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Biografia

pallanimred.gif (323 byte) Pietro Malvestiti

Nacque in provincia di Macerata, ad Apiro, il 26 giugno 1899 e fu il primo di dieci figli. Trasferitosi in Lombardia ottenne, in un collegio religioso, il diploma di ragioniere. Partecipò in qualità di ufficiale alla prima guerra mondiale e gli fu conferita la Croce al Merito. Subito dopo il conflitto trovò lavoro presso la Banca Popolare di Milano e frequentò un corso per propagandisti cattolici. Ne seguì un forte impegno nella propaganda religiosa che lo portò ad essere un costante oratore nelle Settimane sociali che si svolgevano nella diocesi Milanese. Non mancò inoltre di impegnarsi verso il movimento operaio e nei confronti dei reduci. Nel primo caso fu un sindacalista bianco, nel secondo venne invece nominato segretario provinciale dell’Unione nazionale reduci di guerra. In questo ruolo, per via delle prudenti posizioni assunte dall’associazione verso il fascismo, entrò presto in contrasto con la dirigenza romana e fondò la Lega lombarda reduci di guerra che fu poi una delle prime associazioni sciolte dal regime. Contestò il fascismo fin dalle origini rifiutando la sua idea dell’unità etica dello Stato, la creazione del sindacato unico, la concezione corporativa, non mancando di rimproverare quei cattolici che appoggiavano il regime nell’intento di cristianizzarlo. All’interno dell’Azione Cattolica lavorò per la formazione del Movimento guelfo d’azione che si costituì nel 1928. Subito dopo lo scontro del ’31 fra Chiesa e fascismo, il Movimento guelfo intraprese una campagna in nome di "Cristo re" contro il regime ritenuto essere la negazione del cattolicesimo. Tali posizioni portarono l’Ovra a compiere numerosi fermi; lo stesso Malvestiti fu arrestato il 20 marzo del 1933 e dopo nove mesi di carcere condannato dal Tribunale speciale a cinque anni di reclusione. Scarcerato per via delle precarie condizioni di salute dovette impegnarsi a non svolgere attività politica per tutta la durata della condanna. Costretto a lavori saltuari presso diverse aziende, riallacciò cautamente i rapporti politici ed elaborò i "dieci punti" del movimento neoguelfo e il "programma di Milano", piattaforma essenziale per la nascita della Democrazia Cristiana. Fra il settembre e l’ottobre del 1944 fu ministro delle Finanze della Repubblica partigiana sorta in Val d’Ossola e dopo la sua caduta riparò in Svizzera, dalla quale fece ritorno nel 1945 come membro del Comitato nazionale di liberazione per l’Alta Italia. Nel secondo dopoguerra è stato membro della Democrazia Cristiana e più volte deputato, assumendo anche incarichi di Governo. Fra il 1958 e il 1959 è stato vicepresidente della Commissione Cee e nel triennio 1960-1963 presidente dell’Alta Autorità della Ceca. E’ morto a Milano il 5 novembre 1964.

(a cura di Massimiliano Tenconi)

 

 

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