testatausa.gif (33145 byte)

www.resistenzaitaliana.it  

   

    

Il movimento pacifista

trangolino.gif (131 byte) Preti e suore al sit in pacifista
davanti all'ambasciata Usa

Inedita manifestazione davanti ai cancelli di Via Veneto

Roma - «La pace contro la guerra, la pace contro ogni forma di violenza e di terrorismo». «Con la pace tutto è possibile, con la guerra tutto è perduto». «America, osa la pace!», «America in nome di Dio ripudia la guerra!». Per oltre due ore - ieri pomeriggio -, l'ambasciata americana di Roma è simbolicamente assediata da oltre un centinaio di suore, missionari e missionarie, laici cattolici: un pacifico esercito di religiosi e uomini di Chiesa vestiti con abiti talari, «armati» di croci e di lumini accesi, dietro a grandi striscioni con slogan che non lasciano dubbi. Autentici «volontari della pace» che hanno aderito all'iniziativa «di preghiera» contro guerre e terrorismo indetta dall'Unione internazionale dei superiori e superiore maggiori, l'organismo che raggruppa le più importanti congregazioni religiose.
Per oltre due ore, a via Veneto, davanti all'ambasciata Usa pregano in silenzio, cantano salmi gregoriani, inni di pace e di speranza decine e decine di suore di diverse nazionalità; missionari e religiosi provenienti dall'Africa e dalle terre di missione dell'America Latina, del Medio Oriente. E' gente consacrata, gente di preghiera, ma abituata a convivere con i più grandi drammi causati da guerre e violenze e per questo, spiegano in coro, «siamo qui a ricordare con la preghiera e col silenzio che con la pace tutto è possibile, mentre con la guerra tutto è perduto». Lo dice don Gianni Novelli, direttore del Centro Interconfessionale per la pace (il Cipax), dietro a uno striscione che riporta una celebre frase di uno dei più grandi teologi protestanti trucidato nei campi nazisti, Dietrich Bonhoeffer («Il cristiano è chiamato a osare la pace per fede»). Lo ribadisce Luigi Sandri della Comunità di base di San Paolo di Roma, che - oltre a condannare «ogni forma di guerra» - ricorda che «è una bestemmia ammazzare in nome di Dio». Animatore della protesta silenziosa è un religioso americano, fratel Anton De Roeper, segretario della commissione Giustizia e pace dell'Unione internazionale superiori e superiore maggiori che, mentre stringe una candela accesa, prega e ripete che il terrorismo non si combatte con una «guerra destinata solo a mietere altre vite innocenti». Alla domanda su cosa fare per rispondere a chi ha causato la morte di oltre 6 mila vittime innocenti, tutti affermano che «è sbagliato rispondere alla violenza con altra violenza», Don Gianni Novelli invoca invece «un ruolo più diretto dell'Onu» e un più incisivo intervento dei servizi di intelligence. «Pace», gridano compostamente dietro ad una grande croce di legno per oltre due ore gesuiti, francescani, maristi, Fratelli delle scuole cristiane, comboniani, saveriani, cappuccini. «E pace continueremo a gridare anche nei prossimi giorni, anche se sembrerà un sogno utopico», avverte madre Clarice Gengaroli, superiora generale delle suore Figlie di Maria Missionaria. C'è da crederle: lo faranno.
(o.l.r.)

(la Repubblica, 25 settembre 2001)

 

home         ricerca        

anpi

        

dibattito

        scrivici

 

.