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Il contributo dei militari

alla Guerra di Liberazione in Italia

pallanimred.gif (323 byte) La difesa del porto di Bari (9 settembre 1943)

E' il 9 settembre 1943. Un reparto tedesco penetra nel porto di Bari e dopo aver affondato alcuni piroscafi si sistema a difesa negli edifici della zona portuale rispondendo con il fuoco alle intimazioni di resa. Il generale Nicola Bellomo, alla testa di un reparto di formazione organizza e guida personalmente la riconquista del porto, rimanendo ferito.

Interviene di iniziativa. Al primo assalto contro i tedeschi, tra le ore 13.45 e le 14.15, conduce 2 ufficiali, 15 guardie di finanza, 5 marinai, un piccolo distaccamento del genio e 40 camicie nere. Al secondo assalto, tra le 15.00 e le 16.15, si uniscono 10-12 genieri, alcuni fanti, metropolitani, un civile portuale e altre 48 camicie nere. Il porto è rioccupato.

Alle 17.30 i tedeschi, tra i quali alcuni dispersi ed altri catturati, chiedono di parlamentare. La loro ritirata è concordata in un colloquio con il tenente Giuseppe Moiso, del LI Btg di istruzione, decorato in Africa Settentrionale della Croce di Ferro tedesca, che viene incaricato di condurre la trattativa. Da segnalare la partecipazione alla difesa del porto di elementi della Milizia: in questo caso per la Milizia il giuramento al Re fece premio sul giuramento al Duce.

 

pallanimred.gif (323 byte) La difesa dela costa di Brindisi (settembre 1943)

 

Alla data dell'armistizio la 210ª Divisione di fanteria, Divisione Costiera, comandata dal generale Raffaele Colonna, e con a capo di S.M. il maggiore Biagio Nini,: aveva la responsabilità della difesa del tratto di costa (circa 325 km.) compreso tra Brindisi e Porto Cesareo.

Il mattino dell'8 settembre il Comandante la Divisione emana l'ordine di modificare lo schieramento, di ridurre le forze sulla costa concentrando i reparti verso l'interno. Alle ore 20.00 la radio trasmette l'annunzio dell'armistizio. Le truppe che in un primo momento avevano avuto la sensazione della fine di qualunque ostilità hanno dato, presso qualche reparto, segni manifesti di gioia. Il Comandante la Divisione agendo di iniziativa impartisce disposizioni affinché sia mantenuta la massima disciplina e perché gli ufficiali e la truppa si tengano pronti a qualsiasi evenienza. Il 9 settembre alle ore 09.00 il generale Ranza, Comandante la IV Squadra Aerea (Bari), manifesta per telefono al maggiore Nini, Capo di Stato Maggiore della Divisione, l'urgenza di mantenere agibile il campo di aviazione di San Pancrazio del quale i tedeschi, che si preparano a ritirarsi, intendono distruggere con mine la pista. Il Comandante la Divisione ordina che tale atto di sabotaggio sia impedito ad ogni costo ed invia sul posto il Vice Comandante, generale Vannini, con alcuni reparti. L'atteggiamento deciso consiglia i tedeschi di venire a trattative e la pista rimane intatta.

I tedeschi si ritirano diretti a nord. Sempre il 9 settembre la motonave Vulcania è affondata da due dragamine tedeschi. Le batterie costiere italiane aprono il fuoco e le unità tedesche si allontanano, colpite. Ancora il 9 settembre ad Aradeo, in provincia di Lecce, un convoglio ferroviario tedesco con carico di munizioni viene fermato e la scorta fatta prigioniera. Il giorno 11 settembre, dopo un sibillino telescritto del generale Lerici, Comandante il IX C.A. giunge finalmente altro tele scritto chiaro e conciso: "Ordine Comando Supremo tedeschi nemici". Ma il Comandante la 210ª aveva già agito di iniziativa in tal senso l'8 settembre, nonostante che la dichiarazione di guerra alla Germania arriverà più di un mese dopo. Sempre in data 11 il Comandante la Divisione dirama una circolare nella quale si dispone che i reparti debbono ora "abbandonare la mentalità di costieri per assumere quella di reparti mobili... e che... nel tempo breve assumano lo spirito di compagine e raggiungano quelle forme che debbono animare i reparti d'attacco... occorre insomma dare il tono soldatesco al nostri fanti che per lunghi anni sono stati isolati sulla costa in un compito non certo meno oneroso, ma che ha determinato attitudini ed atteggiamenti statici"..

Il 14 settembre la Divisione, il cui Comando si trasferisce da Monteroni ad Oria, ha il compito di guarnire la bretella Taranto-Brindisi lungo la linea Montemesola-Francavilla Fontana-Latiano-Mesagne, lasciando due battaglioni a presidio dei porti di Gallipoli ed Otranto.

Il 15 settembre viene inquadrata nel LI Corpo d'Armata. Il 6 ottobre, superata la situazione che richiedeva come misura prudenziale il suaccennato schieramento, viene ordinato alla Divisione di concentrarsi, Comando a Brindisi, intorno a questa città per la sicurezza del fronte a terra della piazza, dove nel frattempo erano giunti il re e il Governo.

 

 

Nota: notizie tratte dal saggio di Enrico Boscardi "Le Forze Armate italiane e i tedeschi dopo l'8 settembre", Istrid.

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