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I
terroristi
La Nato:
"Contro Bin Laden
prove chiare e schiaccianti"
Robertson: "Ora si può applicare l'articolo 5 del
trattato"
Bin Laden è responsabile degli attentati terroristici alla Torri
gemelle e al Pentagono. È questo il responso dei documenti mostrati stamattina dagli
Stati Uniti alla Nato. Le famose prove della colpevolezza del miliardario saudita sono
state fornite stamattina a Bruxelles ai vertici dell'Alleanza atlantica. Una comunicazione
che è destinata ad avere conseguenze immediate sull'esito della crisi internazionale
aperta degli attacchi dell'11 settembre: salta infatti automaticamente la sospensiva
sull'articolo 5 del trattato della Nato.
"Sulla base delle informazioni ricevute dagli americani è stato determinato che
l'attacco contro gli Stati Uniti è di origine esterna e ricade quindi nelle azioni
coperte dall'articolo 5 del trattato, secondo il quale esso sarà considerato come un
attacco contro tutti gli alleati", ha spiegato in una conferenza stampa il segretario
generale della Nato George Robertson. Gli elementi di accusa illustrati dal responsabile
dell'antiterrorismo Usa Francis Taylor hanno quindi convinto il Consiglio della Nato.
"Prove chiare e schiaccianti", come sono state definite dallo stesso Robertson.
"L'informazione presentata punta in modo definitivo su un ruolo di Al Qaida negli
attentati dell'11 settembre. Sappiamo che gli individui che hanno compiuto questi attacchi
erano parte della rete terroristica mondiale di Al Qaida, guidata da Bin Laden e dai suoi
principali luogotenenti e protetta dai Taliban".
L'agenda dei diplomatici americani - che hanno iniziato stamattina a mostrare al mondo le
prove su Bin Laden - era stata rivelata in anteprima dalla Cnn. Nel giro di 48 le prove
saranno a disposizione anche di un secondo anello di alleati, cioè il Giappone, la Corea
del Sud e Singapore. Poi sarà la volta dei paesi arabi. Sempre secondo la Cnn il
dipartimento di Stato tiene in particolare considerazione il Pakistan. "Si tratta di
un caso speciale", avrebbe spiegato una fonte. La trasmissione della documentazione
non dovrebbe avvenire attraverso i canali diplomatici, ma in un incontro "faccia a
faccia" tra il presidente di Islamabad Pervez Musharraf e l'ambasciatore americano in
Pakistan Wendy Chamberlin.
In cosa consistano le prove, in concreto, è ancora rigorosamente top secret. Un alto
funzionario del dipartimento di Stato, citato dall'agenzia Reuters, ha parlato comunque di
"una considerevole quantità di informazioni". Materiali che portano dritto ad
al Qaeda e al suo leader Bin Laden. E che avrebbero indotto lo stesso Powell a dirsi
"totalmente convinto" sulla colpevolezza del miliardario saudita.
(la Repubblica, 2 ottobre 2001) |