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Biografia

pallanimred.gif (323 byte) Teresa Noce

Nata nel 1900 a Torino. A sei anni portatrice di pane, poi stiratrice, sarta, operaia. Sulle panchine di Corso Vinzaglio, impara a leggere compitando i titoli della Gazzetta di Torino o de La busiarda, così veniva chiamata La Stampa. Socialista, nel 1921 è tra i fondatori del Partito Comunista d’Italia. Durante il fascismo fugge all’estero (1927) insieme a Luigi Longo, leader storico del partito che aveva sposato l’anno prima. Fu più volte arrestata per attività antifascista e di propaganda sia in Francia, sia in Italia. Diresse il foglio comunista "Il grido del popolo", a cui collaborava tra gli altri Leo Valiani. A Parigi nel 1937 pubblica Gioventù senza sole [Editori Riuniti 1978], romanzo autobiografico che racconta l'infanzia e l'adolescenza di Estella nella Torino del primo ventennio del secolo. Dopo aver diretto tra il '41 e il '43, in Francia, le azioni dei France-tireurs-partisans, con il nome di battaglia di Estella, viene arrestata dai tedeschi e internata nel lager di Ravensbruck. Liberata, al ritorno dal lager in Italia riprende la lotta politica: è membro della Consulta nazionale, poi deputato all'Assemblea costituente. Si deve a Teresa Noce, prima firmataria, il progetto di legge in difesa della maternità, proposto a fine agosto del '47 dalla CGIL e approvato dal Parlamento nel giugno del '48. Esso conteneva tre punti principali: estensione del diritto al riposo per maternità a tutte le donne lavoratrici, riposo obbligatorio pagato al 100%, istituzione dei nidi d'infanzia e delle sale per l'allattamento nei luoghi di lavoro.

Fu alla guida della Fiot, il sindacato dei tessili e membro della direzione del Pci fino al 1954 quando ritornò alla vita privata dopo il divorzio, non senza polemiche, da Luigi Longo. 

Nel 1974 pubblica con La Pietra, poi ripreso nel 1977 da Bompiani, Rivoluzione di professione e in 450 pagine concentra la storia personale, quella del Partito comunista e quella del 900. L'esperienza della guerra e soprattutto della prigionia coincide con il ricordo della solidarietà a Ravensbruck, dove consente la sopravvivenza di un gruppo di ebree ungheresi destinate a sicura morte.

È morta a Bologna all’età di 80 anni.


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