Egregio signore,
due dei più autorevoli e stimati uomini di scienza italiani, turbati
nelle loro coscienze, si rivolgono a me e mi pregano di scriverle al fine di impedire, se
possibile, un duro provvedimento che minaccia gli studiosi italiani. Si tratta del
giuramento di fedeltà al regime fascista. La mia preghiera è che lei voglia consigliare
al signor Mussolini di risparmiare al fiore dellintelletto italiano
unumiliazione simile.
Per quanto diverse possano essere le nostre convinzioni politiche, io
so che vè un punto fondamentale che ci unisce; entrambi riconosciamo e ammiriamo
nello sviluppo intellettuale europeo il bene più alto. Esso si fonda sulla libertà di
pensiero e di insegnamento e sul principio che la ricerca della verità deve precedere
ogni altro fine. È solo basandosi su un tale principio che la nostra civiltà è potuta
sorgere in Grecia, celebrando la sua rinascita in Italia nellepoca del Rinascimento.
Quel bene, il più prezioso che noi possediamo, è stato pagato col sangue di martiri, di
uomini puri e grandi, per opera dei quali lItalia è tuttora amata e onorata.
Non è mia intenzione discutere con lei le giustificazioni che la
ragion di Stato può avanzare circa gli attentati alla libertà umana. Ma la ricerca della
verità scientifica, svincolata dagli interessi materiali di tutti i giorni, dovrebbe
essere sacra a ogni governo, ed è per tutti del più alto interesse che i leali servitori
della verità scientifica vengano lasciati in pace. Ciò è anche, senza dubbio,
nellinteresse dello Stato italiano e del suo prestigio agli occhi del mondo.