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Biografia
Mario Pannunzio
Nato a Lucca nel 1910. La famiglia della madre
apparteneva alla aristocrazia nera della città. Il padre era un avvocato abruzzese,
militante comunista. Pannunzio però aveva studiato e si era formato a Roma frequentando,
fin da giovanissimo, gli ambienti letterarie e artistici degli anni Trenta a cui si era
accostato con lo spirito critico e il tono aristocratico della madre, insieme alla
passione politica ereditata dal padre. Fra i frequentatori della celebre saletta del
caffè Aragno, dove si raccoglieva lintelligenza antifascista dellepoca, egli
si distingueva per il suo eclettismo. Si sarebbe tentati di dire che le influenze
contrastanti dei genitori avessero sviluppato in lui il chiaro orientamento liberale, la
fermezza di carattere, il disinteresse assoluto, leccezionale discrezione, la
naturale riservatezza e amabilità di modi. In più un innato gusto artistico ed un rigore
morale e di stile che trasparivano chiaramente nei giornali e nelle riviste che creò e
diresse. Per un certo tempo si era dedicato anche alla pittura e al cinema come regista e
sceneggiatore, ma la sua attività principale fu di carattere politico, culturale e
giornalistico.
Nel 1932 fondò la rivista "Oggi" che dovette chiudere
dopo pochi numeri per ragioni politiche. Collaborò quindi con Leo Longanesi alla
redazione del primo rotocalco italiano "Omnibus", presto soppresso dalla
censura fascista. La stessa sorte ebbero altri due settimanali: "Tutto" ed
"Oggi", diretti insieme ad Arrigo Benedetti.
Dopo l'armistizio dell'8 settembre del '43, nel periodo
clandestino partecipò alla resistenza e insieme ad altri amici fondò il Partito
Liberale; nel dicembre 1943 fu anche arrestato e imprigionato a Regina Coeli per alcuni
mesi, sfuggendo per caso alle Fosse Ardeatine.
La politica, sia pure espressa con i mezzi che gli erano propri,
rimase per Pannunzio limpegno preminente. Dopo la liberazione diresse il
"Risorgimento Liberale" che fu considerato il più bel quotidiano politico del
dopoguerra, fino alla sua uscita dal partito. Nel febbraio del 1949 fonda Il Mondo, che s'impose come uno dei giornali più nuovi
nel panorama italiano. D'ispirazione crociana, il Mondo fu anche il giornale dei
ribelli, di chi non accettava supinamente il metodo manicheo, di chi respingeva le
soperchierie e le storture della vita italiana e si riconosceva nelle battaglie che il
settimanale conduceva per i diritti civili contro il malcostume, le speculazioni, il
sottogoverno. Un giornale indubbiamente di èlites, ma che esercitò un grande fascino fra
i giovani.
Il grande prestigio del giornale spiega il numero e la qualità
di collaboratori italiani e stranieri. Apparvero sul Mondo, oltre a quella di Benedetto
Croce e dei crociani Carlo Antoni e Vittorio De Caprariis, le firme di Luigi Einaudi,
Ernesto Rossi, Carlo Sforza, Ivanoe Bonomi, Thomas Mann, Wilhelm Roepke, Stephen Spender,
Angelo Tasca, Evelyn Waugh, Gaetano Salvemini, Piero Calamandrei, Riccardo Bacchelli,
Vitaliano Brancati, Corrado Alvaro, Tommaso Landolfi, Alberto Moravia, Truman Capote,
Arturo Carlo Jemolo e moltissimi altri scrittori, studiosi, politici, letterati. E ancora,
titolari di rubriche furono Antonio Cederna, Nicola Chiaromonte, Aldo Garosci, Guido
Calogero, Giorgio Vigolo, Carlo Falconi, Marco Cesarini Sforza.
Nel dicembre del 1955 fu
tra i fondatori del Partito radicale, inizialmente denominato Partito Radicale dei
Democratici e dei Liberali Italiani, insieme a Guido Calogero, Francesco Compagna,
Giovanni Ferrara, Felice Ippolito, Franco Libonati, Alberto Mondadori, Arrigo Olivetti,
Marco Pannella, Leo Valiani, Leopoldo Piccardi, Rosario Romeo, Ernesto Rossi, Nina
Ruffini, Eugenio Scalfari, Paolo Ungari.
Morì il 10 febbraio del
1968.
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