.
L'inflazione del 1923
|
1
dollaro costava nel 1923
(in marchi): |
1
kg di pane costava nel 1923
(in marchi): |
gennaio |
35.000 |
250 |
luglio |
350.000 |
3.465 |
agosto |
4,6
milioni |
169.000 |
settembre |
98
milioni |
1,5
milioni |
ottobre |
25
miliardi |
1,7
miliardi |
novembre |
2.190
miliardi |
210
miliardi |
dicembre |
4.210
miliardi |
399
miliardi |
Gli operai vengono pagati ogni giorno, dal
ufficio paga corrono subito verso il mercato per spendere tutto e subito, perché un'ora
più tardi i prezzi potevano essere già raddoppiati e il giorno dopo le stesse banconote
non valevano più nulla. 200 fabbriche di carta stampano, giorno e notte, nuove banconote,
francobolli e altri valori con sopra delle cifre sempre più astronomiche.
Alla fine del 1923, la giovane Repubblica di Weimar ha appena
4 anni. In questi 4 anni ha visto 2 tentativi di colpo di stato, centinaia di omicidi
politici, un'inflazione senza precedenti nella storia e un conseguente esaurimento
dell'economia. Il paese è profondamente lacerato e le forme di lotta politica a destra e
a sinistra si stanno deteriorando. Per molti le conquiste della democrazia non contano
più nulla, anche perché economicamente si sta peggio che prima della guerra.
La svolta di Stresemann
Nel 1923, con la nomina a cancelliere di Gustav Stresemann,
leader del Partito Popolare, le cose cambiano profondamente. Stresemann prova, e con
successo, a far cessare gli scioperi e a riannodare il confronto con gli alleati
vincitori, in particolare con la Francia. Dopo la breve esperienza come cancelliere,
Stresemann è nominato ministro degli esteri e in questo ruolo, con la collaborazione del
ministro degli esteri francese Aristide Briand, è responsabile del Patto di Locarno
con cui Germania, il Belgio, la Francia, la Gran Bretagna e l'Italia s'impegnano a
garantire le frontiere franco-tedesca e germano-belga (1925), dellingresso della
Germania nella Società delle Nazioni (1926) e del trattato di non aggressione
russo-germanico. Nel 1925 la conciliazione tra Francia e Germania è
sancita anche dal premio Nobel per la pace assegnato quellanno ai due ministri degli
esteri artefici della distensione. Nel frattempo gli Stati Uniti varano il
Piano Dawes a sostegno dell'economia tedesca e cessa l'occupazione della Ruhr. L'economia riprende fiato,
finanzieri americani e inglesi concedono prestiti, la stabilità della Germania pare un
fatto acquisito.
Nei cinque anni successivi il Paese vive un fortissimo rilancio
economico. Sono i cosiddetti "anni d'oro" della Repubblica di Weimar. Insieme ad
una sorprendente capacità di ripresa economica, la Germania dimostra una
straordinaria vivacità in campo culturale. Cominciano a fiorire il cinema, il teatro, la
letteratura, la pittura, la musica, i cabaret.
Thomas Mann
Bauhaus
Berlino, che negli anni venti arriva a 4
milioni di abitanti (oggi ne ha solo 3,5), diventa così la capitale europea della
cultura, della creatività e del divertimento. Sono gli anni dei film di Fritz Lang e di
Murnau, del teatro di Brecht, della pittura di Klee e Kandinsky. Sono gli anni in cui si
affermano scrittori come Thomas Mann, Alfred Döblin, Herman Hesse, Erich Maria Remarque,
Elias Canetti, filosofi come Martin Heidegger, sociologi come Max Weber. La cultura di
Weimar diventa un mito nei salotti di Parigi o di Praga. Nasce l'espressionismo, la
"Nuova oggettività", artisti come George Groz mettono alla berlina il potere,
nasce la più originale scuola artistica del '900, la Bauhaus. Si insegna architettura,
scultura, pittura, fotografia, design. Il suo fondatore è Gropius, un architetto che ha
una visione socialdemocratica della società e mira a valorizzare il lavoro e la
manualità degli artigiani. La scuola viene fondata nel '19 a Weimar e nel '25 si
trasferisce a Dessau. Tra i suoi insegnanti, Klee, Kandinskij, van der Rohe. Si diffonde
un clima allegro e spensierato, la gente vuole dimenticare la politica e la guerra, vuole
guardare verso il futuro, vuole star bene. La Germania comincia a respirare, sembra
finalmente la svolta.
Nel '25, con la morte del presidente Friedrich Ebert, viene
eletto come suo successore il vecchio maresciallo Paul von Hindenburg.
Hindenburg
Questi, gloria dell'esercito tedesco nel secondo Reich, è
sostenuto solo dai monarchici e della borghesia, ma appare un personaggio credibile anche
se conservatore, forse anche per l'età, 78 anni. Socialdemocratici e comunisti si
presentano invece con due candidati diversi e vengono sconfitti, anche se la somma dei
voti dei due è maggiore dei voti al maresciallo.
Il crollo del 1929
Nel 1929, dopo 5 anni finalmente felici per i tedeschi, anche a livello internazionale la
Germania ha conquistato nuove simpatie. Ma con il famoso "Venerdì nero" a New
York crolla la borsa e inizia una lunga e profonda crisi economica mondiale. La Germania,
il cui boom è basato in gran parte sulla collaborazione e su soldi americani, è colpita
più di ogni altra nazione. Oltre al proletariato, anche impiegati, negozianti, artigiani,
piccoli commercianti, insomma tutta la piccola borghesia tedesca è schiacciata dalle
difficoltà economiche. E' il fallimento per banche ed
aziende, ma soprattutto la rovina per la classe media, che inizia a guardare al partito
nazista come ad un salvatore. I governi si succedono, incapaci di dare una rotta al paese.
In pochi anni, dal 1929 al 1932, il Paese
precipita in una crisi che sembra inarrestabile e che vede alla fine l'arrivo di Hitler al
potere.
L'andamento dell'economia (1928 - 1932)
|
Prodotto
interno lordo |
Produzione
industriale |
Disoccupati |
1928 |
100 |
100 |
1,3
milioni |
1930 |
91 |
87 |
3
milioni |
1931 |
80 |
70 |
4,5
milioni |
1932 |
76 |
58 |
6,1
milioni |
Contemporaneamente a questa crisi
drammatica, si risvegliano anche al livello politico tutti i fantasmi che avevano già
dominato i primi anni infelici della Repubblica. Nel parlamento ci sono 13 partiti anche
piccolissimi che si aggrappano al potere e che non capiscono che le accanite lotte tra di
loro favoriscono solo uno: Hitler.
La Repubblica di Weimar ha visto 20 governi in 14
anni, 5 elezioni politiche negli ultimi 6 anni, un mare sempre crescente di disoccupati,
una violenza politica sulle strade soprattutto tra comunisti e nazisti con morti e feriti
quasi ogni fine settimana. Tutto questo fa svanire definitivamente ogni fiducia nella
democrazia che entra in un'agonia irreversibile. E le
elezioni del '30 sono il primo grande successo per Hitler e il suo partito. La repubblica
comincia a sgretolarsi, fino al 30 gennaio '33, quando Hitler diventa cancelliere.
Notizie in gran parte tratte da:
La
Repubblica di Weimar, Hitler e la Seconda Guerra Mondiale Testo di una conferenza,
relatore: Wolfgang Pruscha
e da Peter Gay,
Breve storia politica della Repubblica di Weimar, in "La
cultura di Weimar", Dedado libri, Bari 1978
per approfondire:
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