Biografia
Guglielmo Giuseppe Vittorio (comandante Vittò)
Nasce a Sanremo il 2 febbraio del 1916 nel pieno della Prima guerra mondiale. Emigra
giovanissimo in Francia per lavoro e al momento di svolgere il servizio militare, avendo
già una radicata coscienza antifascista, diserta e decide di arruolarsi nelle Brigate
internazionali al fine di combattere l'insurrezione fascista avvenuta in Spagna. Animato
dalla volontà di difendere la Repubblica democratica spagnola Vittò organizza l'espatrio
di una trentina di antifascisti sanremesi.
Insieme ad altri sei compagni viene fermato a Breil e, nonostante il fatto che al
governo della Francia ci fosse il Fronte popolare, viene fatto rimpatriare. Durante il
rimpatrio salta giù dal treno e, una volta raggiunto Mentone, viene prima nascosto e poi,
giunto a Nizza, viene messo in condizione di arrivare, nel febbraio del 1937, a Figueres
dove si arruola nel Battaglione Garibaldi.
Vittò in Spagna partecipa a numerose battaglie tra le quali quella del Guadarrama, di
Estremadura e quella, molto famosa, combattuta sul fiume Ebro. Una volta sconfitta la
Repubblica spagnola, passa i Pirenei nel febbraio del 1939 nel tentativo di cercare
rifugio in Francia. Catturato dalla polizia francese viene rinchiuso, riesce a fuggire,
per poi essere nuovamente catturato.
Tornerà in Italia soltanto due anni dopo la firma dell'armistizio con la Francia.
Arrestato come renitente alla leva in occasione della visita a Sanremo di Vittorio
Emanuele III viene assegnato alla Divisione Siena sul fronte greco-albanese.
Successivamente viene mandato sull'isola di Creta dove viene condannato per
insubordinazione a 4 anni e 7 mesi.
Rientrato a Sanremo in licenza nell'agosto del 1943 non tornerà più a Creta e salirà
in montagna all'indomani dell'8 settembre dove assumendo il nome di battaglia di Ivano
organizzerà i primi resistenti. Da partigiano partecipa a numerosi scontri e sarà ferito
da una pallottola che gli resterà in corpo per tutta la vita. Nel dicembre del 1944,
forte di una grande esperienza militare maturata in seguito a otto anni di guerra, assume
il comando della II Divisione d'assalto Garibaldi Felice Cascione, nella I zona Liguria.
Tra i partigiani che hanno combattuto al suo fianco c'era anche Italo Calvino, il quale
prese spunto da Vittò per un personaggio di uno dei suoi romanzi più famosi, il
comandante Ferriera de "Il sentiero dei nidi di ragno".
La medaglia d'argento riconosciutagli dopo la Liberazione non lo ha fatto sedere sugli
allori e, dal dopo guerra ai giorni nostri, ha sempre dato un importante contributo a
quella che è stata la vita politica e sociale di tutto il ponente ligure.
(a cura di Romano Lupi, da "Liberazione", 25 aprile 2002)
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