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Biografia
Alessandro Natta
Nato ad Imperia il 7 gennaio del 1918. È sestogenito di una famiglia di
commercianti della piccola borghesia cittadina. Il padre Antonio, infatti, è proprietario
di una piccola macelleria in fondo a Via Dante in cui lavora con la madre, Nannuccia.
Antonio Natta è socialista e trasmetterà al figlio la sua fede nelluguaglianza e
nella giustizia sociale.
Laureato in Lettere, frequenta la Scuola normale superiore di Pisa dal 1936 al 1941, suoi
colleghi sono il presidente Ciampi, Calogero e Viserbelli. Durante la frequenza della
Normale inizia la sua attività antifascista, in un movimento unitario che dai
liberalsocialisti, ai comunisti giunge fino ai cattolici della FUCI. E' influenzato dal
movimento liberalsocialista di Calogero e Capitini, con cui collabora clandestinamente,
insieme ad Antonio Russi. Ad Imperia cerca di organizzare un gruppo di liberalsocialisti.
Sottotenente dell'artiglieria, è richiamato alle armi nel 1941 e mandato in Grecia. L'8 settembre partecipa, a Rodi, alla difesa dell'aeroporto di
Gaddurà dall'attacco dei tedeschi. Ferito, è tra i militari che rifiutano di collaborare
con i tedeschi e la Repubblica di Salò. Viene internato a Rodi, in un campo di prigionia.
All'inizio del 1944 è portato per mare a Lero e poi al Pireo e da qui in Germania in un
campo di concentramento. Rientra in Italia nell'agosto del '45. Da questesperienza
rimarrà profondamente segnato tanto da raccogliere tutti i suoi ricordi in un volume
autobiografico ("L'altra Resistenza") in cui ricostruisce le peripezie e la
tragedia degli internati italiani nei lager del III Reich.
Nel 1945, tornato ad Imperia, si iscrive al Pci. Consigliere comunale di Imperia
dal 1946 al 1960, fu eletto deputato nel 1948 nel collegio di Genova-Imperia La Spezia. È
stato deputato per dieci legislature ed è sempre stato componente della commissione
Cultura, ma anche di quella Antimafia e della Esteri. Resta nella sua
città fino al 1960 quando venne chiamato a Roma a dirigere la sezione stampa e propaganda
del partito. Ha diretto il settimanale Rinascita, e dal '62 ha fatto parte della
direzione nazionale del Pci.
Natta è un centrista per definizione: cerca il dialogo con le altre
componenti del partito e con le altre forze democratiche del Paese (laici, cattolici e
socialisti). È favorevole al cambiamento e alle innovazioni, ma senza accelerazioni
passionali e irrazionali. Occorre prudenza, non si possono e non si devono fare passi
falsi o avventati.
È in questi anni che Natta incontra Enrico Berlinguer, altro delfino di Togliatti che,
alla morte del leader diviene vicesegretario del nuovo leader comunista Luigi Longo.
Sia Natta, sia Berlinguer condividono i due pilastri base della togliattiana Via
italiana al socialismo: indipendenza internazionale del Pci (anche dalla casa
madre di Mosca) e rinnovamento nella continuità.
Natta, come lintero vertice del Pci, è freddo e titubante verso la fiammata
rivoluzionaria e contestatari del 1968: ne temono gli eccessi e inquadrano i giovani e
variopinti sessantottini come estremisti borghesi. In sintesi e soprattutto
diffidano di questi movimenti che il Pci non può controllare e che, anzi, contestano
apertamente il partito. Per la prima volta dalla nascita della repubblica il Partito
Comunista ha dei concorrenti alla propria sinistra.
Nel 1969 tocca a Natta proporre e gestire lespulsione dal Pci degli
eretici de il Manifesto (Pintor, Natoli, Rossanda, Magri, ecc.
).
Nel 1972 Enrico Berlinguer succede a Longo nella segreteria del Partito e Alessandro Natta
è il nuovo capogruppo del Pci alla Camera (resterà in carica fino al 1979).
Viene eletto segretario del Pci il 24 ottobre dell'84 dopo l'improvvisa
scomparsa di Enrico Berlinguer. È uninvestitura sul campo, anche se molti
osservatori avrebbero preferito Giorgio Napolitano alla guida del Pci e la
base del Partito aveva fatto chiaramente capire di volere il leader della Cgil
Luciano Lama come successore di Berlinguer.
Viene confermato in questa carica dall'unanimità del congresso di Firenze nell'aprile
1986. Nel 1988, dopo aver avuto un leggero infarto, il comitato centrale del partito
elesse segretario Achille Occhetto. Da allora, per motivi di salute ma anche deluso per le
modalità con cui viene eletto Occhetto alla segreteria, con l'appoggio di D'Alema, si
ritira definitivamente in Liguria. Dal 1989 al 1991 è presidente del
partito.
Dissente dalla scelta della 'svolta'. Si opporrà alla fine del
suo Pci con tutte le sue forze dando vita con Pietro Ingrao, Giancarlo
Pajetta, Armando Cossutta e Aldo Tortorella al Fronte del NO che si oppone allo
scioglimento del Partito Comunista Italiano.
Non prende la tessera del Pds, ma saluta con favore la vittoria dell'Ulivo
nel 1996 e critica la crisi provocata da Bertinotti.
Muore ad Imperia il 23 maggio del 2001.
Gli anni pisani di Natta e gli antifascisti della Normale di Pisa |