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Biografia

pallanimred.gif (323 byte) Timoteo Bernardini (detto Angiolino)

Nato a Genzano di Roma il 24 gennaio 1901 da Giov. Battista e da Luisa Paoloni Luisa. Sposato con Nazzarena Pontesilli. Iscritto fin dalla fondazione al PcdI. Attivissimo nella propaganda, teneva conferenze nei Castelli Romani e prendeva parte a tutte le manifestazioni clandestine. Nel giugno del 1924 fu arrestato perché trovato in possesso di una grande bandiera rossa da esporre per l'anniversario della morte di Lenin e di un mazzetto di gelatine. Fu denunciato per incitamento all'odio di classe, istigazione a delinquere ed altri reati di minore importanza; con ordinanza del Giudice Istruttore di Velletri, in data 27/8/1925, fu dichiarato non doversi procedere per amnistia. Il 3 dicembre del 1926 fu assegnato al confino di polizia a Favignana per cinque anni, perché "elemento pericoloso per l'ordine nazionale dello Stato".  Nell'aprile del 1927 fu trasferito nella colonia di Ustica e di qui a Ponza. Ultimato il periodo di assegnazione al confino di polizia, il 16 dicembre 1929 rientrò a Genzano. Richiamato alle armi, fu assegnato al 21° Gruppo Automobilistico di Stanza a Bengasi. Trasferitosi a Roma, gestiva una trattoria. Dopo l'8 settembre del '43, collaborò attivamente alla Resistenza romana, rifornendo di viveri i partigiani, riempiendo la sua cantina di armi e dando l'esempio per le prime azioni gappistiche nella sua zona. Catturato nella primavera del 1944 dalla banda Koch, terribilmente torturato, per non parlare si tagliò le vene dei polsi, tentando di suicidarsi. Trasportato in ospedale, riuscì a salvarsi. Nel dopoguerra continuò a militare nel Pci. Morì a Roma il 15 marzo del 1960.
   

 

 

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