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L'8 Settembre 1943
Fu una fuga necessaria
di Matteo Rossi
Vi scrivo in quanto, grande appassionato di storia, ritengo esagerata le
vostra condanna nei confronti del Re e degli Alti Comandi italiani nelle vicende relative
all'8 settembre del 1943.
Premetto di essere di forti sentimenti repubblicani, sia per motivi di principio (anche se
ammetto che in alcuni paesi in determinate condizioni un regime monarchico può essere
preferibile), sia per il pessimo modo di regnare di Vittorio Emanuele III.
Voi condannate duramente la fuga del Re,del Governo e degli Stati Maggiori da Roma. Ma
chiunque che abbia un minimo di cognizioni politico-militari (e non sia influenzato da
tendenze politiche) sa che i vertici dello stato debbono essere in ogni caso difesi e
messi al sicuro. Se questi fossero caduti in mano ai nemici l'Italia sarebbe sparita dalla
carta geografica e sarebbe tornata ad essere una espressione geografica,com'era prima del
1861.Magari lo stato italiano sarebbe stata restaurato nel 1946-1947, ma avremmo ancora
regioni come la Sicilia, la Valle D'Aosta, l'Alto Adige, la Venezia Giulia con Trieste e
Gorizia?
Pochi ricordano i fortissimi movimenti indipendentisti siciliani (tanto forti quanto brevi
nel tempo) che,appoggiati dalla mafia e dagli alleati, chiedevano l'indipendenza o in
alternativa il protettorato U.S.A..Poco conosciuta è anche la forte volontà dei francesi
e degli austriaci di ottenere rispettivamente la Valle D'Aosta e l'Alto Adige. Nota è
invece la brama di Tito per Trieste, per la quale riuscimmo a spuntarla per un pelo.
Sicuramente oggi nel 2002 avremmo già riavuto la Sicilia e dopo la dissoluzione
della Jugoslavia anche Triesta e Gorizia, ma abbiamo risparmiato a queste due città 40
anni di dittatura comunista. Avremmo dovuto invece dire addio per sempre alla Valle
D'Aosta e all'Alto Adige.
Certo è indubbio che fu una gravissima mancanza quella di non dare direttive alle Forze
Armate all'indomani dell'annuncio dell'armistizio, ma per far ciò non era indispensabile
la presenza a Roma del Re e del Governo.Che Badoglio e il suo seguito fossero tutt'altro
che dei "cuor di leoni" è noto, ma la loro permanenza a Roma avrebbe potuto
avere conseguenze gravi. Tutt'al più si dovrebbe recriminare sulla tentata difesa di Roma
e sull'operato di alcuni alti ufficiali delle Forze Armate, la cui presenza nella capitale
era ben più necessaria.
Non bisogna dimenticare inoltre che l'annuncio dell'armistizio fu dato dagli americani con
grave anticipo per permetterne la coincidenza con lo sbarco a Salerno.Alla firma
dell'armistizio si era rimasti d'accordo che l'annuncio sarebbe stato dato dagli alleati
in una data segreta,ma ufficiosamente si era fatto capire che doveva essere tra il 13 e il
16 settembre.L'8 quindi i preparativi per far fronte alla reazione tedesca erano ancora in
alto mare.Gli alleati non trassero alcun giovamento nello sbarco di Salerno da questa
anticipazione,visto che furono accolti da una forte resistenza dei tedeschi,che non erano
stati ovviamente disarmati dalle forze italiane;ma ciò causò il noto
disastro dell'8 settembre.
E' necessario inoltre ricordare che il Re e il suo seguito si recarono in un luogo
allora sotto completa sovranità italiana, non essendo Brindisi occupata nè da tedeschi
nè dagli alleati.Questi ultimi giunsero a Taranto (fortemente difesa da valide unità
della regia marina militare fino al 9 settembre) diversi giorni dopo.
Non bisogna poi dimenticare che anche in Inghilterra vi era un analogo piano secondo il
quale in caso di sbarco ed invasione tedesca il Re ed il Governo sarebbero fuggiti
in Canada per continuare la guerra. Anche Polonia,Belgio ed Olanda ebbero dei governi che
di fronte all'avanzata tedesca fuggirono dalle loro capitali e si rifugirono all'estero.
In conclusione ritengo che se si debba condannare la monarchia (cosa più che giusta)
bisogna farlo per il consenso all'istaurazione del regime fascista (marcia su Roma del
28/10/22) e per il continuo appoggio dato al regime (delitto Matteotti del 24/10/24 e
leggi razziste del '38).Ma l'attacco al Re per la fuga da Roma fu una trovata dei
comunisti, dei socialisti e di coloro che erano fortemente contrari alla monarchia per
motivi politici per vincere il referendum del 2 giugno 1946.Oggi tale tesi non ha più
motivo d'esserci.
Nota della redazione
E infatti non è questa la tesi di Storia XXI
Secolo. Il giudizio storico negativo sulla fuga del re e dei membri del Governo non
riguarda "la fuga", ma le circostanze in cui essa si verificò: appunto la
mancanza di disposizioni ai vertici militari, l'assenza di un piano di emergenza, le
vicende della difesa di Roma, l'incapacità dimostrata dagli alti comandi militari. |