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Terza Guerra Mondiale?

La partecipazione dell'Italia

trangolino.gif (131 byte) Gli Usa all'Italia: nei Balcani tocca a voi

Le richieste americane discusse in un vertice al Quirinale

di Ugo Magri

ROMA Per la prima volta, ieri al Quirinale, sono state prese in esame al più alto livello le richieste di assistenza militare che gli Stati Uniti rivolgono al nostro paese. L’occasione è stata offerta dall’incontro, fissato una ventina di giorni fa, tra il presidente della Repubblica e una delegazione del governo guidata dal presidente del Consiglio. Ci sono una serie di scadenze europee alle porte, e il Capo dello Stato ha voluto approfondire insieme al governo la posizione con cui l’Italia si presenta a questi appuntamenti (primo fra tutti, il Consiglio europeo di fine anno a Laaken). Così nello studio di Carlo Azeglio Ciampi si sono accomodati, in tarda mattinata, Silvio Berlusconi e il vice-premier Gianfranco Fini. Con loro i ministri dell’Economia, Giulio Tremonti, degli Esteri, Renato Ruggiero, della Difesa, Antonio Martino, e delle Politiche comunitarie, Rocco Buttiglione (più Gianni Letta, sottosegretario alla presidente del Consiglio nonché «ambasciatore» permanente tra Palazzo Chigi e Quirinale). E oggi, alle 10,30, Martino e Ruggiero dovrebbero riferire sulla situazione a Palazzo Madama, davanti alle Commissioni Esteri e Difesa del Parlamento.

L’AZIONE DIPLOMATICA. Preoccupazione del governo è stata quella di informare per prima cosa Ciampi sulle iniziative diplomatiche che l’Italia ha messo in cantiere. Si è convenuto che dovrà essere esercitato ogni sforzo per evitare l’esplosione di un conflitto totale tra occidente e mondo arabo, susseguente a una rappresaglia indiscriminata dell’America. Berlusconi ha chiarito, una volta di più, il senso delle esternazioni sull’Islam che, ha insistito, volevano solo «manifestare orgoglio per la civiltà occidentale contro chi la contesta dall’interno», non certo offendere il mondo arabo. Tutti d’accordo, secondo quanto è filtrato dai partecipanti all’incontro, sulla fedeltà dell’Italia all’alleanza con gli Stati Uniti, in quanto membri anziani della Nato e fondatori dell’Unione europea. «Faremo il nostro dovere», è la frase risuonata nello studio del presidente.

IL DOSSIER BIN LADEN. E’ stato a quel punto che Berlusconi e i ministri più direttamente interessati (Ruggiero e Martino) hanno riferito a Ciampi le ultime informazioni top-secret provenienti dall’altra sponda dell’Atlantico. Proprio ieri è stato recapitato al governo il «dossier Bin Laden», vale a dire le prove investigative che secondo la Casa Bianca inchiodano il leader arabo alla responsabilità degli attacchi contro New York e Washington: di questo s’è parlato nell’incontro per sommi capi. Quindi il discorso è arrivato al nodo delle richieste americane. Da quanto riferisce un partecipante alla riunione, l’Italia renderà disponibili agli alleati americani alcune infrastrutture militari, principalmente porti e aeroporti come Aviano e Gioia del Colle. Garantirà una sorveglianza più stretta nell’area dei Balcani, alla quale siamo più direttamente interessati e dove l’Italia è presente con reparti delle proprie Forze armate. Eserciterà controlli anti-terrorismo di speciale intensità rispetto ai possibili bersagli americani nel nostro paese. Rafforzerà la rete dei controlli alle dogane e nel mar Adriatico.

EMERGENZA EUROPA. Solo una volta esaurito il capitolo-guerra, la riunione al Quirinale è stata dedicata all’ordine del giorno stabilito in origine: vale a dire, l’Europa che sarà. Il capo dello Stato si sta preparando a una serie di visite all’estero con interventi mirati proprio su questo tema. Andrà presto in Croazia, si recherà in Tunisia e, il 16 novembre prossimo, terrà un importante discorso a Berlino, presenti le massime autorità politiche e istituzionali della Germania. Rispettoso com’è della Costituzione, Ciampi desidera che le sue parole, soprattutto quelle pronunciate all’estero, siano in perfetta sintonia con gli intendimenti di politica internazionale del governo. Ecco perché, nella riunione di ieri, ampio spazio è stato dedicato alla disamina di questioni come la futura costituzione europea, la carta dei diritti, le prospettive di allargamento ai paesi dell’Est.

SOSTEGNO ALL’ECONOMIA. Naturalmente, Ciampi non sarà il solo a parlare di Europa nei prossimi mesi. Anche il governo farà la sua parte, seguendo un indirizzo comune a tutti i paesi dell’Unione. In particolare, sta preparandosi all’introduzione della moneta unica, che esige uno sforzo di informazione del grande pubblico (un apposito comitato per l’euro è stato messo in piedi nelle scorse settimane, sotto la responsabilità del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti). Ieri s’è discusso di politiche europee che possono dare un sostegno all’economia del Vecchio Continente, col ministro Tremonti che alla fine della riunione ha ringraziato Ciampi con calore: «Ci ha dato molti consigli, per tutti noi è stato assai utile ascoltarlo».

(La Stampa, 4 ottobre 2001)

 

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