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Biografia
Alberto Tarchiani
Nato a Roma il 1° novembre del 1885. Giornalista, fu per qualche anno
corrispondente di giornali italiani da New York. Interventista nella prima guerra
mondiale, tornò in Italia nel 1918 per partecipare alle vicende belliche come volontario
in fanteria. Dal 1919 al 1925 fu redattore capo del "Corriere della Sera". Nel
1925, quando il giornale passò completamente sotto il controllo dei fascismo, espatriò a
Parigi. Militante antifascista, si legò al gruppo di esuli che si raccoglieva intorno a
Gaetano Salvemini. Fu lui il principale organizzatore, insieme con Gioacchino Dolci, della
fuga dal confino di Lipari, il 27 luglio 1929, di Carlo Rosselli, Emilio Lussu e Francesco
Saverio Nitti. Con Salvemini, Rosselli e altri fu tra i fondatori di G.L. (Giustizia e
Libertà) a Parigi lo stesso anno. Nei primi mesi del 1930 fu coinvolto insieme a
Rosselli, Berneri e altri nel complotto ordito dalla spia Menapace. Nel luglio del 1930
organizzò e finanziò insieme a Rosselli il volo propagandistico su Milano del temerario
Giovanni Bassanesi, presidente della sezione parigina della
Lega italiana per i diritti dell'uomo, che lanciò sulla città 150.000 volantini
antifascisti di GL con l'invito a "Insorgere" e a
"Risorgere". Processati a Lugano per violazione dello spazio aereo
svizzero, la corte li assolve condannando il regime fascista. Ma il governo svizzero,
malgrado la sentenza, li espelle dal Paese. Nel 1934, in seguito a divergenze ideologiche
con Carlo Rosselli, si allontanò da G.L.. Nel novembre del '37, insieme a Rodolfo
Pacciardi - tornato dalla Spagna - fondò "La Jeune Italie", organizzazione
antifascista di orientamento repubblicano. Trasferitosi negli Stati Uniti nel 1940, diede
vita all'associazione antifascista "Mazzini Society", insieme a Salvemini, Cianca, Sforza, Max Ascoli. Il 30 giugno 1943 Alberto Cianca, Aldo
Garosci, Alberto Tarchiani e Bruno Zevi si imbarcarono per l'Europa sulla nave "Queen
Mary" spogliata del suo arredo per trasportare 15 mila soldati e il loro armamento,
esposti a possibili attacchi di sottomarini tedeschi, perché senza adeguata scorta.
Giunti in Inghilterra si attivò la radio clandestina Giustizia e Libertà, che
trasmetteva giorno e notte attaccando il regime e la monarchia e affiancando i primi
nuclei partigiani. Dal Messico arrivarono Leo Valiani e Bruno Pierleoni.
In agosto partirono per l'Italia, dopo lo sbarco degli Alleati nella penisola. Il 22
aprile del 1944 Tarchiani fu nominato ministro dei Lavori Pubblici nel secondo governo
Badoglio, a Salerno. Nel secondo dopoguerra, fu ambasciatore italiano a Washington dal
1945 al 1955. In questa veste, aiutò efficacemente il presidente del Consiglio De Gasperi
e il ministro degli Esteri Sforza, a superare lorientamento prevalente fra le
nazioni occidentali, che era inizialmente quello di lasciare il nostro Paese fuori dalla
futura alleanza atlantica. Così, anche grazieai suoi sforzi, l'Italia venne invitata a
partecipare al Patto Atlantico (Nato) come membro fondatore, il 4 aprile del 1949, a
Washington. Morì a Roma nel 1964.
La Nato e le origini della scelta atlantica
dell'Italia di Pietro Scoppola |