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Biografia
Emilio Sereni
Storico, scienziato. Nasce il 13 agosto 1907 a Roma da una
famiglia ebrea; il padre Samuele è medico della Real Casa (ma è anche il "dottore
dei poveri" fra gli artigiani e gli operai romani). Emilio - Mimmo, come lo chiamano
in casa - è il più piccolo di quattro figli. E una famiglia intellettuale; la
madre, Alfonsa, appartiene ai Pontecorvo di Pisa; nella cerchia di casa, figure come
Eugenio Colorni (ucciso dai tedeschi a Roma nel 1944), Tullio Ascarelli, Nello e Carlo
Rosselli, Eugenio Artom, Max Ascoli, Ermanno Cammarata, Pietro Grifone, Manlio Rossi
Doria. Una famiglia di colti ebrei osservanti e antifascisti. Ben presto Sereni trova la
sua strada. In pochissimo tempo, con uno studio intensissimo, si impadronisce delle
dottrine economiche, dei problemi sociali e politici, della storia dei partiti antichi e
moderni, leggendo una quantità enorme di libri e con un completo esame delle opere di
Marx e di Engels. Allo stesso tempo si impegna in una basilare, completa preparazione
scientifica. In ciò aiutato dalla perfetta conoscenza di una infinità di lingue antiche
e moderne; Mimmo è un "mostro": oltre il tedesco, linglese, il francese,
il russo, conosce benissimo il greco, il latino, lebraico, impara varie lingue slave
e anche alcune antiche, comprese quelle espresse in scritture cuneiforme, come
laccadico, il sumero, littita. E negli anni del carcere si impegnerà a
studiare il giapponese. Nota anche la sua passione di bibliofilo. Quando nel 1927 si
laurea a Portici in agronomia, è già da un anno iscritto al Partito comunista
dItalia, e inizia unopera di proselitismo tra il proletariato di Napoli. E
nella città partenopea frequenta gli ambienti culturali che gravitano intorno a Giustino
Fortunato e Benedetto Croce, conosce Giorgio Amendola. E qui che si precisa il suo
interesse per la questione meridionale e lo studio dellagricoltura. Nel 30 è
a Parigi in contatto con il centro esterno del Partito Comunista; nel settembre dello
stesso anno è arrestato: "per ricostituzione del disciolto partito comunista,
appartenenza al medesimo e propaganda", il Tribunale speciale lo condanna a venti
anni, ridotti poi a 15 per il cumulo delle pene. Comincia il duro peregrinare da un
carcere allaltro, è a Poggioreale, Regina Coeli, Lucca, Viterbo, Civitavecchia.
Liberato per amnistia nel 35, chiamato a far parte del Centro estero del PdcI,
espatria clandestinamente raggiungendo Parigi; qui è responsabile del lavoro culturale e
redattore capo di "Stato operaio" e "La Voce degli italiani". Ed è
nella capitale francese che lo coglie lo scoppio della seconda guerra mondiale: assume
lincarico di organizzare lattività politica fra gli emigrati. E lui
lestensore del documento di Tolosa del settembre 1941, che è in pratica latto
di nascita di quel comitato dazione di cui fanno parte, oltre Sereni e Dozza per il
Pci, Nenni e Saragat per il Psi, Silvio Trentin e Fausto Nitti per Giustizia e libertà.
Continua a studiare - è di questi anni La questione agraria e la rinascita nazionale -;
ma intanto è in azione prima a Tolone e poi a Nizza per organizzare il lavoro di
propaganda tra le truppe italiane di occupazione. Fonda il giornale La Parola del soldato,
ma non sta certo seduto alla scrivania. Nominato commissario politico dei Franc tireurs et
partisans delle Alpi Marittime compie azioni di sabotaggio, attentati, colpi di mano. Nel
giugno del 43 è arrestato; il tribunale straordinario di guerra della IV armata
italiana lo processa e lo condanna a 18 anni di carcere per "associazione sovversiva,
emigrazione, istigazione di militari, documenti falsi". Dopo falliti tentativi di
evasione dal carcere di Fossano, resta rinchiuso per sette mesi nel braccio della morte
alle Nuove di Torino. Solo nellagosto 1944 riesce a fuggire e si stabilisce a
Milano, dove il partito gli assegna lincarico di dirigere lufficio di
agitazione e propaganda. E nella lotta di resistenza, con Longo rappresenta il Pci
nel Cln ed è membro del comando generale delle brigate Garibaldi; nellaprile
45 è tra i dirigenti dellinsurrezione al Nord. Al V° congresso del Pci (29
dicembre 1945) è eletto membro del Comitato centrale e della Direzione (della quale
continuerà a fare parte fino al 1975). Due volte ministro, senatore, membro
dellesecutivo mondiale dei Partigiani della pace, presidente dellAlleanza
nazionale dei contadini, direttore di "Critica marxista": anche la sua
attività, come la sua capacità di studio, è eccezionale, instancabile. Comunista
ortodosso, nel drammatico 56, al tempo dellUngheria, si schierò dalla parte
dellUrss. Tra le sue opere principali Il capitalismo nelle campagne, Il Mezzogiorno
allopposizione, La questione agraria nella rinascita nazionale italiana, La
rivoluzione italiana; ma i suoi scritti sono innumerevoli. Quando il 20 marzo 1977 muore,
il suo archivio - diventerà il "Fondo Emilio Sereni" - conta oltre duemila
buste, ci sono 63.000 pezzi e 1.843 voci, dalle questioni agrarie al Mezzogiorno,
dallarcheologia e dallantichità alla storia economica e sociale. Non solo una
cultura di stampo umanistico, nei suoi interessi cè posto per matematica, fisica,
cibernetica, linguistica; anche per la " cultura materiale", il folclore, i
canti popolari, i miti, i costumi, la storia dellalimentazione. La bibliografia
curata da Giuseppe Prestipino elenca ben 1.071 scritti, il primo dei quali risale al
1930.
(sintesi della biografia di Claudio Grassi)
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