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         | Biografia  Pietro
        Malvestiti Nacque in provincia di Macerata, ad Apiro, il 26 giugno 1899 e
        fu il primo di dieci figli. Trasferitosi in Lombardia ottenne, in un collegio religioso,
        il diploma di ragioniere. Partecipò in qualità di ufficiale alla prima guerra mondiale e
        gli fu conferita la Croce al Merito. Subito dopo il conflitto trovò lavoro presso la
        Banca Popolare di Milano e frequentò un corso per propagandisti cattolici. Ne seguì un
        forte impegno nella propaganda religiosa che lo portò ad essere un costante oratore nelle
        Settimane sociali che si svolgevano nella diocesi Milanese. Non mancò inoltre di
        impegnarsi verso il movimento operaio e nei confronti dei reduci. Nel primo caso fu un
        sindacalista bianco, nel secondo venne invece nominato segretario provinciale
        dellUnione nazionale reduci di guerra. In questo ruolo, per via delle prudenti
        posizioni assunte dallassociazione verso il fascismo, entrò presto in contrasto con
        la dirigenza romana e fondò la Lega lombarda reduci di guerra che fu poi una delle prime
        associazioni sciolte dal regime. Contestò il fascismo fin dalle origini rifiutando la sua
        idea dellunità etica dello Stato, la creazione del sindacato unico, la concezione
        corporativa, non mancando di rimproverare quei cattolici che appoggiavano il regime
        nellintento di cristianizzarlo. Allinterno dellAzione Cattolica lavorò
        per la formazione del Movimento guelfo dazione che si costituì nel 1928. Subito
        dopo lo scontro del 31 fra Chiesa e fascismo, il Movimento guelfo intraprese una
        campagna in nome di "Cristo re" contro il regime ritenuto essere la negazione
        del cattolicesimo. Tali posizioni portarono lOvra a compiere numerosi fermi; lo
        stesso Malvestiti fu arrestato il 20 marzo del 1933 e dopo nove mesi di carcere condannato
        dal Tribunale speciale a cinque anni di reclusione. Scarcerato per via delle precarie
        condizioni di salute dovette impegnarsi a non svolgere attività politica per tutta la
        durata della condanna. Costretto a lavori saltuari presso diverse aziende, riallacciò
        cautamente i rapporti politici ed elaborò i "dieci punti" del movimento
        neoguelfo e il "programma di Milano", piattaforma essenziale per la nascita
        della Democrazia Cristiana. Fra il settembre e lottobre del 1944 fu ministro delle
        Finanze della Repubblica partigiana sorta in Val dOssola e dopo la sua caduta
        riparò in Svizzera, dalla quale fece ritorno nel 1945 come membro del Comitato nazionale
        di liberazione per lAlta Italia. Nel secondo dopoguerra è stato membro della
        Democrazia Cristiana e più volte deputato, assumendo anche incarichi di Governo. Fra il
        1958 e il 1959 è stato vicepresidente della Commissione Cee e nel triennio 1960-1963
        presidente dellAlta Autorità della Ceca. E morto a Milano il 5 novembre 1964. (a cura di Massimiliano Tenconi)     |