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Biografia
Ignazio Silone
Ignazio Silone (pseudonimo di Secondo Tranquilli) è nato a
Pescina dei Marsi (LAquila) il 1° maggio del 1900 da un piccolo proprietario
terriero e da una tessitrice. Presto gli muore il padre e nel 1915, durante il terremoto
della Marsica muore anche la madre; per questa ragione egli non solo dovette interrompere
gli studi classici, ma venne presto a contatto con la dura realtà della vita e della
guerra che in provincia faceva sentire i suoi riflessi sociali. Infatti sin dal 1917
Silone capeggiava già le prime leghe rosse dei contadini abruzzesi, mostrando di
auspicare un punto d'incontro fra socialismo e cattolicesimo, e quello stesso anno
diventava direttore del settimanale socialista e pacifista Avanguardia e poi
redattore del Lavoratore di Trieste. Al congresso di Livorno (1921) aderì al
Partito Comunista e fu attivo dirigente della Federazione Giovanile. Dopo l'avvento del
Fascismo fu accanto a Gramsci come attivista clandestino. Dopo l'arresto del fratello si
rifugiò all'estero, dove proseguì la sua attività antifascista, incorrendo anche
nell'espulsione da vari Paesi. Rappresentò parecchie volte il movimento comunista con
Togliatti a Mosca.
Nel 1930, durante le persecuzioni e le purghe staliniane, si staccò dal movimento
comunista perché non condivideva il carattere tirannico dell'organizzazione
internazionale comunista diretta da Stalin. Di quella profonda crisi, in cui emergevano
anche i suoi giovanili entusiasmi libertari e cristiani, risentì tutta la sua produzione
letteraria nonché il comportamento politico. Ma, pur lontano dal Partito Comunista, egli
non cessò la sua attività di propagandista antifascista e socialista. Le stesse sue
opere, pubblicate all'estero, Fontamara (1933 a Zurigo), Pane e vino (1936), La scuola dei
dittatori (1938), Il seme sotto la neve (1941), l'opera teatrale Ed egli si nascose
(1944), sono la dimostrazione della denuncia serrata, implacabile, costante, che egli
faceva della violenza fascista e delle misere condizioni dei cafoni del suo paese. E i
suoi libri, quasi sconosciuti in Italia, facevano il giro del mondo attraverso gli esuli
antifascisti e i vari simpatizzanti stranieri, i quali vedevano in Silone uno dei più
puri missionari della resistenza antifascista nel mondo. Egli operava in mezzo al pubblico
straniero un ridimensionamento della realtà sociale italiana, in senso inverso, quindi
veritiero, della propaganda fascista; lavorava, come un apostolo, per la libertà del
popolo italiano, come Gramsci nel silenzio e nella solitudine del carcere.
Di qui lo scarso contatto con le correnti ufficiali della letteratura italiana; ma di qui
anche l'insegnamento e la guida spirituale che la sua opera offrì ai nuovi scrittori
italiani del Neorealismo, al suo ritorno in Italia dopo la Liberazione, e alla sua entrata
nel Partito Socialista, e alla direzione dellAvanti!. Silone non trovò buona stampa
presso i critici comunisti; ma la sua influenza sui più giovani scrittori fu enorme e
imprevedibile: emanava infatti da quell'uomo - lo scrittore italiano più noto all'estero
e tradotto in quasi tutte le lingue - il fascino di un apostolo della democrazia e della
libertà. Dopo la scissione del Partito Socialista, Silone non seguì alcuno dei due
partiti rivali, anche se ha sempre manifestato la sua solidarietà ad un socialismo
democratico. Comunque, la sua attività principale è stata quella di scrittore.
Le opere scritte dopo la Liberazione - Una manciata di more (1952), Il segreto di Luca
(1956), La volpe e le camelie (1960), Uscita di sicurezza (1965), L'avventura d'un povero
cristiano (1968), continuano i temi e sviluppano la testimonianza da lui iniziata nelle
opere scritte all'estero. Pertanto egli è sempre rimasto un difensore della libertà e un
credente nella liberazione della povera gente dalla miseria e dalle vessazioni dei
potenti. Egli stesso precisava:
Lo scrivere non è stato per me, salvo che in qualche raro momento di grazia, un sereno
godimento estetico, ma la penosa e solitaria continuazione di una lotta, dopo essermi
separato dai miei compagni più cari.
Silone si è spento in Svizzera nel 1978.
Il caso Silone (da testimoni del Novecento)
Rassegna
stampa sul caso Silone (centro studi Piero Gobetti)
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