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         | Biografia  Pietro Secchia
 Nato ad Occhieppo Superiore (Biella) nel dicembre del 1903. Già
        segretario del Fgci di Biella, dopo la fondazione del PcdI, nel 1924 rappresenta i giovani
        comunisti al quinto congresso dell'Internazionale Comunista a Mosca e nel 1926 è già
        membro del C.C. del partito. In questo periodo ha già conosciuto il carcere tre volte.
        Arrestato dall'Ovra nel 1931, fu condannato a 17 anni di carcere dal Tribunale speciale, e
        poi al confino a Ponza e Ventotene. Venne liberato dopo la caduta del fascismo nell'agosto del 1943. Insieme a Longo nell'
        Italia del Nord, a Milano, fu uno dei principali protagonisti della resistenza e della
        costituzione delle Brigate Garibaldi, di cui divenne commissario generale.
 Subito dopo la guerra di liberazione nazionale ricoprì incarichi ai vertici del Pci:
        membro della Direzione e della Segreteria Nazionale, responsabile della commissione di
        organizzazione. A lui venne affidato il compito della costruzione di un "Partito di
        tipo nuovo di massa e di lotta". Nel 1947 le forze di sinistra vennero estromesse dal
        Governo. Secchia manifestò subito un netto dissenso con la decisione presa anche dal Pci
        di non rispondere con una protesta popolare a questa scelta politica di De Gasperi. Nel
        luglio del 1948, pochi mesi dopo la vittoria elettorale della Dc, ci fu l'attentato a
        Togliatti. Si levò in tutto il paese un possente movimento di protesta. Toccò a Secchia,
        Longo, D'Onofrio e altri tenere in pugno la situazione ed evitare gravissime conseguenze.
 Eletto al Senato della Repubblica, denunciò le violenze ed i soprusi della Polizia quando
        ministro dell'Interno era Mario Scelba. Uscito dalla Direzione del partito nel 1956, si
        dedicò agli studi e scritti sulla storia del Pci e della Resistenza. Una sua opera
        fondamentale fu L'Enciclopedia della Resistenza.
 Morì nel luglio del 1973.
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