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Dibattito
Resistenza e revisionismo
"Risposta a Galli della Loggia. Io, la
Patria
e i doveri di testimone"
di Carlo Azeglio Ciampi
Chiarissimo Professore, non sono uno storico, non intendo sostituirmi
agli storici. Ho vissuto, come giovane ufficiale di complemento, le drammatiche
vicende del 1943: sono quindi, e so di essere, soltanto un
testimone. Ho vissuto il collasso dello Stato; ho vissuto lo smarrimento
dellassenza di ordini in un momento, credo, il più tragico nella
storia della nostra Italia. Come tanti altri nelle mie condizioni,
trovammo nelle nostre coscienze lorientamento: in quelle coscienze
vibrava profondo il senso della Patria.
Questo intendo dire con la mia testimonianza di cittadino. La mia
successiva esperienza al servizio dello Stato per oltre cinquantanni
non mi consente di condividere lopinione che, per tutto quel
periodo, pur così travagliato, lItalia sia stata una democrazia
senza Patria.
Come Presidente della Repubblica Italiana, sin dal primo giorno del
mandato, ho ritenuto di dover esprimere con immediatezza il mio
animo. Ho avvertito come spontanea risposta degli italiani un forte
desiderio di riconoscersi nellaffermazione di valori condivisi. Di qui il
consenso e la partecipazione a ogni iniziativa che attesti
pubblicamente quei valori, senza retorica ma con puntuali richiami a
istituzioni, fatti, episodi.
Amo la lettura dei libri di storia. Ho grande rispetto per il lavoro,
documentario e interpretativo, degli storici. So quanto siano
essenziali, nelluno e nellaltro aspetto, lautonomia di ricerca e di
giudizio, la ripulsa di ogni condizionamento. Sono valori che fanno
parte costitutiva delletica civile, sulla cui solidità si fonda la stessa
unità nazionale.
Non ritengo però che sia di esclusiva competenza degli storici di
professione il riflettere sul passato.
È da questa riflessione che ogni cittadino, e ancor più chi ha
responsabilità politiche o istituzionali, deve trarre ispirazione per il
proprio impegno civile, per il proprio operare. Rendere poi note
queste riflessioni e valutazioni non è unatto censorio, ma un atto
dovuto. Vuole contribuire a tener vivo nei cittadini un forte senso della
Patria. Sono lieto che Lei esprima in proposito un giudizio positivo.
Con viva cordialità,
Carlo Azeglio Ciampi
( Corriere della sera, 5 marzo 2001) |