Pubblicazioni: storia
Il cavaliere dell'aria
L'asso dell'aviazione Nicola Di Mauro dal mitico corso Aquila ai record d'alta quota
Con una nota storica di Gregory Alegi
Prefazione di
Baldassarre Catalanotto
Pagine 64
Prezzo 7.23
ISBN 88-86081-78-2
Avagliano
Editore
Anno 1998
Sul finire degli anni Trenta, un pugno di piloti del Reparto di Alta Quota di Guidonia
esplorò i misteri della stratosfera e, volando su aerei sperimentali di costruzione
italiana, inseguì il sogno della Luna, realizzando memorabili primati mondiali
daltezza. Tra essi, il colonnello Nicola Di Mauro. Una vicenda poco conosciuta, la
sua: dal mitico Corso Aquila, il primo dellAccademia di Aeronautica, al record
daltezza per idrovolanti con motori a pistone (1939), ancora imbattuto. Fino
allimpegno nella lotta di Liberazione, durante la Repubblica di Salò. In mezzo, la
storia damore con Mina, la bionda ragazza di Livorno che sarebbe diventata sua
moglie. Un libro di storia di Mario Avagliano che si legge come un romanzo.
La recensione di Baldassarre Catalanotto (Panorama
Tirreno, 1998)
Nicola Di Mauro appartiene alla
costellazione degli aviatori campani, come un altro cavese doc, il generale Sabato
Martelli Castaldi, le cui imprese sono state ricordate dallo stesso Avagliano in un altro
libro (Il partigiano Tevere). Gente di straordinarie qualità che ha
contribuito alla storia dellaviazione italiana. Di Mauro esordì come pinguino
nel primo corso della neocostituita Accademia Aeronautica, il mitico corso Aquila
detto anche dei fondatori. Irrobustite le ali, approdò nel 1932 al Reparto
Sperimentale sul campo di Montecelio, dove fu poi costituito il Reparto Alta Quota, che
oltre a svolgere precisi compiti di ricerca sulle problematiche del volo stratosferico
coltivava non celati propositi di affermazioni in campo sportivo.
Nel 1937 Di Mauro per la sua
esperienza era stato scelto per affiancare Mario Stoppani in una serie di tentativi di
primato con lidrovolante Cant.Z.506B dellingegner Filippo Zappata. Lidro
stabilì quattro record di salita con carico, il più vistoso quello di 10.388 metri con
1000 chili di carico.
Dopo il primato Di Mauro divenne
comandante del Reparto Alta Quota. Sullidroscalo di Bracciano, il 25 settembre del
39 il Caproni di Di Mauro conquistava il primato mondiale di altezza per idrovolanti
salendo a 13.542 metri.
La prova è tanto più meritevole a
causa della presenza delle ingombranti appendici marine. In più, a quota stratosferica,
unavaria allimpianto di depurazione della cabina toglieva quasi completamente
visibilità - ne parla lo stesso Di Mauro in uninteressante scritto inedito
pubblicato in appendice - per lappannamento dei minuscoli finestrini, provocando un
malore al pilota che a stento riuscì a governare il velivolo. Per il suo coraggio, Di
Mauro fu decorato della medaglia doro al valore aeronautico.
A distanza di quasi sessantanni
laver dedicato una pubblicazione a questo aviatore contribuisce a togliere dal
dimenticatoio unimpresa primatistica tuttora insuperata. Il suo record, battuto
soltanto nel 1961 da un idro Beriev russo a turbina, è infatti ancora valido per gli
idrovolanti con motori a pistoni.
Ma la biografia di Avagliano non si
ferma alle imprese aviatorie di Di Mauro Altrettanto intrigante è la parte dedicata alla
sua vita privata, alle origini familiari, al grande amore per Mina, la bionda ragazza di
Livorno che sarebbe diventata sua moglie. Fino allimpegno nella lotta di
Liberazione, nonostante ladesione alla Repubblica di Salò.
Il libro contiene infine una succosa
trattazione tecnica sul Reparto Alta Quota della Regia Aeronautica, completata da una
descrizione degli aeroplani impiegati, opera del noto storico aeronautico Gregory Alegi, e
un apparato iconografico ricco di inediti, che ci catapulta in quegli anni terribili e
affascinanti.
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