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La partecipazione dell'Italia

trangolino.gif (131 byte) Il Pentagono al premier:
i vostri soldati nei Balcani

Il viceministro alla Difesa Usa assegna all'Italia "un ruolo importante"

di VINCENZO NIGRO

ROMA - Per ora un ruolo di rimpiazzo nei Balcani; nelle prossime settimane, con grande ritardo, una possibile partecipazione alle operazioni militari per l'Afghanistan. È questo il profilo militare che il governo italiano si è visto assegnare ieri a Washington. Silvio Berlusconi ha incontrato il numero due del Pentagono, Paul Wolfowitz. Dice Wolfowitz: «L'Italia ha giocato un ruolo molto importante nei Balcani e questa è una delle aree dove (noi americani) stiamo sentendo una certa pressione: ovviamente questa è una delle aree dove l'Italia può giocare un ruolo più ampio».
Non è chiaro cosa significherà questo per l'Esercito italiano nei prossimi giorni, così come è un mistero cosa potrà fare in Afghanistan. Ieri Berlusconi ha confermato: «Due ufficiali italiani sono già a Tampa». Ma ci sono arrivati proprio ieri: il presidente del Consiglio non ha seguito con attenzione gli aspetti militari della missione negli Usa, a Washington non si è neppure fatto accompagnare dal suo consigliere militare Leonardo Tricarico, il generale che guidò la guerra aerea sul Kosovo da Vicenza. A Tampa, in Florida, la Difesa Usa ha installato da prima della guerra del Golfo il suo «Centcom», il comando centrale da cui si coordinano le operazioni per il Medio Oriente. É da lì che si comanda la guerra in Afghanistan a Bin Laden, è lì che dall'inizio della crisi la Gran Bretagna ha 80 uomini guidati da un generale, la Francia ha 50 uomini guidati addirittura da un generale a 3 stelle, la Germania ha inviato i coordinatori delle truppe speciali.
Tra l'altro solo oggi, fra ritardi e profondi contrasti tra il ministro Martino e i suoi vertici militari, il generale Carlo Cabigiosu volerà in Florida per rafforzare la presenza dei due colonnelli che da Washington erano volati a Tampa. Cabigiosu, capo del Centro operativo interforze, non aveva previsto la possibilità di una missione a Tampa che in altri casi è sempre partita quasi automaticamente. Ieri era a Torino per un convegno: secondo alcune voci a Tampa potrebbe mettere a disposizioni forze speciali come i Comsubin e il Col Moschin (che ieri però non erano ancora in preallarme). Per schierare unità della Marina militare sarebbero necessari dai 15 ai 20 giorni.
Passiamo ai Balcani, dove l'Italia potrebbe schierare gli ultimi soldati professionisti che le rimangono disponibili, i parà della Folgore (gli altri sono praticamente tutti impegnati o in "recupero"). Oggi circa 4.300 uomini dell'esercito sono in Kosovo con la forza di stabilizzazione della provincia serba. Duecento sono in Macedonia per garantire l'accordo fra governo e ribelli albanesi; 1.150 in Albania con compiti ormai poco chiari; altri 1.400 in Bosnia con la forza di stabilizzazione della Nato.
Ma torniamo alla guerra in Afghanistan: «Ci siamo mossi male, in ritardo e adesso rischiamo di pagare due volte», dice un'alta fonte del ministero della Difesa: «Innanzitutto con nessun ruolo nella fase di pianificazione dell'operazione e quindi con una definitiva marginalizazione, perché non abbiamo truppe e strumenti da schierare in quel teatro per le fasi successive. Secondo: andiamo ad aggravare uno sbilanciamento nei Balcani che per noi ormai è assai costoso e poco produttivo». Marginalità in Afghanistan, ruolo da ascari nei Balcani, risultato poco brillante. «Tra l'altro anche questo governo si dimostra incapace di coordinare politicamente la presenza militare nei Balcani, migliaia di uomini senza vera guida politica». Nelle prossime ore il copione della rincorsa al treno militare UsaGbFranciaGermania prevederà un lavoro frenetico, si spera non caotico. Quelle che di sicuro non mancheranno saranno le smentite.

(la Repubblica, 16 ottobre 2001)

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