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         | Biografie  Giuseppe Saragat
 Nasce il 19 settembre 1898 a
        Torino da una famiglia di origine sarda e ben presto aderisce al neonato partito
        socialista. Fin dalla gioventù è su posizioni riformiste, la stessa corrente dei padri
        storici del socialismo nazionale come Filippo Turati, Claudio Treves, Andrea Modigliani,
        Camillo Prampolini e Ludovico DAragona.
 Lavvento del fascismo e della dittatura mussoliniana vedono il quasi trentenne
        Saragat collocarsi allopposizione del nuovo regime ed imboccare la via
        dellesilio: prima lAustria e poi la Francia dove incontrerà e collaborerà
        con tutti i massimi esponenti dellantifascismo in esilio: da Giorgio Amendola a
        Pietro Nenni. È in questo clima e alla luce di molte corrispondenze che gli giungono
        dalla Spagna, dove è in corso la guerra civile, che matura una profonda avversione per il
        comunismo sovietico e per ogni sua propaggine occidentale. Di converso
        comincia ad abbracciare il filone socialdemocratico nordeuropeo figlio della II
        Internazionale.
 
 La posizione saragattiana antisovietica fu assai lungimirante e poi confermata,
        nellultimo decennio del 900, dagli stessi avvenimenti storici, ma non
        altrettanto lungimirante fu laccettazione acritica delle posizioni
        secondointernazionaliste che erano state travolte dalla Prima Guerra Mondiale e dal lungo
        primo dopoguerra che aveva visto, anche a causa della debolezza della sinistra fortemente
        divisa tra massimalisti leninisti e riformisti socialdemocratici, la genesi e
        linstaurarsi in Europa delle dittature fasciste e nazista.
 
 Dopo la caduta di Mussolini, Giuseppe Saragat ritorna in Italia e, con Pietro Nenni e
        Lelio Basso, riunifica tutte le correnti socialiste dando origine al Partito Socialista di
        Unità Proletaria (Psiup) in cui, come in tutta la tradizione socialista, conviveranno sia
        le istanze riformiste, sia quelle massimaliste senza trovare, e anche questo fa parte
        della tradizione del socialismo italiano, un punto di sintesi e di accordo.
 
 Nel II Governo guidato dal demolaburista Ivanoe Bonomi, Saragat è Ministro senza
        portafoglio.
 Nelle elezioni per lAssemblea Costituente i socialisti sono, con oltre il 20 % dei
        suffragi, il secondo partito italiano alle spalle della Democrazia Cristiana e superano
        per pochi voti i comunisti del Pci di Palmiro Togliatti. In quanto seconda forza politica
        della penisola, al partito del sol dellavvenire va la presidenza dellAssemblea
        Costituente, e Nenni, entrato nel frattempo nel Governo guidato dal democristiano Alcide
        De Gasperi (Dc), indica Giuseppe Saragat come candidato socialista per ricoprire tale
        carica e il leader riformista viene eletto con la convergenza di tutti i partiti
        antifascisti (Dc, Pci, Psiup, Pri, PdA, Udn, Pli) che costituivano i governi di
        unità nazionale.
 
 Ma è proprio in questi mesi che lennesima e insanabile rottura tra i due tronconi
        del socialismo italiano: da un lato il sanguigno e popolare Pietro Nenni si
        batte per una stretta collaborazione con i comunisti (fino a ipotizzare una unificazione
        dei due partiti della sinistra) e per una scelta neutralista sul piano internazionale,
        dallaltra parte il colto e raffinato Giuseppe Saragat, che si ispira ai modelli
        scandinavi, si oppone strenuamente a tale ipotesi.
 
 Le fratture in casa socialista, seguendo la peggiore tradizione, sono sempre insanabili e
        nel gennaio 1947 Giuseppe Saragat abbandona il Psiup con gli uomini a lui fedeli e dà
        vita ad un partito socialista moderato e riformista (che sarà per anni lunico
        referente italiano del rinato Internazionale Socialista), il Partito Socialista dei
        Lavoratori Italiani (Psli). Tale partito pochi anni dopo, con lunificazione con la
        piccola pattuglia dei membri del Partito Socialista Unificato (Psu) dellex ministro
        Giuseppe Romita, assumerà definitivamente il nome di Partito Socialista Democratico
        Italiano (Psdi) di cui Giuseppe Saragat sarà unico leader.
 
 Il partito socialdemocratico assumerà ben presto posizioni molto moderate e
        filoatlantiche in contrasto con tutti gli altri partiti socialisti, socialdemocratici e
        laburisti dEuropa. Su 115 deputati socialisti eletti nel 1946 ben 52 se ne vanno con
        Saragat che, pur non riuscendo mai a conquistare il cuore della base
        socialista riuscirà a portare nella sua orbita sindacalisti, giornalisti e intellettuali
        che ritorneranno nel Psi solo nella seconda metà degli anni 60: in questa fase di
        fine anni 40 il movimento socialista si trovava in una peculiare e paradossale
        situazione per cui Nenni e il Psi avevano i voti e i militanti, Saragat e il Psdi la
        classe dirigente e i quadri intermedi.
 
 Simultaneamente allassunzione della guida della nuova creatura politica, Saragat
        abbandona la guida di Montecitorio alla cui presidenza viene eletto il comunista Umberto
        Terracini a cui spetterà lonore di tenere a battesimo, insieme al Capo provvisorio
        dello Stato Enrico De Nicola, al Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi (Dc) ed al
        Guardasigilli Giuseppe Grassi (Pli), la nostra Costituzione repubblicana.
 
 Nella primavera del 1947 De Gasperi si reca negli Usa ed al rientro estromette comunisti e
        socialisti dal governo varando una formula di governo quadripartito centrista composta,
        oltre che dalla Dc, dai repubblicani di Pacciardi (Pri), dai liberali di Einaudi (Pli) e
        dai socialdemocratici di Saragat (Psli) che assumerà la Vicepresidenza del Consiglio dei
        Ministri.
 
 È la svolta moderata nella politica italiana che verrà confermata dalle urne il 18
        aprile 1948 quando al Democrazia Cristiana sconfiggerà duramente con il 48,8 % dei voti,
        il Fronte Democratico Popolare, la lista unitaria della sinistra composta, per volontà di
        Nenni, dal Pci, dal Psi e da alcuni ex esponenti del Partito dAzione, che si
        fermerà ad uno scarso 32% dei consensi. In questa competizione elettorale Giuseppe
        Saragat si presenterà alla guida di una lista, composta dal suo Psli e da alcuni ex
        membri del Partito dAzione che non avevano aderito al tandem Togliatti-Nenni, con il
        nome di Unità Socialista conquistando un eccellente 7 % di voti: è questo il più alto
        risultato mai conseguito dai socialisti riformisti.
 
 Durante la prima legislatura i saragattiani, contro i quali si scateneranno lira e
        le accuse di tradimento della classe operaia dei comunisti, parteciperanno ai governi
        egemonizzati dalla Dc, ricoprendo, al pari delle altre forze laiche (Pli e Pri) un ruolo
        di comprimari, tanto che nel nuovo governo (De Gasperi 1948) Saragat sarà solo Ministro
        della Marina Mercantile.
 
 Le elezioni del 1953 vedono la sconfitta del quadripartito centrista che, pur conservando
        la maggioranza numerica in Parlamento, non la mantenne nel Paese e, soprattutto, non
        riuscirono a far scattare il meccanismo elettorale pseudomaggioritario (la cosiddetta
        legge truffa). Saragat ed il Psdi furono duramente sconfitto (cinismo
        cinico e baro come disse lo stesso leader socialdemocratico) e il partito entrò in
        ruolo secondario nel panorama politico e partitico nazionale da cui non è mai più
        uscito.
 
 Saragat fu uno dei sostenitori dellapertura ai socialisti di Nenni che dopo i fatti
        dUngheria del 1956, avevano abbandonato lopzione frontista con i comunisti di
        Togliatti. Prima Fanfani e poi Moro guideranno governi di centrosinistra a partire dai
        primi anni 60. Nel periodo 1966-69 si assisterà alla temporanea riunificazione dei
        due partiti socialisti, il Psu (Psi-Psdi Partito Socialista Unificati) con due cosegretari
        (Francesco De Martino e Mario Tanassi), ma con scarsi risultati elettorali (alle elezioni
        politiche del 1968 il Psu ebbe molti meno voti di quelli che avevano avuto 5 anni prima
        Psi e Psdi presentatisi separatamente).
 
 Dopo essere stato Vicepresidente del Consiglio dei Ministri nei Governi Scelba (1954) e
        Segni (1955), Saragat fu Ministro degli Esteri nel I e II Governo Moro (1963, 1964) di
        centrosinistra. Nel 1964, dopo le dimissioni anticipate de Presidente della Repubblica
        Antonio Segni (Dc), una vasta coalizione di parlamentari di sinistra su indicazione di
        Giorgio Amendola (Pci) e di Ugo La Malfa (Pri) votava per Giuseppe Saragat come nuovo Capo
        dello Stato che, con i voti dei Grandi elettori di Pci, Psi, Psdi, Pri e buona parte della
        Dc (che aveva visto bruciarsi sia il suo candidato ufficiale Giovanni Leone)
        era il primo socialista a insediarsi al Quirinale.
 
 Leit-motiv della sua presidenza fu la Resistenza e la volontà di attivarsi sempre per la
        costituzione di governi di centro-sinistra. Gli anni della presidenza Saragat furono
        caratterizzati dallinizio del terrorismo e dalla contestazione del 68. Nel
        1971 il democristiano Giovani Leone succede a Giuseppe Saragat (al quale sarebbe piaciuta
        una rielezione) nella carica di Presidente della Repubblica. Pochi altri uomini politici
        (Togliatti e Spadolini) seppero coniugare lazione politica con limpegno
        culturale come Saragat. Lanziano leader socialdemocratico si spegne a Roma nel 1988
        e toccanti furono le parole dedicategli sullorgano ufficiale del Pci, lUnità,
        da uno dei suoi grandi avversari comunisti, Giancarlo Pajetta, che tirò un rigo sulle
        polemiche di quasi un cinquantennio prima, affermando: Oggi è morto un
        compagno!.
 (a cura di Luca Molinari, dal
        sito www.ossimoro.it) 
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