La Resistenza in Europa 
          
        La Resistenza in Olanda 
          
         
        L'invasione tedesca 
        Il 9 maggio 1940 fu chiaro che la Germania
        intendeva violare la neutralità olandese: l'addetto militare olandese a Berlino venne a
        conoscenza che che il 10 maggio l'esercito tedesco avrebbe varcato la frontiera. Grazie a
        questo preavviso il comandante in capo delle forze olandesi, generale Winkelinan, ebbe
        tempo di inviare a tutte le truppe un messaggio con il quale le invitava ad essere, più
        vigilanti. Dalle ore 3 del 10 maggio la marina, l'esercito e l'aviazione furono
        perfettamente pronti ad ogni eventualità, quasi subito giunse notizia che i primi
        contingenti tedeschi erano entrati nei Paesi Bassi. Lo sfondamento tedesco avvenne verso
        l'Aia e Rotterdam e sulle frontiere 150 Km ad est. Il duplice colpo mandò in crisi le
        difese olandesi. Quattro giorni dopo, la campagna olandese di Hitler si era già conclusa:
        il pesante bombardamento di Rotterdam  e la minaccia che la stessa sorte
        toccasse a Utrecht  indusse il comandante in capo delle forze olandesi a prendere la
        decisione di deporre le armi. Alle ore 16.50 del 14 maggio venne diramato un messaggio
        urgentissimo che ordinava a tutti i Comandanti di sospendere i combattimenti e di
        distruggere tutte le munizioni, le armi e i materiali di ogni genere. Dopo neanche cinque
        giorni di lotta, l'Olanda si arrendeva alla Germania. 
          
        La nascita della Resistenza e la deportazione degli ebrei 
        L'occupazione tedesca durò cinque anni. La regina Guglielmina d'Olanda andò in esilio
        a Londra, diventando il simbolo della resistenza ai nazisti. In Olanda nacque il movimento
        dei "Gueux" (i pezzenti) che trasse il nome dai fautori della feroce rivolta dei
        Paesi Bassi sotto la dominazione spagnola, nel XVI secolo. La Resistenza si espresse sia
        attraverso azioni armate o di sabotaggio, sia attraverso imponenti scioperi. Uno dei più significativi fu lo sciopero del 22 e 23
        febbraio 1941 ad Amsterdam in segno di protesta contro le misure antisemite che avevano
        portato allarresto di 425 ebrei. Di fronte allindignazione generale della
        popolazione, i comunisti colsero loccasione per indire uno sciopero: i tram si
        fermarono e le astensioni dal lavoro si propagarono negli uffici e nelle fabbriche. In
        risposta, i tedeschi proclamarono la legge marziale e procedettero a numerosi arresti.  
        Sempre in Olanda, scoppiò
        nellaprile del 1943 forse il più importante sciopero dellEuropa occupata
        (diverse centinaia di migliaia di partecipanti), per protestare contro le misure di lavoro
        obbligatorio in Germania. Queste manifestazioni ebbero anche un carattere militare. Il 1°
        ottobre del 1944 gli olandesi organizzarono uno sciopero delle Ferrovie per bloccare i
        rifornimenti alle truppe naziste. La reazione tedesca fu durissima: il 10 novembre furono
        deportati da Amsterdam 50mila olandesi. 
        Il '45 fu l'anno della capitolazione per la Germania. Nella primavera del
        '45 l'Olanda fu liberata dalla truppe canadesi e polacche. Le truppe tedesche in
        Vestfalia, Danimarca e Oland si arresero a Luneburgo, il 4 maggio. 
          
          La Campagna Olandese (lasecondaguerramondiale.it)
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