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Terza
Guerra Mondiale?
La partecipazione dell'Italia
Gli Usa avvertono: Italia a rischio attentati
Ambasciata, basi Nato, negozi
ecco i cento obiettivi possibili
Il ministro degli Interni assicura la massima protezione ai possibili
"target"
di LIANA MILELLA
ROMA - Le 17 sono passate da poco. E il ministro dell'Interno Claudio
Scajola è nella sua stanza al Viminale dopo una giornata già faticosa e che sta per
diventare ancora più complicata. Prima le agenzie straniere, poi quelle italiane battono
l'annuncio di un ennesimo, grave allarme che coinvolge in modo pesante tutti i cittadini
americani - e sono ben oltre il migliaio - in Italia per una permanenza duratura o
momentanea. Ecco il messaggio che Scajola si vede portare caldo di stampante:
«Un'informazione giunta al Dipartimento di Stato annuncia che non meglio precisati
simboli del "capitalismo italiano" in Italia potrebbero essere colpiti entro il
mese di ottobre». Scajola allarga le braccia, guarda i suoi collaboratori, telefona al
Dipartimento della pubblica sicurezza, verifica le notizie ed esclama: «Ma è dall'11
settembre che proteggiamo uomini, possibili obiettivi, simboli Usa nel nostro Paese con la
massima sollecitudine e accortezza. Abbiamo cominciato a farlo, e ci tengo a dirlo, dopo
un quarto d'ora che le Twin Towers erano state colpite. E da allora non abbiamo mai smesso
di controllare quei luoghi e persone, anzi siamo andati aumentando copertura e
verifiche».
Era già successo il cinque gennaio, quando dall'Ambasciata di via Veneto era partito
l'allarme terrorismo al punto che perfino palazzo Margherita rimase chiuso per tre giorni.
Adesso, da quella stessa sede, arriva un altro messaggio se si vuole generico, ma tanto
forte da spingere gli americani - come hanno fatto in altri Paesi - a sistemare
l'avvertimento sul loro sito ufficiale, spendendosi poi in tanti singoli email per
avvisare i singoli concittadini. Fino a gennaio tutti dovranno adottare automisure di
sicurezza, come quella di «non entrare in contatto con soggetti sconosciuti o sospetti
segnalando subito alle autorità la presenza di persone o oggetti».
Ma cos'è avvenuto e quali segnalazioni sono giunte in Italia, al Viminale, agli Esteri,
ai nostri servizi segreti e alle polizie, per provocare un simile innalzamento del livello
di pericolosità, di allarme e quindi il bisogno di maggiori controlli e di sicurezza? Al
ministero dell'Interno, diciamo la verità, la presa di posizione Usa ha destato
interrogativi, pur se ogni possibile pericolo è nell'ormai vastissimo elenco di
"target" a rischio. Ancora ieri sera, a tarda ora, i responsabili degli 007
cercavano di capire, chiamandosi l'un l'altro, se fosse giunto un nuovo dispaccio cifrato
che segnalasse l'arrivo in Italia di un uomo di bin Laden in missione straordinaria. Ma
Cesis, Sismi e Sisde non sembravano avere in mano un nuovo rapporto. Idem per la polizia
di prevenzione o per la sezione "Ordine pubblico" che, presso il Dipartimento di
Ps, aggiorna quotidianamente la mappa dettagliata degli obiettivi più a rischio.
Finora, nelle circolari inviate dal Viminale a prefetture e questure, tutto ciò che
palesemente richiama e fa riferimento all'America, viene segnalato in rosso. La frase
ricorrente è questa: «È d'obbligo il controllo e la vigilanza, al massimo livello, per
tutti i consolati e i connessi uffici commerciali Usa. Particolare attenzione meritano le
scuole americane, compresi professori e studenti. È opportuno, altrimenti, che i
personaggi degli States più in vista, dal mondo dell'economia a quello della cultura,
siano tutelati».
Alla circolare proveniente da Roma, che raccomandava anche un attentissimo monitoraggio da
svolgere in sede locale su tutto ciò che "sapeva" di Stati Uniti e poteva
attrarre potenziali terroristi, ieri ha fatto seguito un'ulteriore subcircolare nata da
quella frase minacciosa: «A rischio i simboli del capitalismo americano». Che sono i
tanti McDonald's sparsi ovunque o i Blockbuster, entrambi già obiettivo dei No Global.
L'Alitalia, per esempio, ha subito fermato un suo aereo sponsorizzato proprio dalla
McDonald's. Mentre a Milano, la società di lavoro interinale Manpower, che ha sede sulla
Torre Velasca, ha ricevuto una caldo consiglio a controllare qualsiasi faccia strana che
dovesse fare capolino. Ma le questure sanno che assieme a ambasciata e basi Nato i
potenziali obiettivi sono moltissimi. Basti pensare alle banche (Morgan Stanley, Merrill
Lynch), o ai grandi circuiti delle carte di credito (American Express e Bankamericard),
alle sedi e alle rappresentanze delle linee aeree (American Airlines, United, Usair,
Continental), ai cinema Warner, a locali romani ormai famosi come Planet Hollywood e
l'Hard Rock Cafe. Ma ci sono le grandi società (General Motors, Ford, Chrysler, Goodyear,
General Electric), le sedi delle più note agenzie di stampa (Associated press,
Bloomberg), le società di telecomunicazione (Ibm, Microsoft, Oracle, Sun microsystem,
Cisco System), oppure i corrieri superveloci (Ups, Federal express), i negozi di
abbigliamento Donna Karan o Calvin Klein.
(la Repubblica, 3 ottobre 2001)
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