«Così noi Black Bloc abbiamo devastato Genova»
Il diario
su Internet: la polizia non ci ha fermato. Infiltrati neonazisti? Non possiamo escluderlo
di Mario Porqueddu
MILANO - «Ci sono state molte congetture e qualche testimonianza circa linfiltrazione
di poliziotti tra i Black Bloc. Il fatto che i Black Bloc abbiano potuto radunarsi e
rimanere indisturbati per unora e mezzo nel centro cittadino senza che la polizia li
ostacolasse, è sembrato sorprendente. Soprattutto perché intanto altri gruppi venivano
fermati. Potremmo non saperlo mai con certezza, ma pare probabile che la polizia
conoscesse i luoghi nei quali erano radunati i Black Bloc e abbia scelto di non fare nulla
per impedir loro di raggiungere la zona gialla...».
«ECCO LA VERITA» - Ecco comè andata a Genova venerdì 20 luglio secondo un
membro dei Black Bloc. Si firma «Anonymous», era fra i contestatori vestiti di nero
scesi in piazza nei giorni del G8. Il suo testo prosegue raccontando di vetrine spaccate e
scontri per le strade del capoluogo ligure nel primo pomeriggio di guerriglia tra
manifestanti e forze dellordine. La sua versione dei fatti è in une-mail di
tre pagine intitolata «la verità sul Black Bloc» e spedita due giorni fa dalla Svizzera
allindirizzo Internet www.ainfos.ca . Il sito raccoglie messaggi di anarchici
scritti in inglese, russo, italiano, fino al portoghese e al catalano, ed è coordinato,
si legge nella home page, da un collettivo internazionale di attivisti rivoluzionari,
«anti-autoritari e anti-capitalisti». Il messaggio inizia così: «Mentre tutti parlano
dei Black Bloc a Genova ci sono poche informazioni precise su quello che hanno fatto
laggiù».
GLI INCONTRI - Poi Anonymous comincia a spiegare. «I Black Bloc hanno iniziato a
radunarsi allinizio della settimana mano a mano che arrivavano dallestero. I
primi incontri sono stati caotici e poco partecipati. Al meeting di martedì notte cerano
più di 100 persone e si è costruita unassemblea decidendo che si sarebbe tenuta
una riunione generale nella quale ciascuno avrebbe potuto dire la sua. Poi lassemblea
si sarebbe divisa e in riunioni più piccole i delegati dei gruppi di affinità avrebbero
discusso nei dettagli lagenda in vista del grande meeting». Insomma, la struttura
delle Tute nere non era così improvvisata come si era pensato nei giorni successivi al
G8: sono entrati in Italia quando le frontiere erano già supersorvegliate (la sospensione
del trattato di Schengen risale a sabato 14 luglio). Anche se tenere insieme i Black Bloc
non è stato facile. Alla riunione di mercoledì notte erano 200. «Ma per molti i meeting
erano frustranti. In primo luogo per problemi di lingua: la composizione dellassemblea
era internazionale e gli interventi dovevano essere tradotti in almeno cinque lingue. E
poi cerano molti temi di cui parlare in poco tempo fra gente che si era appena
conosciuta... I partecipanti erano per la maggior parte giovani, idealisti e fortemente
politicizzati a differenza di come i Black Bloc sono stati dipinti dai media». «Per
motivi logistici - continua Anonymous - i Black Bloc non hanno potuto tenere una riunione
giovedì sera, la notte prima di passare allazione, così non sono arrivati alle
azioni di venerdì come unentità molto organizzata. Erano stati individuati un
punto dincontro, vaghi obiettivi e tattiche, e cera unidea comune su che
cosa aspettarsi, basata sulle esperienze passate». Non una strategia vera e propria,
dunque, ma un abbozzo.
LAPPUNTAMENTO - A cominciare dallappuntamento, fissato per le 10 del mattino.
«Ma non riuscendo a raggiungere il gruppo con il quale era stato pianificato di dirigersi
verso il centro, alle 11.30 i Black Bloc sono stati costretti a partire per conto loro: cerano
circa 300 persone quando hanno iniziato a marciare», scrive la Tuta nera svizzera. Appare
un elicottero della polizia, che sembra sorvegliare i loro movimenti. «I Black Bloc erano
poco lontani dal centro, avanzavano velocemente». Nessuno interviene: così, poco dopo,
iniziano le devastazioni. «Appena i Black Bloc hanno raggiunto la zona del centro
qualcuno ha iniziato a distruggere roba. Un Credito Italia (scritto così nel testo, ndr
) è stato il primo a partire, uno dei molti che avrebbero conosciuto una sorte simile
quel giorno. Altri nel blocco pensavano fosse presto per iniziare a distruggere, perché
era solo mezzogiorno, e molti degli altri manifestanti non avevano ancora raggiunto il
centro città. Lattacco alla zona rossa era previsto per luna». Quelle prime
vetrine distrutte, però, «hanno indotto la polizia, che era appostata a pochi isolati di
distanza, a iniziare i primi lanci di lacrimogeni e le cariche». Scaramucce, come le
chiama lanonimo Black Bloc, che lasciavano intendere ciò che sarebbe successo quel
giorno.
DISTRUZIONI - «I Black Bloc si sono dispersi e da quel momento per qualche ora si sono
aggirati per la città distruggendo le proprietà di molte corporation e resistendo
alla polizia». Sul fatto che i Black Bloc fossero stati infiltrati «da nazisti mandati
dalla polizia per provocare disordini» Anonymous non ha certezze: «Potrebbe essere -
spiega - dal momento che un certo numero di persone ha distrutto cose che non avrebbero
dovuto essere prese di mira, come le macchine dei lavoratori. Ma quanti di questi fossero
finti black blockers potremmo non saperlo mai. I Black Bloc, infatti, tendono ad attirare
anche qualche idiota». Le devastazioni continuano. «Qualcuno lascia il blocco perché
pensa che le distruzioni siano troppo indiscriminate». Ma il grosso dei neri va avanti,
si sposta, finisce anche lontano dal centro. Anonymous scrive: «Si dice che i Black Bloc
abbiano proseguito per ore a distruggere la città e che la polizia non abbia fatto nulla
per scelta. Ancora una volta la risposta è che può essere vero o vero in parte, ma non
ne saremo mai sicuri». Su tre punti, invece, la Tuta nera non ha dubbi. «I Black Bloc
sono stati un nemico formidabile per la loro "fluidità", per la determinazione
con cui si battono e forse anche per la scelta tattica della polizia di non allontanarsi
troppo dalla zona rossa».
LA CACCIA - E ancora: «I Black Bloc hanno impegnato le forze dellordine in due
giorni di battaglia ma non da soli. E non è vero nemmeno che fossero tutti maschi, cerano
anche ragazze». Infine, due passaggi sulla caccia alle Tute nere nei giorni successivi al
G8. «A partire dal raid nella scuola, ogni ragazzo che avesse un indumento nero era
considerato sospetto. Però la repressione non era indirizzata solo contro i Black Bloc,
come ha detto la polizia, ma contro tutto il movimento». Un movimento nel quale le Tute
nere pare vogliano continuare ad avere spazio. «Per fortuna - conclude infatti Anonymous
- il Genoa social forum non ha accettato il gioco della polizia di isolare i Black Bloc
dal resto del movimento. Il sostegno internazionale a tutti gli arrestati, gli accusati, i
feriti è stato unitario e forte». (Corriere della Sera, 8 agosto 2001)
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