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Biografie

pallanimred.gif (323 byte) Paolo Emilio Taviani

Nato a Genova il 6 novembre 1912. Nell'università del capoluogo ligure studiò e poi insegnò dalla cattedra di storia delle dottrine economiche (aveva altre tre lauree, oltre a quella di economia: Legge, Scienze sociali e Filosofia).
Dal 1931 al 1934 era stato presidente della Fuci, l'organizzazione degli universitari cattolici. Per le sue posizioni antifasciste, nel '43 fu posto al confino di polizia. Nell'estate di quell'anno, Taviani organizzò a Genova la fusione tra i Cristiano Sociali e i superstiti del Partito Popolare. Fu tra i fondatori del Cnl di Genova, durante l'occupazione tedesca, e rappresentò le formazioni cattoliche nella resistenza. Taviani fu uno dei tre dirigenti dell'insurrezione della città che costrinse alla resa un intero corpo d'armata nazista, prima dell'arrivo degli alleati. Il racconto di quelle giornate dell'aprile del '45 è contenuto nel suo libro «Breve storia dell' insurrezione di Genova». Alla fine della guerra Taviani fu tra i fondatori della Domocrazia Cristiana.
Fu eletto alla Costituente e da allora è sempre stato in Parlamento. Della Dc Taviani è stato prima vice segretario (dal '46 al '48) e poi segretario nazionale (dal '48 al '50). Dal giugno del 1950 rappresentò l'Italia ai lavori per la stipula del Piano Schuman; al governo arrivò nel luglio del 1951, come diretto collaboratore di Alcide De Gasperi (fu nominato suo sottosegretario agli Esteri): per cinque anni, dal '53 al '58, ebbe la responsabilità continua del dicastero della Difesa. Fu poi ministro delle Finanze (dal '59 al '60), del Tesoro (dal '60 al '62), dell'Interno (dal '62 al '68), del Mezzogiorno (dal '68 al '72), del Bilancio (dal '72 al '73) e, infine, di nuovo dell'Interno (dal '73 al '74).
Taviani ha vissuto dal centro della stanza dei bottoni tutta la storia dell'Italia dei governi centristi, prima, e di centrosinistra, poi. Nel partito della Dc, Taviani, di formazione moderata, si collocò sempre in un ruolo centrale, di mediazione. Quanto la Dc affrontò la svolta del centrosinistra, uscì dal gruppo doroteo e promosse la componente dei cosiddetti «pontieri», che aveva l'obiettivo di gettare un ponte fra il centro del partito e le sue componenti di sinistra. I suoi anni al ministero dell'Interno (dal '62 al '68), lo trovarono a dover fronteggiare le emergenze dell'ordine pubblico legate all'esplodere della contestazione. L'istituzione delle Regioni, nel '68, fu uno dei suoi successi politici. Finita l'esperienza ministeriale, Taviani fu mandato dal partito al Senato nel 1976. Vice presidente dell' Assemblea, nel '91 fu nominato da Cossiga senatore a vita. L'ultima apparizione pubblica di Taviani risale al 30 aprile 2001, quando presiedette la prima seduta dell' Assemblea di Palazzo Madama della nuova legislatura.


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