home |
|
Biografie
Riccardo Lombardi
Nato nel 1901 a Regalbuto (Enna). E' indubbiamente una delle figure più originali e
significative della storia del movimento socialista italiano. Giovane seguace di Guido
Miglioli e delle idee del sindacalismo cattolico di sinistra nei primi anni20,
militante di Giustizia e Libertà e poi tra i fondatori del Partito dAzione nel
1942, prefetto di Milano al momento della Liberazione, ministro dei Trasporti nel primo
governo De Gasperi (la sua unica esperienza governativa), allo scioglimento del Partito
dAzione Lombardi confluirà nel PSI, partito nel quale militerà fino alla morte,
leader con Nenni della corrente autonomista e poi, dopo la rottura allatto della
formazione del primo governo di centrosinistra, della minoranza di sinistra. A dispetto di
questa biografia così ricca, su Riccardo Lombardi (come, peraltro, per altri personaggi
di rilievo della storia italiana di questo secolo) manca ancora uno studio che ne
ricostruisca complessivamente lazione. Tale, infatti, non può essere considerata la
biografia di taglio giornalistico di Miriam Mafai (Lombardi, Feltrinelli, Milano 1976),
mentre il saggio più documentato resta quello di Emanuele Tortoreto (La politica di
Riccardo Lombardi dal 1944 al 1949, Edizioni di Movimento operaio e socialista, Genova
1972), cronologicamente però limitato allarco di pochi anni. Gli storici dei
partiti e dei movimenti politici spesso lamentano, per i propri studi, la mancanza di
documentazione. Eppure, in questo caso, i documenti, le carte necessarie sono ormai a
disposizione degli studiosi, grazie alla donazione da parte dello stesso Lombardi e dei
suoi famigliari, dellarchivio (diverse migliaia di documenti ed oltre novemila
lettere: cfr. linventario curato da Emilio Capannelli per il Servizio beni culturali
e librari della Giunta regionale toscana) alla Fondazione di studi storici Filippo
Turati di Firenze. Alcuni di queste lettere e documenti (in parte già pubblicati
nei due volumi di scritti lombardiani curata per Marsilio nel 1978 da Simona Colarizi),
relativi al periodo 1943-1947, al passaggio dalla lotta clandestina e partigiana alla
Liberazione e alla costruzione della democrazia, appaiono oggi in questo volume curato
(con qualche refuso di troppo) da Andrea Ragusa. Ne emerge, ancora una volta, la
particolarità della figura di Lombardi nell ambito del socialismo italiano di
questo dopoguerra. Ingegnere, studioso di Keynes e Schumpeter più che di Marx, attento
alla comprensione dei problemi più che alla lotta quotidiana di governo e di
sottogoverno, in Lombardi la pratica politica si coniugava al delineare scenari come
momento non disgiunto dallazione politica stessa. Da qui, forse, la critica spesso
rivolta a Lombardi di presbiopia politica, per la sua capacità, appunto, di vedere
politicamente lontano, perdendo di vista il dato politico immediato o forse, meglio,
quello partitico. In realtà, Lombardi fu anche uomo di partito, cosciente che a spaccare
si fa piu presto che unire.
Da qui la critica, tipica di Rosselli e di GL prima, del Partito dAzione poi, al
socialismo prefascista e a quello che Lombardi chiama il "verbalismo
rivoluzionario". Insomma, un Lombardi, più che presbite, lucidamente visionario o
utopisticamente concreto, se si preferisce, come di fronte al problema del blocco dei
licenziamenti, una misura adottata populisticamente durante lultimo periodo della
RSI e la cui revoca Lombardi dovette affrontare come Prefetto di Milano, sottolineando che
la questione non è di moralità; essa è di politica economica, ma anche insistendo sul
dato politico sulla necessita assoluta che si provveda senza indugio non solo alla
avocazione dei profitti di regime, ma altresi a una politica fiscale degna di un
governo democratico e che faccia pagare il costo della guerra e del fascismo e
lonere della ricostruzione a tutti coloro che risultano detentori di ricchezze.
Centrale diventa quindi, in questi scritti, la questione della costruzione della
democrazia: Che cosa è essenziale per la nascita di una democrazia in Italia? E
essenziale che il Paese sia attivizzato, che il piu gran numero possibile di
lavoratori di tutti i ceti sia interessato politicamente ed economicamente ad uno Stato
democratico, al punto che tutti si sentano minacciati quando la democrazia è in pericolo.
E cosi altri progetti, come listituzione di un istituto di revisione nazionale
(strumento per garantire ai lavoratori che le condizioni della libertà economica siano
fatte coincidere con i loro interessi essenziali e quindi con il benessere generale), la
sottolineatura del ruolo dellEuropa e di quello delle autonomie locali (fino a
proporre, lui Prefetto di Milano, labolizione della figura stessa di Prefetto). Il
teorico delle riforme di struttura, dellazione riformatrice e non riformista,
lideologo (e lo sconfitto) del primo centrosinistra è già in queste pagine.
Riccardo Lombardi morì nel 1984.
(a cura di Giovanni Scirocco)
torna a indice biografie  |