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Il piano antiterrorismo del Governo

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trangolino.gif (131 byte) Emergenza bioterrorismo (lo speciale di governo.it)

Decreto del governo: previsto un nuovo reato Meno vincoli alla polizia per le intercettazioni

ROMA - Con un decreto legge di 10 articoli, già firmato dal capo dello Stato, il Consiglio dei ministri alza una diga per contrastare il terrorismo internazionale. Da oggi, rischia pene pesantissime chi, anche nascondendosi sul territorio italiano, organizza un attentato da portare a termine all’estero. Il provvedimento del governo colma così una «preoccupante carenza normativa» che è diventata macroscopica dopo gli aerei bomba dell’11 settembre. Inoltre viene aggiornato l’elenco delle «armi da guerra» che adesso comprende «aggressivi biologici e radioattivi». Accantonate, almeno per il momento, l’istituzione di una super procura contro il terrorismo e l’introduzione delle cosiddette «garanzie funzionali» per gli 007.

NUOVO REATO - Con il testo, presentato dal presidente del Consiglio e dai ministri dell’Interno e della Giustizia, è stato dunque introdotto un reato specifico per il «terrorismo trasnazionale». Contemporaneamente, viene dato il via libera alle intercettazioni preventive e alle perquisizioni senza l’autorizzazione del giudice. Previste anche «operazioni sotto copertura» e perquisizioni di interi edifici. Tutto questo è stato possibile estendendo le norme vigenti contro il terrorismo interno e applicando all’area dell’eversione gli strumenti investigativi messi in campo da tempo contro la mafia. Giro di vite anche con i fiancheggiatori che rischiano fino a 4 anni di carcere se ospitano o solo forniscono mezzi di trasporto ai terroristi. Per il Guardasigilli Roberto Castelli, il decreto costituisce una «risposta molto efficace contro una piaga che ci sta tormentando in questi tempi».


NUOVI REATI - Il codice penale si arricchisce di due articoli. Il primo, il 270 ter, prevede la pena da 7 a 15 anni per «chiunque promuove, costituisce, organizza, dirige, finanzia, anche indirettamente, associazioni che si propongono il compimento all’estero, o comunque ai danni di uno Stato estero, di un’istituzione o di un organismo internazionale, di atti di violenza su persone o cose, con finalità di terrorismo». Chi partecipa a queste associazioni rischia la reclusione da 5 a 10 anni. E d’ora in poi l’aggravante prevista per gli atti di eversione dell’ordine democratico (pena diversa dall’ergastolo aumentata della metà) è estesa anche al terrorismo internazionale. Il decreto legge, inoltre, introduce nel codice penale un nuovo articolo (270 quater ) che punisce con la reclusione fino a 4 anni «chiunque, fuori dai casi di concorso nel reato di favoreggiamento, dà rifugio o fornisce ospitalità, mezzi di trasporto, strumenti di comunicazione» ai terroristi. E’ un giro di vite, quello varato dal governo, che non fa distinzione tra il fronte interno e quello internazionale. La pena è comunque aumentata se l’aiuto fornito alle cellule è continuativo.


INTERCETTAZIONI - Mani libere alla polizia per captare conversazioni, telefonate e messaggi via Internet anche senza l’autorizzazione del giudice. Il governo ha dunque esteso la normativa prevista per i reati di mafia anche al terrorismo: «Le intercettazioni preventive possono essere disposte anche in assenza di un procedimento penale quando è necessario per l’attività di prevenzione e di informazione». L’«attività di ascolto» prescinde dunque «sia dal compimento di un reato sia dalla assunzione della qualità di indagato da parte della persona le cui comunicazioni vengono assoggettate a controllo». L’unica garanzia è rappresentata dal fatto che le «intercettazioni preventive» possono essere utilizzate solo per il proseguimento delle indagini e non per costituire una prova da portare in dibattimento. Stesso discorso vale anche per le intercettazioni ambientali finalizzate alla ricerca di latitanti.


SOTTO COPERTURA - Viene esteso anche ai reati di terrorismo e di eversione la possibilità di infiltrare all’interno delle organizzazioni agenti che agiscono sotto copertura. Il meccanismo tecnico consiste nel ritardare gli atti di cattura, di arresto e di sequestro in modo che l’agente infiltrato possa acquisire il maggior numero possibile di informazioni. Avendo a che fare con i terroristi mediorientali e fondamentalisti islamici, gli «infiltrati» dovranno avere, oltre al sangue freddo, determinate caratteristiche somatiche e una grande dimestichezza con la lingua e i dialetti arabi. Oltre alle attività «sotto copertura», che hanno un perimetro esteso, il decreto legge fornisce alle unità antiterrorismo la possibilità di isolare con un «cordone sanitario», e dunque perquisire, interi edifici e addirittura blocchi di edifici.

(corriere della sera, 19 ottobre 2001)

 

 

 

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