WASHINGTON
- Negli ultimi quindici giorni
reparti speciali dell' esercito
statunitense hanno compiuto missioni all'interno dell'
Afghanistan alla ricerca del
rifugio segreto di Osama Bin Laden, primo
ricercato quale presunto responsabile degli attacchi terroristici dell' 11 settembre a New
York e a Washington. Lo scrive «Usa Today» che cita
fonti non meglio specificate
dell'intelligence americana e dei
servizi segreti pachistani.
Secondo quelle fonti, i commandos americani
sarebbero entrati in territorio afghano
già il 13 settembre scorso,
due giorni dopo gli attacchi terroristici.
NESSUN COMMENTO DAL PENTAGONO - Una
portavoce del Pentagono, Victoria Clarke, ha rifiutato qualsiasi commento sulla notizia,
confermando che la
linea della
Difesa resta quella di non parlare di operazioni militari. Sempre secondo «Usa
Today», i commandos avrebbero avuto
come base per le loro missioni , finora senza esito,
le città pachistane di Peshawar e di
Quetta. Squadre formate da tre o cinque soldati, sostenuti da elicotteri Black
Hawk, avrebbero compiuto missioni per localizzare il rifugio di Bin Laden,
concentrando le ricerche in
direnzione di cave e bunker sotterranei nella regione sud occidentale dell'
Afganistan, non lontano da Kandahar.
RUMSFELD: «MOVIMENTI LENTI
VERSO LA GUERRA » - Il capo del Pentagono
Donald Rumsfeld ha detto che
i vertici militari si muovono «con misura», se non
con lentezza,verso la
guerra contro il terrorismo, dopo gli attacchi all' America dell'11 settembre che
hanno fatto migliaia di morti a New York e a Washington. Rumsfeld lo ha detto
nell'annunciare che
il numero
dei richiamati della Guardia Nazionale e della riserva è salito a oltre 16.000,
quasi la metà dei 35.000 previsti. Il segretario alla difesa non ha voluto parlare dei
tempi di una reazione militare degli Usa agli attacchi terroristici, ma ha detto che
la Casa Bianca è più interessata
all'efficacia che alla rapidità della risposta. Insomma, l'attacco - secondo il Pentagono
- non è imminente.