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Biografie
Primo Levi

Primo Levi
nasce a Torino il 31 luglio del 1919, nella casa dove abiterà poi tutta la vita. I suoi
antenati sono degli ebrei piemontesi provenienti dalla Spagna e dalla Provenza.Il padre,
Cesare, nato nel 1878, si era laureato in ingegneria elettronica nel 1901. Dopo vari
soggiorni di lavoro allestero (Belgio, Francia, Ungheria), nel 1917 si sposò con
Ester Luzzati. Nel 1934
si iscrive al Ginnasio-Liceo DAzeglio, un istituto noto per aver ospitato docenti
illustri, oppositori del fascismo (Augusto Monti, Franco Antonicelli, Umberto Cosmo, Zino
Zini, Norberto Bobbio e molti altri). Il liceo è stato ormai «epurato» e si presenta
politicamente agnostico. Levi è uno studente timido e diligente, gli interessano la
chimica e la biologia, assai meno la storia e litaliano. Non si distingue
particolarmente, ma non ha insufficienze in alcuna materia. In prima liceo ha per qualche
mese come professore di italiano Cesare Pavese. Stringe amicizie che dureranno tutta la
vita. Lunghe vacanze a Torre Pellice, Bardonecchia, Cogne: inizia il suo amore per la
montagna. Nel 1937, alla
licenza liceale è rimandato a ottobre in italiano. Si iscrive al corso di chimica presso
la facoltà di Scienze dellUniversita di Torino. Nel 1938 il governo fascista
emana le prime leggi razziali: è fatto divieto agli ebrei di frequentare le scuole
pubbliche, tuttavia a chi è già iscritto allUniversità è consentito di
proseguire gli studi. Levi frequenta circoli di studenti antifascisti, ebrei e non;
stringe amicizia con i fratelli Artom. Legge Thomas Mann, Aldous Huxley, Sterne, Werfel,
Darwin, Tolstoj. Nel 1941, in luglio, Levi si laurea con pieni voti e
lode. Il suo diploma reca la menzione «di razza ebraica». Levi cerca affannosamente un
lavoro, perché la famiglia è a corto di mezzi, e il padre è morente per un tumore.
Trova un impiego semilegale in una cava damianto presso Lanzo: ufficialmente non
figura nei libri-paga, ma lavora in un laboratorio chimico. Il problema che gli viene
proposto e a cui si dedica con entusiasmo è quello di isolare il nichel che si rinviene
in piccole quantità nel materiale di discarica. Nel 1942 trova
una sistemazione economicamente migliore a Milano, presso la Wander, una fabbrica svizzera
di medicinali. In novembre, gli alleati sbarcano in Nord Africa. A dicembre, i
russi difendono vittoriosamente Stalingrado. Levi e i suoi amici prendono contatto con
alcuni esponenti dellantifascismo militante, e compiono
la loro rapida maturazione politica. Levi entra nel Partito dAzione clandestino.
il 25 luglio del 1943 cade il governo
fascista e Mussolini viene arrestato. Levi è attivo nella rete di contatti fra i partiti
del futuro Cln. Lotto settembre il governo Badoglio annuncia 1armistizio, ma
«la guerra continua». Le forze armate tedesche occupano il nord e centro Italia. Levi si
unisce a un gruppo partigiano operante in Val dAosta, ma allalba 13 dicembre
è arrestato presso Brusson con altri due compagni. Levi viene avviato nel campo di
concentramento di Carpi-Fossoli. Nel febbraio del 1944 il campo di Fossoli viene preso in
gestione dai tedeschi, i quali avviano Levi e altri prigionieri, tra cui vecchi, donne e
bambini, su un convoglio ferroviario con destinazione Auschwitz. Il viaggio dura cinque
giorni. Allarrivo gli uomini vengono divisi dalle donne e dai bambini, e avviati
alla baracca n. 30. Levi attribuisce la sua sopravvivenza ad una serie di circostanze
fortunate. La sua conoscenza sufficientemente estesa del tedesco gli permette di
comprendere gli ordini dei suoi aguzzini. Inoltre dalla fine del 1943, dopo
Stalingrado, la carenza di manodopera in
Germania è tale che diventa indispensabile utilizzare anche gli ebrei, serbatoio di
manodopera a prezzo nullo. « I disagi materiali, la fatica, la fame, il freddo, la sete,
tormentando il nostra corpo, paradossalmente riuscivano a distrarci dalla infelicità
grandissima del nostro spirito. Non si poteva essere perfettamente infelici. Lo dimostra
il fatto che in Lager il suicidio era un fatto assai raro. Il suicidio è un fatto
filosofico, è determinato da una facoltà di pensiero. Le urgenze quotidiane ci
distraevano dal pensiero: potevamo desiderare la morte, ma non potevamo pensare di darci
la morte. Io sono stato vicino al suicidio, allidea del suicidio, prima e dopo il
Lager, mai dentro il Lager ». Per tutta la durata della permanenza nel Lager, Levi riesce
a non ammalarsi, ma contrae la scarlattina proprio quando nel gennaio I
945 i tedeschi,
sotto 1avvicinarsi delle truppe russe, evacuano il campo, abbandonando gli ammalati
al loro destino. Gli altri prigionieri vengono rideportati verso Buchenwald e Mauthausen e
muoiono quasi tutti. «Devo dire che 1esperienza di Auschwitz è stata tale per me
da spazzare qualsiasi resto di educazione religiosa che pure ho avuto... Ce
Auschwitz, quindi non può esserci Dio. Non trovo una soluzione al dilemma. La cerco, ma
non la trovo». Levi
vive per qualche mese a Katowice, in un campo sovietico di transito: lavora come
infermiere. Nel giugno inizia il viaggio di rimpatrio, che si protrarrà assurdamente fino
allottobre. Levi e i suoi compagni percorrono un itinerario labirintico, che li
conduce dapprima in Russia Bianca e poi finalmente in patria (il 19 ottobre)
attraverso 1Ucraina, la Romania, lUngheria, lAustria. E' questa
lesperienza che Levi racconterà ne La tregua. Difficile
reinserimento nellItalia disastrata del dopoguerra. Levi trova lavoro presso la
fabbrica di vernici Duco-Montecatini, in Avigliana, nei pressi di Torino. E' ossessionato
dalle traversie subite e scrive febbrilmente Se questo è un uomo. «In Se
questo è un uomo ho cercato di scrivere le cose più grosse, più pesanti, e più
importanti. Mi sembrava che il terna dellindignazione dovesse prevalere: era una
testimonianza di taglio quasi giuridico, nella mia intenzione doveva essere un atto
daccusa non a scopo di provocare una rappresaglia, una vendetta, una
punizione , ma sempre una testimonianza. Perciò certi argomenti mi sembravano un
po marginali, allora, unottava più in basso; e li ho poi scritti molto tempo
dopo». Si
licenzia dalla Duco. Breve e frustrante esperienza di lavoro autonomo con un amico. A
settembre del 1947 sposa Lucia Morpurgo, da cui ha deu figli: Lisa Lorenza e Renzo. Levi
presenta il dattiloscritto alla casa editrice Einaudi, ma la proposta viene declinata con
una formulazione generica. Per intervento di Franco Antonicelli, il libro viene pubblicato
dalleditore De Silva in 2500 esemplari. Buone accoglienze critiche, ma scarso
successo di vendita. Levi ritiene concluso il suo compito di scrittore-testimone e si
dedica per intero alla professione di chimico. In dicembre accetta un posto di chimico in
laboratorio presso la Siva, piccola fabbrica di vernici tra Torino e Settimo Torinese. In
pochi anni ne diviene il direttore. Nel 1956 una
mostra della deportazione in Torino incontra uno straordinario successo. Levi è assediato
da giovani che lo interrogano sulle sue esperienze di deportato. Ritrova la fiducia nei
suoi mezzi espressivi, e ripropone Se questo è un uomo alleditore Einaudi,
che questa volta decide di pubblicarlo nella collana « Saggi »: da allora non cesserà
di essere ristampato e tradotto. Nel 1963 Einaudi pubblica La tregua, che
ottiene accoglienze critiche molto favorevoli. Il «risvolto» di copertina è redatto da
Italo Calvino. Settembre. La tregua vince a Venezia la prima edizione del Premio
Campiello. Nel 1978 pubblica
La chiave a stella, storia di un operaio montatore piemontese che gira il mondo a
costruire tralicci, ponti, trivelle petrolifere, e racconta incontri, avventure,
difficoltà quotidiane del proprio mestiere. A luglio, La chiave a stella vince
il Premio Strega. Nell'aprile del 1982
esce Se non ora, quando?, con immediato successo. A giugno il romanzo vince il
Premio Viareggio, a settembre il Campiello. Nell'aprile
del 1986 pubblica I sommersi e i salvati, che rappresenta la summa delle sue
riflessioni suggerite dallesperienza del Lager. Muore a Torino l'11
aprile del 1987, nella sua casa.
(tratto da Primo Levi, la vita e le opere,
link al sito Shoa)
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