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Il processo di Norimberga
20 NOVEMBRE 1945-1 OTTOBRE 1946

di Claudio Li Gotti
Parte seconda
I 218 giorni di Norimberga:
interrogatori, testimonianze e documenti
Dopo la requisitoria iniziale del giudice Jackson, laccusa
iniziò il suo lungo lavoro che si protrasse fino al marzo dellanno seguente;
durante questo periodo, i procuratori ed i loro assistenti si alternarono ad illustrare
alla Corte ben dodici anni di regime spietato, in tutti i suoi più terribili particolari,
attraverso prove documentarie (più di 2.000) e centinaia di testimonianze oculari. In
questa prima fase del processo, le udienze furono dedicate dallaccusa
allillustrazione dei documenti sul piano di cospirazione e sulla politica nazista di
guerra aggressiva, sul lavoro coatto nelle industrie tedesche, sulla persecuzione degli
ebrei e sui campi di concentramento; soprattutto, furono proiettati in aula i filmati dei lager
nazisti subito dopo la liberazione dei campi. Laccusa sovietica, inoltre, parlò
dei crimini di guerra e contro lumanità commessi dalla Germania durante lOperazione
Barbarossa (vale a dire lattacco allURSS, in violazione del patto
Molotov-Ribbentrop). Linvasione dellUnione Sovietica comportò la sistematica
eliminazione di ebrei, zingari e commissari politici russi, catturati dai tedeschi,
attraverso fucilazioni in massa eseguite dalle unità dazione speciale (le "Einsatzgruppen",
distinte in quattro reparti). Dellattività di questi gruppi dazione, il 3
gennaio 1946 testimoniò a Norimberga il giovane generale SS Otto Ohlendorf; egli era
stato il comandante dellEinsatzgruppe-D, operativo nel sud dellUcraina, e
riferì al processo che solo il suo gruppo aveva ucciso ben 90.000 ebrei, comprese donne e
bambini, nel giro di un anno. Secondo la documentazione sovietica, dei 5.700.000
prigionieri russi più di tre milioni furono sterminati secondo precise disposizioni; gran
parte di loro morì di fame, di torture e di malattie, abbandonati in campi
dinternamento privi dassistenza e delle più elementari strutture.
Una prova dellaccusa, molto discussa in seguito, fu il documento PS-386,
il cosiddetto "protocollo di Hossbach" che fu presentato al processo il
26 novembre 1945. Il colonnello Friederich Hossbach, ufficiale di collegamento della
Wermacht presso il Fuhrer, stilò il rapporto di un discorso di Hitler ai suoi più alti
gerarchi, in una riunione segretissima del 5 novembre 1937; in questoccasione il
Fuhrer rivolse le sue pretese di un "Lebensraum" ("spazio vitale"),
in altre parole la famosa teoria sullespansione territoriale, mutuata dal
geografo tedesco Ratzel e adattata alle mire imperialistiche del nazismo. Bisognava
innanzi tutto conquistare lAustria e la Cecoslovacchia, come preludio ad
unulteriore avanzata verso Oriente, attraverso unazione così rapida da
paralizzare ogni tentativo di difesa; la cosiddetta "guerra lampo" (Blitzkrieg).
Ciò rappresentava la prova della politica aggressiva adottata da Hitler e messa in
pratica dai suoi gerarchi (a quella riunione erano presenti, tra gli altri, Göring,
Raeder ed il Ministro degli Esteri Von Neurath). Il documento che fu presentato a
Norimberga era soltanto una fotocopia delloriginale manoscritto di Hossbach, mai
firmato per approvazione da Hitler e perlopiù scritto a memoria cinque giorni dopo la
riunione, sulla base di appunti presi dallufficiale di ordinanza del Fuhrer; si
trattò dunque di una prova insufficiente che, però, fu considerata attendibile.
Prova inconfutabile degli orrori della dominazione nazista in Europa fu
il diario di Hans Frank, nominato da Hitler Governatore generale della Polonia, subito
dopo la sua occupazione e responsabile della creazione (e poi della distruzione) del
famigerato ghetto di Varsavia. I quarantadue volumi del suo diario personale, un
documento di circa 12.000 pagine nelle quali vi era scritto in modo chiaro che bisognava
"annientare gli ebrei" e "prendere misure tali da portare al loro
sterminio", furono consegnati dallo stesso Frank agli americani. Poi cerano gli
ordini del Reichsfuhrer-SS Himmler per la cosiddetta "soluzione finale"
(Endlosung in tedesco), in altre parole lo sterminio della razza ebraica ed anche
delle altre razze considerate "inferiori". Il 3 gennaio 1946 il capitano SS
Dieter Wisliceny, stretto collaboratore del colonnello Eichmann allufficio questioni
ebraiche della GeStaPo, fu chiamato a deporre e svelò, per la prima volta, questo folle
progetto nazista.
Himmler ebbe la diretta responsabilità della deportazione e dello
sterminio, attuati attraverso lUfficio centrale di sicurezza del Reich (RSHA, uno
dei tanti uffici delle SS) diretto dal generale Reinhard Heydrich (sostituito da
Kaltenbrunner alla sua morte, nel giugno del 42, per mano di patrioti cechi) e, in
particolare, grazie al lavoro di Eichmann, responsabile della caccia agli ebrei (il
capitano Wisliceny, durante la sua deposizione, disse che Eichmann gli aveva confidato la
cifra di quattro o cinque milioni di ebrei uccisi). Nel luglio del 1941, Göring preparò
una direttiva in cui incaricava Heydrich di risolvere la questione ebraica nella sfera
dinfluenza tedesca in Europa. In poche parole, significava pulizia etnica. Il 20
gennaio 1942 Heydrich sincontrò con 14 alti funzionari dei ministeri tedeschi (tra
cui Eichmann, che preparò la riunione, e Muller, capo della GeStaPo) in una residenza
tranquilla, lungo un lago a Wannsee (nei pressi di Berlino). La riunione era
segretissima e il suo scopo era quello di dare una soluzione al problema ebraico. E la
soluzione fu: sterminare undici milioni di persone in tutta Europa. Del cosiddetto
"Protocollo di Wannsee", è sopravvissuta una sola trascrizione che fu
scoperta da agenti segreti americani nascosta al ministero degli Esteri tedesco, nel 1947.
La maggior parte delle deportazioni avvenne tra lestate e lautunno del 1942,
ma già dal 1941 gli ebrei tedeschi erano deportati nei ghetti in Polonia e nelle città
sovietiche occupate. Successivamente i ghetti furono evacuati e gli ebrei trasferiti nei
campi di concentramento, così come stabilito alla conferenza del Wannsee; alcuni erano
già esistenti prima della guerra, altri furono appositamente costruiti, soprattutto in
Polonia, per assolvere la funzione di sterminio. Vi confluirono gli ebrei provenienti dai
ghetti vicini ma anche da tutti i paesi europei occupati dai nazisti nel loro "spazio
vitale". I bambini, i vecchi e tutti gli inabili al lavoro venivano direttamente
uccisi nelle camere a gas; gli altri invece erano costretti a lavorare nei campi e, una
volta divenuti inadatti alla produzione per le terribili situazioni in cui si trovavano,
erano eliminati anchessi. Il programma "eutanasia" (in codice
"T4"), avvenuto prima della guerra, aveva già sperimentato luso
del monossido di carbonio per eliminare i malati di mente ma anche i paralitici e
malformati vari; il 17 dicembre 1945 laccusatore americano supplente, colonnello
Robert G. Storey, presentò come prova il documento PS-630, una lettera di Hitler
indirizzata al capo della Cancelleria, Philip Bouhler ed al Commissario per la Sanità
pubblica del Reich, Karl Brandt. Si trattava dellautorizzazione a conferire
ai medici tedeschi i poteri necessari a provocare la morte dei malati giudicati
inguaribili; in pratica, si autorizzava luccisione di più di 70.000 tedeschi,
perché ritenuti dannosi per la purezza della razza germanica. Tra le varie cliniche
specializzate, quella di Brandeburgo fu la prima nella quale si eseguì il gassaggio dei
malati di mente; direttore della clinica era il maggiore SS Christian Wirth, il
quale fu poi inviato nel 43 a comandare il campo di sterminio italiano di Trieste (Risiera
di San Sabba). Lo stesso sistema, utilizzato per i pazienti giudicati inguaribili, fu
in seguito approntato anche per i lager.
La testimonianza più sconvolgente dello sterminio degli ebrei fu
quella resa da Rudolph Hoess, che dal 1940 al 1943 era stato comandante di
Auschwitz-Birkenau, il più grande e tristemente famoso lager nazista, situato in Polonia
nellAlta Slesia. Hoess era stato chiamato dalla difesa a testimoniare il 15 aprile
1946, allo scopo di scagionare Kaltenbrunner dallaccusa di complicità nel
genocidio. La sua confessione è stata raccolta nel documento PS-3868 e presentata
al processo durante la sua deposizione. Egli valutò almeno 2.500.000 di vittime uccise
nelle camere a gas, uomini, donne ed addirittura bambini appena nati, i quali corpi furono
fatti sparire attraverso i forni crematori. Un altro mezzo milione soccombé a fame e
malattie, il che fa un totale di circa tre milioni di morti, cifra che rappresentava circa
il 70 o 80 percento di tutte le persone che furono spedite ad Auschwitz come prigionieri.
Di questi, 20.000 furono prigionieri di guerra russi, circa 100.000 ebrei tedeschi e poi
il resto fu costituito soprattutto da ebrei provenienti dallOlanda, Francia, Belgio,
Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia, Grecia ed altri paesi. Tuttavia, le cifre dellex
comandante erano errate e discordanti; nel suo memoriale autobiografico, Hoess affermava
di aver provveduto alla gassazione di due milioni di persone (e quindi una cifra inferiore
di quella riferita in aula) nel periodo in cui era stato ad Auschwitz.
Al processo, egli raccontò della sua visita a Treblinka per scoprire
come venivano eseguiti i loro stermini. Il comandante del campo gli disse che ne aveva
liquidati 80.000 provenienti dal ghetto di Varsavia usando del monossido di carbonio, ed
Hoess affermò che i suoi metodi non gli sembrarono molto efficienti. Così quando
preparò lo sterminio ad Auschwitz, usò il Zyklon B., un acido prussico
cristallizzato che, da una piccola apertura, veniva fatto cadere in grandi camere a gas
camuffate da docce, capaci di contenere fino a 2.000 persone. I prigionieri morivano nel
giro di pochi minuti, dopo di che, passata circa unora, si aprivano le porte e
venivano rimossi i corpi per eliminarli nei forni crematori. Persino l'oro dei denti dei
cadaveri era rimosso per poi essere fuso con anelli, bracciali ecc. Hoess riferì anche
dei maltrattamenti e delle sevizie che subivano gli internati, i quali anche se non erano
inviati nelle camere a gas, andavano incontro alla morte per fame, per epidemie o anche a
causa degli esperimenti medici "dal vivo" del famigerato dottor Joseph
Mengele, medico capo di Auschwitz (del quale si dice sia morto in Sudamerica, nel
1979).
Quando lArmata Rossa varcò lentrata del lager, nel campo
si trovavano solo poco più di 7.000 sopravvissuti (altri erano stati già "evacuati"
dai nazisti). A Norimberga si stimò la cifra di 5.700.000 ebrei uccisi
nellambito della soluzione finale; di questi, più di tre milioni morirono nei campi
di sterminio, il resto fu eliminato nei ghetti o dai gruppi dassalto delle SS nei
territori occupati.
Gli interrogatori degli alti gerarchi del Reich ebbero inizio il 13
marzo 1946 e durarono per più di tre mesi; il primo a salire sul banco degli imputati fu
proprio il più importante di loro, Hermann Göring, il quale si difese con astuzia e
teatralità, affermando di non avere avuto alcuna responsabilità per i crimini compiuti
dagli altri, dei quali non era a conoscenza. Lultimo interrogatorio fu quello di
Hans Fritzsche, il 28 giugno del 46; solo Hess si rifiutò di deporre. In questa
seconda fase del processo, la difesa presentò migliaia di documenti e chiamò a deporre
vari testimoni a discarico delle colpe degli imputati; gli avvocati difensori
pronunciarono le loro arringhe, sostenendo in sintesi che lunico colpevole delle
atrocità del nazismo era Hitler. La difesa puntò molto sul problema dellobbedienza
al capo dello Stato, che aveva instaurato unautocrazia dalla quale non era possibile
sfuggire; gli imputati non erano responsabili dei reati commessi, in quanto erano stati
dei semplici esecutori di ordini superiori. Questa tesi riguardava soprattutto la non
colpevolezza dei militari; essi erano stati addestrati a servire il loro Fuhrer ed erano
tenuti ad osservare fedelmente i suoi ordini, anche se criminali. Non era prevista in
alcun modo la possibilità per un militare di disobbedire agli ordini impartiti dal Capo
dello Stato in persona. Nonostante la tesi della difesa fosse stata respinta, lo Stato
Maggiore Generale e lAlto Comando non furono giudicati colpevoli tra le
organizzazioni naziste incriminate. I quattro alti Ufficiali imputati, Keitel, Jodl,
Raeder e Dönitz, furono invece giudicati colpevoli di aver violato tutti gli usi della
guerra previsti dal diritto internazionale bellico: per esempio, laver ordinato a
tutti i comandanti dei sommergibili di non provvedere al salvataggio dei superstiti delle
navi affondate. La difesa sostenne che di questo crimine di guerra dovevano considerarsi
responsabili anche i capi militari Alleati, che avevano impartito analoghi ordini durante
la seconda guerra mondiale; anche in questo caso, la tesi della difesa fu respinta.
Conclusioni
Nei mesi di luglio ed agosto vi furono le requisitorie finali dei
procuratori generali delle quattro potenze vincitrici, che riassunsero tutti gli argomenti
dellaccusa. Il giudice Jackson affermò che: "Se voi, signori della Corte,
doveste dire di questi uomini che essi non sono colpevoli, sarebbe come dire che non vi è
stata guerra, non vi sono cadaveri, non vi è stato delitto." Il 31 agosto vi
furono le ultime dichiarazioni degli imputati prima che il Tribunale si ritirasse per
decidere. Il 30 settembre si arrivò al giudizio ed il giorno dopo, 1 ottobre 1946,
ci fu la sentenza. Furono pronunciate undici condanne a morte: Bormann (in contumacia),
Frank, Frick, Göring, Jodl, Kaltenbrunner, Keitel, Ribbentrop, Rosenberg, Sauckel e
Seyss-Inquart. Hess, Funk e Raeder furono condannati allergastolo, Speer e Schirac a
ventanni di reclusione, Neurath a quindici e Dönitz a dieci. Papen, Fritzsche e
Schacht furono assolti. La data delle esecuzioni era prevista per il 16 ottobre; il giorno
prima Göring si tolse la vita con una capsula di cianuro di potassio. La provenienza
della capsula, così come il suo nascondiglio, rimane un mistero. I cadaveri degli alti
gerarchi nazisti, compreso quello del feldmaresciallo suicida, furono cremati e le ceneri
sparse in un fiume imprecisato della Germania.
Il processo di Norimberga fu criticato da molti giuristi, giacché le
prove erano state scelte in modo da avvalorare la tesi della colpevolezza, mentre i
documenti che avrebbero condannato gli Alleati furono negati alla difesa o furono
occultati. Ad esempio, i tedeschi furono accusati dellaggressione alla Polonia nel
quadro del complotto nazi-sovietico, i cui patti segreti vennero alla luce per la prima
volta a Norimberga, il 25 marzo 1946, quando lavvocato della difesa Alfred Seidl
mostrò al Tribunale il documento che annunciava la spartizione della Polonia tra i due
paesi. Questo protocollo segreto, annesso al patto nazi-sovietico, non fu ammesso tra i
documenti del processo, con la motivazione che si trattava di una prova di "dubbia
provenienza"; questa prova avrebbe incriminato anche lURSS per lo stesso reato
di aggressione, essendo stata complice dei tedeschi. Ed ancora, il Tribunale sorvolò sul
"massacro di Katyn", in Polonia, dove furono uccisi in massa migliaia di
militari polacchi; il sostituto procuratore russo, colonnello Pokrovskij, cercò di
accollare la responsabilità delleccidio ai tedeschi ma alla fine il caso non fu
risolto, anche perché la difesa rovesciò laccusa sugli stessi sovietici. Nel 1989,
in seguito al crollo del regime comunista sovietico, dai suoi archivi di Stato emerse un
documento della Croce Rossa polacca che addossava la responsabilità del massacro alle
truppe dellArmata Rossa e non ai tedeschi. Nessun russo fu mai processato, così
come nessun esponente del fascismo italiano (che pure era stato alleato della Germania).
La sentenza emessa a Norimberga si basò sul principio, stabilito
dallAccordo di Londra, secondo il quale progettare una guerra d'aggressione
costituisce un reato del diritto internazionale. La difesa, invece, aveva invano sostenuto
che i capi nazisti non potevano essere puniti per fatti che, quando erano stati compiuti,
non erano considerati crimini internazionali (questa categoria di reati fu introdotta
proprio con lAccordo di Londra del 1945) e che quindi perseguirli avrebbe
significato violare il principio di irretroattività delle leggi. Tuttavia, la
possibilità di punire i criminali di guerra è da sempre stata considerata come un
diritto dei belligeranti ed il Tribunale di Norimberga trovò la sua giustificazione
giuridica nelloccupazione della Germania da parte degli Alleati, che li poneva come
governanti del territorio tedesco.
Si può quindi affermare che il processo di Norimberga, il primo
compiuto da un Tribunale Internazionale nella storia dellumanità, non fu molto
valido dal punto di vista processuale. Ma una cosa è certa: i crimini commessi dai
nazisti durante la seconda guerra mondiale furono talmente enormi ed atroci da non poter
rimanere impuniti; ed anche se si può giudicare che a Norimberga, in realtà, si fece
"vendetta" da parte degli Alleati allo scopo di "denazificare"
la Germania, non si può mettere in discussione il valore morale del processo per delle
incredibili malvagità che non devono mai essere dimenticate.
Documentazione:
Atti del Tribunale Internazionale Militare di Norimberga, I.M.T.
Nuremberg (English version by the Avalon project at Yale law school)
Protocollo del Wannsee - 20 gennaio 1942 (English version by the Avalon
project at Yale law school)
Letture:
Rudolf Hoess, Comandante ad Auschwitz, Torino 1960
David Irving, Norimberga ultima battaglia, edizione italiana
2000
Giuseppe Mayda, I dossier segreti di Norimberga, Milano 1997
La punizione dei crimini internazionali in Diritto Internazionale (di
B. Conforti), Napoli 2002
Norimberga in Storia del mondo contemporaneo, V vol., edizione
italiana 1971
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