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Il processo di Norimberga

20 NOVEMBRE 1945-1 OTTOBRE 1946

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di Claudio Li Gotti

pallanimred.gif (323 byte) Prima parte: apertura del processo e capi d’accusa

Il processo agli alti gerarchi nazisti ebbe inizio il 20 novembre 1945, ma già l’udienza d’apertura si era svolta il 18 ottobre precedente a Berlino. Dal 20 novembre 1945 al 31 agosto 1946 (ben 218 giorni!) il procedimento fu proseguito al Palazzo di Giustizia di Norimberga. La Corte era presieduta dal giudice britannico lord Geoffrey Lawrence. I capi nazisti, i "vinti", erano sul banco degli accusati nelle vesti d’imputati; i "vincitori" (USA, Francia, Gran Bretagna ed URSS) erano invece nelle vesti di giudici e della pubblica accusa. Quest’ultima era rappresentata, oltre che dal giudice Jackson, da François de Menthon per la Francia, da sir Hartley Shawcross per la Gran Bretagna e dal generale Roman A. Rudenko per l’URSS.

Prima di iniziare il processo, il Tribunale tenne tre udienze preliminari (14, 15 e 17 novembre) per discutere i casi di Rudolph Hess, di Gustav Krupp e di Martin Bormann: il primo, dal 1933 segretario personale del Führer e suo sostituto presso il partito nazista (cd. "Stellvetreter"), era colpito da una completa amnesia ma il Tribunale ritenne che fingeva e che fosse idoneo a partecipare al processo; il secondo, magnate dell’industria pesante e degli armamenti tedeschi, fu riconosciuto incapace di cosciente partecipazione al procedimento (al suo posto fu processato e condannato a 12 anni di reclusione il figlio Alfred, nel 1948); il terzo, uno dei grandi assenti del processo, era stato intimo collaboratore di Hitler nel suo quartier generale, durante la seconda guerra mondiale, e poi era sparito nel nulla. Il tribunale ritenne che si doveva procedere contro di lui in contumacia.

Il primo giorno fu dedicato alla lettura degli atti d’accusa. La requisitoria del giudice Jackson ricostruì tutta la storia del nazismo e la figura di Adolf Hitler, che aveva teorizzato l’ideologia del Terzo Reich nella sua autobiografia, "Mein Kampf". Dal fallito putsch della birreria di Monaco (9 novembre 1923), alla salita al potere nel 1933, alla creazione del totalitarismo nazista, alla conduzione di una politica di riarmo e di potenza imperialista, fino alla persecuzione degli ebrei ed al loro sistematico sterminio, ciò che tutti conosciamo fu rivelato per la prima volta a Norimberga.

I capi d’imputazione erano quattro:

    • Cospirazione, e vale a dire la preparazione di un piano comune per l’esecuzione degli altri tre crimini successivi.
    • Crimini contro la pace, per aver diretto guerre d’aggressione contro altri Stati, scatenando il secondo conflitto mondiale e commettendo la violazione di ben trentaquattro trattati internazionali.
    • Crimini di guerra, per aver compiuto una serie di violazioni del diritto internazionale bellico contenuto nella Convenzione dell’Aja, per esempio attraverso i trattamenti disumani nei confronti di popolazioni civili e prigionieri di guerra (torture, schiavitù, saccheggi ecc.).
    • Crimini contro l’umanità, per aver commesso atti d’estrema atrocità nei confronti di avversari politici, minoranze razziali e d’interi gruppi etnici (il genocidio degli ebrei).

I ventuno alti gerarchi nazisti presenti a Norimberga erano (in ordine alfabetico):

Dönitz Karl, grande ammiraglio, comandante della Kriegsmarine (la flotta da guerra), fu il successore di Hitler; alla sua morte costituì un governo che ebbe come compito principale quello di firmare la resa (il 7 maggio 1945). Imputato dei capi d’accusa 1, 2 e 3.

Frank Hans, avvocato, dal 1939 fu governatore della Polonia controllata dai nazisti e ministro della Giustizia del Reich. Soprannominato il "boia della Polonia", fu imputato dei capi d’accusa 1, 3 e 4.

Frick Wilhelm, ex ministro degli Interni del Reich, che in questa qualità aveva introdotto una legge sulla sterilizzazione chirurgica dei malati. Imputato per i capi d’accusa 1, 2, 3 e 4.

Fritzsche Hans, giornalista; dal maggio del 1933 direttore delle informazioni presso il servizio stampa del ministero della propaganda, fu soprattutto accusato come "fantasma" del suo superiore, Goebbels, il ministro della propaganda del Reich. Imputato dei capi d’accusa 1, 3 e 4.

Funk Walter, ministro dell’economia del Reich e dal 1939 presidente della Deutsche Reichsbank (banca centrale del Reich). Imputato dei capi d’accusa 1, 2, 3 e 4.

Göring Hermann, il "numero due" della Germania, il personaggio più importante del nazismo al processo. Goring, come ministro dell’interno della Prussia, istituì il Geheimes Staatspolizeiamt che successivamente divenne la GeStaPo, potente polizia segreta del regime; dopo il successo nelle elezioni del ’30 fu nominato Presidente del Reichstag, quindi Feldmaresciallo, comandante della Luftwaffe. Fu uno dei principali artefici della potenza militare tedesca, facendo mobilitare tutte le forze economiche dello Stato per il riarmo. Partecipò nella pianificazione delle guerre d’aggressione in violazione del Trattato di Versailles e degli altri accordi e trattati internazionali. Imputato dei capi d’accusa 1, 2, 3 e 4.

Hess Rudolf, già citato sopra, fu imputato dei capi d’accusa 1, 2, 3 e 4.

Jodl Alfred, generale di corpo d’armata. Capo delle operazioni militari dell’OKW (Oberkommando der Wehrmacht, che riuniva le tre Forze Armate) e consulente di Hitler. Preparò, in pratica, tutti i piani di guerra della Germania. Imputato dei capi d’accusa 1, 2, 3 e 4.

Kaltenbrunner Ernst, capo dei servizi di sicurezza del Reich. Imputato dei capi d’accusa 1, 3 e 4.

Keitel Wilhelm, capo di Stato maggiore dell’OKW. Imputato dei capi d’accusa 1, 2, 3 e 4.

Neurath von Konstantin, primo ministro degli esteri di Hitler e poi protettore del Reich per la Boemia e la Moravia. Imputato dei capi d’accusa 1, 2, 3 e 4.

Papen von Franz, vicecancelliere nel primo gabinetto Hitler del 1933, successivamente ambasciatore a Vienna ed Ankara. Imputato dei capi d’accusa 1 e 2.

Raeder Erich, ex comandante supremo della marina militare, nel 1940 preparò l’attacco alla Norvegia. Fu sostituito nel 1943 dal grande ammiraglio Dönitz. Imputato dei capi d’accusa 1, 2 e 3.

Ribbentrop von Joachim, dal 1938 al 1945 ministro degli esteri del Reich, fu protagonista del Patto nazi-sovietico del 1939 (conosciuto pure come Molotov-Ribbentrop), i cui protocolli segreti fissavano la spartizione dell’Europa centro-orientale tra Germania ed Unione Sovietica. Imputato dei capi d’accusa 1, 2, 3 e 4.

Rosenberg Alfred, ministro del Reich per le zone d’occupazione nell’Europa orientale, autore del saggio "Il mito del 20° secolo", di stampo razzista. Imputato dei capi d’accusa 1, 2, 3 e 4.

Sauckel Fritz, procuratore generale di Hitler come responsabile per i lavori forzati di manodopera straniera. Imputato dei capi d’accusa 1, 2, 3 e 4.

Schacht Horace Greely Hjalmar, banchiere, presidente della Reichsbank e ministro dell’economia, poi sostituito da Funk. Dal 1944 nel campo di concentramento di Flossenbürg. Imputato dei capi d’accusa 1 e 2.

Schirach von Baldur, ex capo della gioventù hitleriana e governatore del distretto di Vienna. Imputato dei capi d’accusa 1 e 4.

Seyss-Inquart Arthur, avvocato, governatore del Reich per i territori occupati nei Paesi Bassi. Imputato dei capi d’accusa 1, 2, 3 e 4.

Speer Albert, architetto, ministro del Reich per l’armamento e le munizioni. Imputato dei capi d’accusa 1, 2, 3 e 4.

Streicher Julius, insegnante elementare, fu il violento propagandista della persecuzione degli ebrei. Fondò nel 1923 il settimanale "Der Stürmer" del quale restò proprietario e direttore fino al 1945. Imputato dei capi d’accusa 1 e 4.

Tutti questi uomini furono accusati sia individualmente, sia come membri dei corpi dirigenti del partito nazista e delle organizzazioni del Reich, giudicati criminali. In primo luogo le SS, la più grande organizzazione del regime nazista, responsabile di massacri nell’Europa occupata, che a sua volta comprendeva le SD (servizio di sicurezza dello Stato) e la GeStaPo, tutti strumenti dell’oppressione del regime. Le SA (squadre d’assalto), il Gabinetto del Fuhrer e lo Stato Maggiore dell’OKW, furono le sole organizzazioni ad essere state assolte in seguito.

Il processo di Norimberga non vide però imputati i maggiori protagonisti del Terzo Reich: Hitler, Goebbels e Heinrich Himmler, capo supremo delle SS, si erano suicidati; Martin Bormann fu ugualmente imputato dei capi d’accusa 1, 3 e 4 e, più tardi, condannato alla pena capitale in contumacia. Stessa cosa per il generale Heinrich Muller, capo della Gestapo, mentre Adolf Eichmann, uno dei responsabili della "Soluzione finale", fu arrestato in Argentina e giustiziato in Israele nel 1962. Un altro incriminato fu Robert Ley: capo del Fronte del lavoro nazista, s’impiccò in cella prima dell’inizio del processo, il 25 ottobre.

 

Documentazione:

Atti del Tribunale Internazionale Militare di Norimberga, I.M.T. Nuremberg (English version by the Avalon project at Yale law school)

Protocollo del Wannsee (20 gennaio 1942)

Conferenza di Mosca (ottobre 1943)

Accordo di Londra del 8 agosto 1945 (vol. I, I.M.T. Nuremberg)

 

 

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