La Resistenza in Europa 
          
        La Resistenza in Polonia 
        L'invasione tedesca della Polonia,
        avvenuta il I settembre del 1939 diede inizio alla II guerra mondiale. Il 3 settembre la
        Francia e l'lnghilterra dichiararono guerra alla Germania, il 17 settembre la Polonia fu
        aggredita ad'est dall'Unione Sovietica. La sconfitta della Polonia fu inevitabile di
        fronte all'enorme supremazia dei due nemici e all'astenersi dalle operazioni militari da
        parte della Francia e della Gran Bretagna. Così la Polonia si trovò nuovamente sotto
        l'occupazione di due Stati  caratterizzati entrambi da sistemi totalitari. 
        Nel corso dei 18 mesi dell'occupazione, le autorità sovietiche sterminarono la classe
        dirigente polacca, arrestarono e deportarono nei lager centinaia di migliaia di persone,
        dove la stragrande maggioranza morì di fame. Nella primavera del 1940 su ordine personale
        di Stalin e di altri dirigenti dell'URSS a Katyn e in altre località furono trucidati 15
        ufficiali dell'esercito polacco e 7 mila altri prigionieri di guerra tra medici, studiosi,
        avvocati, ingegneri, cappellani ed insegnanti. 
        Orribile fu anche la vita dei cittadini polacchi sotto l'occupazione tedesca in modo
        particolare venivano perseguitate le elites. Le autorità tedesche chiusero università e
        scuole superiori, saccheggiarono e portarono in Germania i tesori della cultura polacca,
        mentre proseguivano gli arresti e le esecuzioni di massa. Gli occupanti organizzarono una
        rete di campi di concentramento, in cui prigionieri lavoravano come schiavi e dove furono
        trucidate centinaia di migliaia di persone. Nelle camere a gas installate nei campi di
        sterminio (Auschwitz, Majdanek, Treblinka) trovarono la morte circa 3 milioni di ebrei
        polacchi, nonché i polacchi e cittadini di altri Stati. 
        La sconfitta della campagna di settembre non soffocò la resistenza dei polacchi, si
        formò in esilio il governo polacco riconosciuto dagli Stati della coalizione
        antihitleriana e ne diventò primo ministro Wladyslaw Sikorski. Mentre nel Paese sorse
        l'Armata Nazionale (Armia Krajowa) e la rappresentanza del governo clandestina. Si
        svilupparono forme di insegnamento clandestino, venivano pubblicate centinaia di testate
        di stampa clandestina, si stampavano libri vietati.  
        Il governo in esilio sin dal 1940 cominciò a formare forze armate in Occidente, basti
        ricordare la partecipazione dei polacchi alla vittoriosa battaglia aerea dell'lnghilterra.
        Dopo l'attacco della Germania all'Unione Sovietica (giugno 1941), in seguito all'accordo
        polacco - sovietico, nell'URSS si formarono le forze armate polacche con a capo il
        generale Wladyslaw Anders. Quest'esercito, dopo l'evacuazione nel Medio Oriente avvenuta
        nel 1942, si rese famoso nelle lotte liberatrici in Italia (battaglia di Monte Cassino). 
        La controffensiva dell'Armata Rossa peggiorò la situazione della Polonia nei confronti
        dell'URSS, la quale nel 1943 ruppe i rapporti diplomatici con il governo polacco; i
        comunisti residenti nell'Unione Sovietica fondarono l'Unione dei Patrioti Polacchi ed
        iniziò a formarsi anche una divisione militare sotto i loro auspici.  
        Il 1943 fu un anno particolarmente tragico per la Polonia, in uma catastrofe aerea
        morì il primo ministro, generale Wladyslaw Sikorski, fu arrestato il commandante
        dell'Armata Nazionale Stefan Grot-Rowecki e in maggio nel ghetto di Varsavia scoppiò
        un'insurrezione, soffocata brutalmente dai tedeschi. Nel luglio 1944, dopo aver
        attraversato il fiume Bug, i sovietici istituirono il Comitato Polacco di Liberazione
        Nazionale (PKWN), sottomesso al regime. 
        L'ultimo tentativo di conquistarsi la piena indipendenza fu rappresentata
        dall'insurrezione di Varsavia, scoppiata il 1agosto 1944. La rivolta durò fino al 2
        ottobre e vi persero la vita circa 17 mila insorti e 180 mila abitanti della capitale.
        Dopo la sconfitta dell'insurrezione i tedeschi cominciarono a radere al suolo la città.
        Durante l'insurrezione e poi anche durante la distruzione di Varsavia, l'Armata Rossa non
        intervenne.  
        Il destino della Polonia fu determinato alla conferenza di Jalta
        (4-11febbraio 1945), nella quale essa non fu rappresentata. Le tre potenze con a capo
        Roosvelt, Churchill e Stalin decisero di convocare il Governo Provvisorio di Unità
        Nazionale, composto da mebri del governo prosovietico e da militanti politici in esilio,
        che doveva indire elezioni libere, ma ciò non fu mai realizzato. 
        Quando il 9 maggio 1945 cadde il Reich tedesco e si concluse la più
        sanguinosa guerra nella storia del mondo, la Polonia teoricamente si trovava fra i
        vincitori. Nei combattimenti e in seguito alloppressione, il Paese perdette 6,5
        milioni di cittadini, tra cui quasi tutti gli ebrei che vi abitavano. La capitale fu
        totalmente distrutta, le perdite materiali e culturali furono enormi. La Polonia uscì
        dalla guerra con un governo imposto dall'esterno e composto da uomini che non suscitavano
        alcuna fiducia fra il popolo. 
        Già nel 1944 il Comitato Polacco di Liberazione Nazionale stipulò con l'URSS un
        accordo sulla delimitazione della frontiera orientale della Polonia lungo la linea di
        Curzon, che fu confermato con il trattato del 16.08.1945. La Conferenza di Potsdam
        (Truman, Churchill, Stalin), svoltasi fra il 17.07 e il 2.08.1945, tracciò la frontiera
        occidentale della Polonia lungo la linea dei fiumi Odra e Nysa. La superficie della
        Polonia ammontava così a 312 mila kmq e la popolazione a 24 milioni (secondo il
        censimento del 1946). Lo spostamento del territorio dello Stato verso l'Ovest era legato
        alla deportazione della popolazione tedesca decisa alla Conferenza di Potsdam, nonchè al
        trasferimento di milioni di polacchi dai territori orientali perduti. 
        Il Governo Provvisorio di Unità Nazionale fu composto dai rappresentanti del Partito
        Operaio Polacco (PPR), del Partito Socialista Polacco (PPS) e del Partito dei Contadini
        (PSL), guidato da Stanislaw Mikolajczyk, vice primo ministro. 
        Tuttavia, il potere reale si trovava nelle mani del PPR comunista, il quale disponeva
        dell'esercito, dell'apparato di sicurezza e godeva dell'appoggio sovietico. Dopo la
        brutale liquidazione di residui di organizzazioni clandestine, il PSL fu disintegrato e i
        risultati delle elezioni parlamentali del 1947, falsati. 
        Il passo successivo fu la liquidazione del PPS tramite l'unificazione di questo partito
        e del PPR in una sola struttura denominata Partito Operaio Unificato Polacco (dicembre
        1948), da quel momento il partito comunista aveva ormai il pieno monopolio del potere. 
          Il massacro di Katyn 
          La deportazione degli ebrei e la
        rivolta del Ghetto di Varsavia 
          Il movimento partigiano e l'insurrezione di Varsavia
        (agosto-ottobre 1944) 
          
        Nota: gran parte delle notizie sono tratte dal sito
        dell'ambasciata di Polonia in Italia   |