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Biografia
Pier Carlo Masini
a cura di Franco Bertolucci
Pier Carlo Masini nasce il 26
marzo 1923 a Cerbaia frazione di San Casciano Val di Pesa (FI) da Antonio e Ada
Calamandrei. Inizia la propria attività politica e di studioso giovanissimo negli
ambienti del movimento liberalsocialista di Tristano Codignola. Viene arrestato per
attività antifascista il 21 gennaio 1942 e condannato a tre anni di confino da scontare a
Guardia Sanframondi, nel beneventano, sul massiccio del Matese. Riacquistata la libertà,
il 19 maggio del 1943, torna a Firenze, riprende i contatti con i vecchi compagni e si
avvicina al PCI. Quando le operazioni militari della Seconda guerra mondiale travolgono
anche la Toscana, Masini è in prima fila per aiutare la popolazione della sua zona,
ricoprendo anche incarichi di responsabilità, come quello di vicesindaco di San Casciano
Val di Pesa, nominato dagli Alleati, e come quello di membro del cnl locale in rappresentanza del pci, senza tuttavia partecipare mai direttamente
ad azioni militari. Nel periodo compreso tra l’ultima fase del conflitto e i momenti
immediatamente successivi alla liberazione, di fronte alla svolta di Salerno di Togliatti
e alla interpretazione della lotta al nazifascismo, Masini matura la scelta di abbandonare
il pci e si avvicina al movimento anarchico.
Masini sceglie gli anarchici, e la scelta è fatta con convinzione e dedizione. Tant’è
che fra i primi giornali libertari usciti nella Toscana nei mesi successivi alla
Liberazione, prima e dopo il congresso della Federazione anarchica italiana a Carrara, nel
settembre del 1945, due numeri unici sono curati dallo stesso Masini a Firenze: «Passione
rivoluzionaria», organo dei giovani anarchici toscani (estate 1945), e «Alba dei
Liberi» (gennaio 1946). Inoltre, il 20-22 luglio 1946 è rappresentante dei giovani
anarchici fiorentini e del Val d’Arno inferiore al convegno giovanile anarchico di
Faenza. Alcune figure dell’anarchismo storico sono state punto di riferimento
culturale e politico per Masini: Michail A. Bakunin, Carlo Cafiero, Errico Malatesta e
soprattutto Francesco Saverio Merlino e Camillo Berneri. Di Bakunin e Cafiero Masini
ammira la dedizione alla causa, la coerenza e l’intensità emotiva della loro
partecipazione agli eventi che li videro protagonisti; di Malatesta apprezza il pensiero
semplice, lineare e razionale; di Merlino e Berneri valorizza la spregiudicatezza teorica,
il revisionismo, la capacità di mettere a confronto e in discussione l’anarchismo
con le altre correnti teoriche del movimento operaio e socialista. Non è un caso che fin
dal dopoguerra Masini instaura un fertile rapporto epistolare con Aldo Venturini, curatore
delle opere di Merlino, e con Giovanna Berneri, moglie di Camillo. Per meglio comprendere
la profondità e l’intensità di queste collaborazioni va ricordata la pubblicazione
nel 1957, per le edizioni De Silva e La Nuova Italia, insieme proprio con Aldo Venturini,
del volume Concezione critica del socialismo libertario di Merlino o degli scritti
scelti di Camillo Berneri, Pietrogrado 1917 Barcellona 1937, per la Sugar editore
nel 1964, curati con Alberto Sorti.
Il rapporto con gli anarchici non è
facile, il giovane Masini pieno di entusiasmo e di dinamismo spesso si scontra con
compagni più anziani, esausti per la lunga lotta al fascismo, spesso isolati ed
emarginati dall’egemonia marxista sui movimenti popolari. L’anarchismo italiano
del dopoguerra, nonostante la grande tradizione, appare a Masini povero culturalmente ed
organizzativamente, limitato e spesso sopraffatto da diatribe interne. Masini si propone
di contribuire a disincagliare l’anarchismo dal peso della sua emarginazione, creando
una rete di collaborazioni, spesso esterne al movimento, nella speranza che il travaso di
culture diverse ma vicine possa in qualche modo far sbocciare una nuova pianta su una
radice antica. L’idea di dare inizio a un processo di rinnovamento all’interno
del movimento si concretizza attraverso il periodico «Gioventù anarchica» (1946-1947),
redatto insieme a Carlo Doglio. Masini prende contatto con aree culturali e politiche fra
loro diverse, come quella del Movimento di Religione di Ferdinando Tartaglia e Aldo
Capitini, o del periodico bergamasco «La Cittadella», o di piccole organizzazioni della
“sinistra comunista” e trotzkista. All’interno della fai, Masini si occupa inizialmente della
Commissione antimilitarista mentre progressivamente il suo impegno si intensifica sia come
conferenziere sia, dal 1948, come redattore di «Umanità Nova» e come collaboratore
della rivista «Volontà» (1947-1949). Lo scontro interno alla fai fra i giovani che si muovono intorno a Masini
e le componenti più tradizionali del movimento, matura fra il congresso di Livorno (23-25
aprile 1949) e il congresso di Ancona (8-10 dicembre 1950). L’idea di Masini di un
“partito libertario” con una dimensione teorica e pratica dell’anarchismo
aderente alla nuova realtà economica, politica e sociale dell’Italia del dopoguerra,
capace di stringere alleanze, su posizioni prettamente internazionaliste e legate alle
lotte dei lavoratori, con una presenza costante all’interno del sindacato, sono le
basi che portano alla nascita del periodico «L’Impulso» e dei Gruppi anarchici d’azione
proletaria (gaap). Masini è tra i
principali estensori delle tesi Sulla liquidazione dello Stato come apparato di classe
che vengono presentate alla conferenza nazionale di Pontedecimo (GE) del 24-25 febbraio
1951 che segna la nascita ufficiale dei gaap. La costituzione dell’organizzazione è
anche però l’inizio per Masini di un lento ma costante distacco dall’anarchismo
tradizionale che lo porta nel giro di pochi anni ad approdare al socialismo democratico.
La maggiore passione di Masini, in
questo periodo come per tutto il resto della sua vita, è la ricerca storica. Laureatosi
in Scienze politiche a Firenze il 13 novembre 1946 si dedica con impegno nello studio
della storia dell’anarchismo in questo periodo proprio per far fronte alle
mistificazioni e all’egemonia culturale del pci.
In questi anni in cui Masini ricopre l’incarico di redattore di «Umanità Nova»
(dal 1948 agli inizi del 1950) e collabora con il «Libertario» (1950/52) non c’è
numero di questi giornali su cui non venga riportato, oltre a quello di politica, un
articolo di storia. Costante, anche se molte volte il suo appello cade nel vuoto, è il richiamo di Masini alla necessità per gli
anarchici di ricostruire il proprio percorso storico in forma critica, per strappare dall’anarchismo
quell’etichetta di fenomeno folcloristico e “preistorico” della storia del
movimento operaio, che gli storici allineati con le direttive del conformismo togliattiano
tentano di attribuirgli. L’attività di ricerca va oltre gli ambiti militanti
confrontandosi da subito con quella parte della storiografia contemporanea sul movimento
operaio che inizia allora a fare i primi passi. Ecco dunque la collaborazione alla rivista
«Movimento operaio» di Gianni Bosio, con cui fra l’altro per circa vent’anni
intrattiene una fittissima corrispondenza. In questa intensa fase di ricerca storica
Masini collabora con il giovane Gino Cerrito e l’anziano militante Ugo Fedeli.
Intanto l’esperienza dei gaap confluisce nel movimento di Azione
comunista, una confederazione di piccole organizzazioni (bordighisti, trotzkisti, ex-pci come Giulio Seniga o Bruno Fortichiari, tra i
fondatori del pcdi nel 1921 ecc.) che ha il merito, tra il ’56
e il ’58, durante e dopo la crisi ungherese, di rappresentare, con un vivace
dibattito e un’intensa attività, la parte internazionalista e antistalinista della
sinistra extraparlamentare italiana. Con Seniga, in particolare, Masini stringe una
amicizia profonda e una collaborazione culturale che negli anni Sessanta producono l’esperienza
della casa editrice Azione comune. Lo scioglimento dei gaap l’affermarsi all’interno di Azione
comunista delle tendenze neoleniniste, l’insuccesso organizzativo di ac come forza alternativa al pci e al psi,
convincono Masini ad abbandonare qualsiasi residuo militante e teorico libertario, per
approdare fra la fine del 1958 e l’inizio del 1959 al psi. L’entrata all’interno del psi, gennaio 1959, viene preceduta dalla
pubblicazione di due pubblicazioni redatte da Masini La corrente di ‘sinistra’
vista da sinistra e Una classe un partito. Le tesi principali dei due documenti
sono quelle che solo attraverso un PSI unificato, con al suo interno una corrente
libertaria e internazionalista, è possibile smascherare l’inganno comunista, e dare
una prospettiva politica alla classe operaia.
È in questo denso periodo di
partecipazione al dibattito politico che Masini entra in contatto con la redazione di
«Corrispondenza socialista», stringe rapporti di amicizia con Giorgio Galli, Stefano
Merli e Gaetano Arfè e, inoltre, incontra Giuseppe Faravelli, socialista riformista di
tradizioni proudhoniane, amico di Andrea Caffi e curatore della rivista indipendente
«Critica sociale». Sono questi gli anni in cui Masini si fa carico della ricerca
storica, per scrivere saggi sulle tradizioni laiche, risorgimentali, libertarie,
federaliste e anticlericali del primo socialismo italiano. In questo senso vanno anche
letti i suoi interessi ed il suo notevole
contributo alla riscoperta di personaggi importanti del movimento operaio italiano come ad
esempio Arcangelo Ghisleri. L’uscita del volume, La scapigliatura democratica.
Carteggi di Arcangelo Ghisleri: 1875-1890, curato da Masini, per conto delle edizioni
Feltrinelli nel 1961 è una significativa chiave di lettura della concezione del suo
metodo di ricerca storica e dei suoi interessi culturali. Ma la ricerca storica non
distogli Masini dalla militanza che anche nelle file socialiste non è tranquilla ma
assunse subito i tratti di un impegno critico. Basta leggere i numerosi articoli di Masini
sia sulla rivista «Critica Sociale», di cui sarà collaboratore per vent’anni, sia
sul quotidiano «Avanti!», per capire la sua irrequietezza culturale. Masini, pur
ricoprendo incarichi nel partito - nel psdi, partito nel quale milita dal 1969 al 1992 e nel quale ricopre l’incarico anche di
segretario provinciale di Bergamo e membro del Comitato centrale - non si candida mai a
qualsiasi carica pubblica, né di consigliere comunale né di parlamentare, e motiva
queste scelte con la volontà di mantenere una coerenza etica comportamentale, un proprio
costante tratto distintivo. La sua originale concezione del Partito socialista e della sua
funzione di sintesi fra le due anime, quella riformista (Turati e Prampolini) e quella
rivoluzionaria (Malatesta, Merlino e Berneri), rimane un caso isolato nel panorama del
socialismo italiano di quegli anni.
In questo periodo continuano le
collaborazioni alle riviste scientifiche come la «Rivista storica del socialismo» e
«Movimento operaio e socialista». Ma escono anche i suoi primi lavori monografici. Nel
1958 viene pubblicato dalla casa editrice Avanti!, Gli internazionalisti. La Banda del
Matese, 1876-1878, seguono a ruota i primi tre volumi
degli scritti di Bakunin e nel 1963 La Federazione Italiana dell'Associazione
Internazionale dei Lavoratori. Atti ufficiali 1871-1880 (atti congressuali; indirizzi,
proclami, manifesti) (Edizioni Avanti!).
Per capire l’importanza di questa
attività c’è da considerare che nei primi anni Sessanta, a parte piccole case
editrici di movimento come le edizioni Antistato, la Fiaccola e la Libreria della fai, non esistono collane o testi sull’anarchismo
pubblicati da casa editrici note. Nel ’59 è uscito Il Socialismo anarchico in
Italia di Enzo Santarelli, edito da Feltrinelli, poi nient’altro: gli scritti di
Masini, sparsi su riviste e quotidiani, divengono quindi l’unico punto di riferimento
sul piano della ricerca storica. Solo più tardi, alla fine degli anni Sessanta, le case
editrici più importanti scoprono il tema dell’anarchismo. Proprio dalla scarsità di
iniziative editoriali indipendenti nella sinistra nasce su iniziativa di Seniga la casa
editrice Azione comune e che vede in Masini uno dei principali animatori. La
collaborazione con la casa editrice è importante sotto diversi punti di vista: la linea
editoriale tende a portare alla luce i temi dell’azione politica e culturale di
Masini. Le pubblicazioni di Azione comune offrono per la prima volta ai giovani lettori
testi sconosciuti e inediti della storia del socialismo italiano ed internazionale. Nel
1962 Masini cura una nuova edizione del volume di Rosa Luxemburg, Centralismo o
democrazia (Replica a Lenin); nel 1966 pubblica l’opera di Camillo Berneri,
Mussolini psicologia di un dittatore. Ma la casa editrice sale alle cronache
soprattutto per la pubblicazione del volume di Guelfo Zaccaria, 200 comunisti italiani
tra le vittime dello stalinismo, con in appendice un appello del “Comitato
italiano per la verità sui misfatti dello stalinismo”, uno dei rari volumi, forse l’unico
a quel tempo in lingua italiana, di denuncia seria e corretta della barbaria del regime
sovietico e delle complicità e delle responsabilità del pci nella scomparsa di tanti italiani nel gorgo
della repressione staliniana.
Sul piano storiografico proprio nell’ambito
delle celebrazioni del centenario della nascita della Prima Internazionale è Masini a
farsi carico di difenderlo e studiarlo. La sua comunicazione al convegno di Firenze su Il
movimento operaio e socialista. Bilancio storiografico e problemi storici del 18-20 gennaio 1963, La Prima internazionale in
Italia, rimane negli annali della storiografia. In questo lavoro minuzioso va inserita
la pubblicazione del volume Storia degli anarchici italiani. Da Bakunin a Malatesta,
(1969), la biografia di Cafiero (1974) e la Storia degli anarchici nell’epoca
degli attentati (1981), pubblicati tutti della casa editrice Rizzoli di Milano.
La presenza di Masini è costante nei
numerosi convegni a carattere storico, sia militanti che no, come quello organizzato dalla
Fondazione Einaudi a Torino nel dicembre 1969, Anarchici e anarchia nel mondo
contemporaneo, o quello sul centenario della morte di Bakunin del Centro studi Pinelli
di Milano, a Venezia nel 1976, inizio di una nuova stagione di analisi e riflessioni
storiche. Masini nel 1969 fonda a Bergamo la Biblioteca Max Nettlau, che per anni, in
tempi difficili per la ricerca di materiali rari e preziosi, rappresenta una tappa
fondamentale per chiunque si accinga allo studio dell’anarchismo. Nel ’78 escono
i volumi Poeti della rivolta, da Carducci a Lucini e Eresia dell’ottocento.
Alle sorgenti laiche, umaniste e libertarie della democrazia italiana. Negli ultimi
anni della sua vita Masini si è dedicato a studi su Manzoni. Alfieri e Porta. Nel 1993
partecipa alla fondazione della «Rivista Storica dell’Anarchismo» di cui sarà
membro del comitato scientifico. Masini muore a Firenze il 19 ottobre 1998.
Opere
principali di Pier Carlo Masini: Antonio Gramsci e l’Ordine
Nuovo visti da un libertario, Livorno 1956; Gli
internazionalisti e la Banda del Matese, 1876-1878, Milano-Roma 1958;
(a cura di) La Federazione Italiana dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori. Atti
ufficiali 1871-1880 (atti congressuali;
indirizzi, proclami, manifesti), Milano, Edizioni Avanti!, 1963; Storia degli anarchici
italiani. Da Bakunin a Malatesta (1862-1892), Milano 1969; Cafiero, Milano
1974; Eresie dell'Ottocento. Alle sorgenti laiche, umaniste e libertarie della
democrazia italiana, Milano 1978; Poeti della rivolta. Da Carducci a Lucini,
Milano 1978; I leaders del movimento anarchico, Bergamo 1980; Storia degli
anarchici italiani nell'epoca degli attentati, Milano 1981; Manzoni, Pisa 1996;
Alfieri, Pisa 1997; Porta, Pisa 1997; Mussolini. La maschera del
dittatore, Pisa, BFS, 1999; Mussolini. La maschera del dittatore, Pisa 1999.
Scritti su P.C. Masini: C. Francovich, La Resistenza a
Firenze, Firenze 1961, ad indicem; C. Salvianti, R. Ciapetti, Lotte
politiche e sociali in Val di Pesa. Dal primo dopoguerra alla Liberazione (1919-1944),
Firenze 1979, ad indicem; E. Nicolini, Uno schedato politico: Aldo Capitini,
«Il Ponte», n. 1, gen. 1990, pp. 46-53; A. Ciampi, La “Gioventù Anarchica”
di Carlo Doglio a un anno dalla scomparsa, «RSA», n. 2, lug.-dic. 1996, pp. 119-142;
R. Broggini, Masini, storico dell’anarchia, «La Regione Ticino», n.244, 24 ott. 1998; F. B[ertolucci] e C. V[enza], Pier
Carlo Masini, «Umanità nova», n. 35, 15 nov. 1998, p. 3; G. Mangini, Un ricordo di
Pier Carlo Masini, «Settegiorni», n. 19, 5 nov. 1998; N. Musarra, Pier Carlo Masini,
«Sicilia libertaria», nov. 1998, p. 9; G. Landi, Uno studioso e un amico, «A,
rivista anarchica», n. 250, dic. 1998 – gen. 1999, pp. 33-36; F. Bertolucci, Pier
Carlo Masini, «RSA» n. 2, giu.-dic. 1998, pp. 5-12; Pier Carlo Masini. Un profilo
a più voci. Atti della giornata di studi sulla figura e l’opera di Pier Carlo Masini,
Bergamo 16 gennaio 1999, a c. di G. Mangini, Bergano 2001; F.
Bertolucci, Pier Carlo Masini, in Dizionario biografico degli anarchici italiani,
Pisa, BFS, 2004, pp. 121-125; F. Bertolucci e G. Mangini (a cura di), Pier Carlo
Masini. Impegno civile e ricerca storica tra anarchismo, socialismo e democrazia,
Pisa, BFS edizioni, 2008.
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