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GIORNO MEMORIA: LE PAROLE DELLE VITTIME IN 'VOCI DAL LAGER' =

(AGI) - Roma, 19 gen. - La storia dei deportati politici italiani nei lager nazisti, raccontata per la prima volta attraverso le loro scritture private (diari, lettere, biglietti) in quei drammatici giorni della seconda guerra mondiale. E' la chiave di "lettura" del libro 'Voci dal lager. Diari e lettere di deportati politici 1943-1945' (Einaudi, pp.   XLIV - 419, euro 14), di Mario Avagliano e Marco Palmieri. I due autori ricostruiscono attraverso la cronaca dal vivo dei protagonisti una pagina dimenticata della Resistenza italiana e delle politiche di repressione degli oppositori politici messe in atto da fascisti e nazisti. Nel volume sono raccolti anche gli scritti - quasi tutti inediti - di numerosi deportati politici romani e del Lazio (compresi quelli del trasporto da Regina Coeli del 4 gennaio 1944) e anche di alcuni dei rastrellati del 17 aprile 1944 nel quartiere Quadraro (un'appendice del libro e' dedicata ai diari e alle lettere dei lavoratori coatti, diversi dei quali rastrellati proprio nel quartiere ribelle della capitale).
Tra gli altri, nel libro sono riportati scritti di Vera Michelin Salomon, Enrica Filippini Lera, Ascanio Binarelli, Ilario Caprari, Filippo D'Agostino, Vittorio Duca, Aldo Vespa, Valrigo Mariani, Sisto Quaranta, Alfredo Marcelli. Una vicenda, quella dei deportati politici, che s'intreccia a filo doppio con quella della resistenza romana e i suoi momenti piu' salienti, come dimostra uno straordinario biglietto clandestino da Regina Coeli in cui Enrica Filippini Lera ci fa rivivere dall'interno il momento in cui vennero prelevati centinaia di detenuti trucidati alle Fosse Ardeatine: "Abbiamo passato ore angosciose che non potremo mai dimenticare. Ho avuto sempre tanta forza e tanto coraggio ma in quel momento ero come distrutta. L'orrore e' qualcosa che stritola che distrugge. E' come se mi avessero strappato dei figli e sono qui trepidante ancora e vorrei difendere tutti. Nella cella davanti a me di quattro ne e' rimasto uno solo giovanissimo con dei grandi occhi sgomenti. Non potro' dimenticare questi occhi cercano la mamma".
"Voci dal lager" e' un saggio storico basato su un lavoro di ricerca durato alcuni anni e condotto col "passaparola" tra le famiglie degli ex deportati e con l'aiuto delle loro associazioni come l'Aned e degli istituti storici di tutta Italia. La storia della deportazione politica e' stata spesso trascurata nel dopoguerra, ma come risulta dalla ricerca effettuata dal pool di storici del 'Il Libro dei Deportati' il fenomeno riguardo' circa 24 mila persone (1.500 donne) e quasi la meta' di loro, oltre 10 mila, morirono nei Konzentrationslager nazisti. A Dachau, Mauthausen, Buchenwald, Bergen-Belsen, Flossenburg e nel lager femminile di Ravensbruck furono portati e uccisi italiani di ogni parte della penisola, antifascisti e partigiani di tutte le forze politiche, operai che avevano scioperato e cittadini protagonisti di atti di resistenza civile e senz'armi. Per questo - scrivono Avagliano e Palmieri - "la deportazione politica, il carcere duro nel Reich e il lavoro coatto costituiscono un tassello indispensabile per comprendere le politiche di occupazione dell'Italia centro-settentrionale da parte dei nazisti, il ruolo svolto dalla Rsi in questo contesto e la reazione popolare - in differenti modi e forme - all'oppressione nazifascista".
Nel libro sono raccolti anche alcuni rarissimi scritti provenienti dal Reich e dall'interno dei Lager, dai quali ai deportati italiani era vietato scrivere e per questo si era generalmente pensato che non esistessero testimonianze dirette dell'epoca, ma solo memorie successive. Alcuni pero' ci riuscirono, attraverso stratagemmi come lettere in tedesco scritte o affidate a lavoratori con i quali si veniva in contatto e che potevano inviare corrispondenza. Altri riuscirono a tenere diari clandestini, come Lidia Beccaria Rolfi, annotando dei "camini" che bruciavano in continuazione e delle amiche scomparse. Ne emerge - accanto a qualche rassicurazione di circostanza - un autentico inferno: "in fondo, in un campo, degli scheletri umani che trasportano degli enormi sassi, di qua invece una massa di gente che urla, che picchia, che ti inquadra" (Angelo Castiglioni, Flossenburg), "Vestiti di stracci e inviati al Blocco 19" (Ugo Mutti, Dachau), "Appena arriva il pane me lo mangio tutto in una volta, cosa che non ho mai fatto, ma ora non resisto proprio!" (Jole Baroncini, Ravensbruck), 'Particolari della mia esistenza e dei miei ultimi giorni te li daranno i compagni superstiti' (Giuseppe Pagano-Pogatschnig, Mauthausen).

(Agi, 19 gennaio 2012) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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