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Terza
Guerra Mondiale?
Lattacco su due fronti
Gli americani a Nord, gli inglesi a Sud
di Maurizio Molinari
Al termine di oltre due settimane di infiltrazioni di
commandos, raccolta dati e lavoro congiunto di analisti, Washington, Londra e Mosca hanno
disegnato la mappa degli obiettivi per loffensiva militare e studiato un piano di
attacco su due fronti: a Nord le truppe speciali americane tenteranno di catturare Osama
bin Laden, a Sud i britannici daranno battaglia alle forze Taleban.
La prima griglia di obiettivi è stata fornita dallex Kgb ma i controlli aerei e le
infiltrazioni hanno appurato che dei 55 campi, basi e centri di Al Qaeda indicati, solo
poco più di una ventina sono ancora operativi e si trovano nei pressi delle città di
Kabul, Jalalabad, Khost, nella provincia di Uruzgan e nellimpenetrabile massiccio
montuoso del Pamir. A questi obiettivi gli americani ne hanno aggiunti altri, classificati
la scorsa settimana «di alto valore» per i Taleban: aeroporti e depositi di armi.
Concordata la mappa degli obiettivi, angloamericani e russi stanno definendo i piani dellattacco.
Prevale ancora la convinzione che, dopo un bombardamento aeronavale, dovrà trattarsi di
azioni di commandos aerotrasportati o già infiltrati. Il piano - in costante
aggiornamento - prevede la divisione dellAfghanistan in due zone di operazioni, con
due separati comandi locali. A Nord lassalto contro i nascondigli nelle gole del
Pamir sarà di competenza delle truppe speciali americane, sostenute da guide e forse
anche da teste di cuoio russe.
La base di questi contingenti è in Tagikistan e Uzbekistan. La 201esima divisione leggera
russa presente in Tagikistan - 25 mila uomini - è stata rafforzata con reparti di
commando, guide afghane ed equipaggiamenti americani. A poca distanza dalla sua base sono
acquartierate le avanguardie della decima divisione di montagna dellesercito Usa -
ma il Pentagono ha smentito le indiscrezioni - che sarà incaricata di proteggere le
spalle a Delta Forse e Rangers. Il Tagikistan sarà il trampolino di lancio dellassalto
al Pamir, dove Osama bin Laden si sarebbe rifugiato, anche se conferme certe non ve ne
sono. «Abbiamo qualche dato sulla localizzazione di Bin Laden - ha ammesso il Segretario
alla Difesa, Donald Rumsfeld - ma non le coordinate esatte».
Le operazioni nel Sud dellAfghanistan saranno invece guidate dai britannici, al
fianco dei quali dovrebbero esserci contingenti di forze speciali di altri Paesi alleati
(Nuova Zelanda, Germania e, forse, Francia). Se al Nord gli americani impegneranno il
grosso dei 13 mila uomini di cui lorganizzazione Al Qaeda disporrebbe, a Sud le Sas
di Sua Maestà dovranno incalzare le forze dei taleban, attaccando i loro «obiettivi di
valore». Le basi di partenza designate degli inglesi sono in Pakistan, a Quetta e
Peshawar, e sulla portaerei «Kitty Hawk», in navigazione dal Giappone senza i propri
aerei.
Islamabad ieri ha fatto gelare Washington facendo sapere di non essere disposta a fornire
le basi per un «attacco diretto». La risposta dellAmministrazione Bush è arrivata
con una secca dichiarazione del sottosegretario alla Difesa, lex marine Richard
Armitage: «Siamo consapevoli della fragilità del Pakistan ma abbiamo degli accordi con
il presidente Musharraf e siamo certi che saranno rispettati».
Ma lattacco dei commandos partirà solo quando Washington sarà in possesso delle
necessarie - e accurate - informazioni. Rumsfeld lo ha detto chiaramente prima di arrivare
in Arabia Saudita: «La carta vincente in questa guerra sarà lintelligence, magari
una singola informazione raccolta da un singolo, e non un missile Cruise o un bomba da
qualche tonnellata».
La missione iniziata da Rumsfeld in quattro Paesi-chiave nella zona di operazioni (Arabia
Saudita, Oman, Egitto ed Uzbekistan) è tesa a puntellare la coalizione militare - i
soldati schierati sono oltre 30 mila - affrontando le questioni più urgenti riguardanti
lo schieramento degli aerei necessari per sferrare il primo colpo e coprire poi dallalto
i commandos.
A Riad e Taskent in cima allagenda cè la questione delle basi: i sauditi
continuano ad alternare dichiarazioni favorevoli e contrarie alla loro concessione, mentre
gli uzbeki iniziano a tentennare, temendo disordini interni. La Casa Bianca si è
innervosita. «Rumsfeld è andato nella regione - ha spiegato il presidente americano,
George Bush, da New York - per far presente la determinazione non solo mia ma dellintera
America a vincere questa guerra». Come dire: basta esitazioni.
La tappa in Oman è conseguente: se i sauditi continueranno a negare laccesso, è in
questo Emirato che si trovano le basi militari del Golfo più vicine allAfghanistan.
In Egitto e Uzbestan operano le due organizzazioni terroristiche alleate di Bin Laden, la
Jihad islamica egiziana e il Movimento islamico uzbeko. Che per Washington sono pericolose
quanto Al Qaeda.
(La Stampa, 4 ottobre 2001) |
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