di Arrigo Boldrini
Il tempo che passa tende ad affievolire la memoria dei fatti cruciali di cui furono
teatro il nostro Paese e lEuropa negli ai dal 1943 al 45. Fatti terribili,
devastanti, che mutarono radicalmente i destini di popoli e individui. E vitale che
la memoria storica sopravviva, che le passioni e le vicende vissute da milioni di persone
non siano patrimonio dei soli protagonisti, ma si trasmettano alle generazioni successive
come un viatico della memoria storica , di consapevolezza, di formazione delle coscienze.
Sono soprattutto i giovani che devono conoscere senza mortificanti revisioni la Storia del
secolo appena passato per colmare le carenze dinformazione della scuola e le
distorsioni strumentali. E quanto si propone a mio parere anche questa
Antologia, frutto di una rigorosa ricerca storiografica che affronta in modo originale un
argomento scarsamente studiato e conosciuto : quello dei legionari delle SS italiane.
Perché tanti italiani - circa ventimila nel vortice del conflitto che
insanguinò la nostra Patria, giurarono fedeltà alla Germania nazista, ponendosi agli
ordini di Adolf Hitler ? Anchessi si schierarono con il suo esercito, spesso
partecipando ai suoi atroci eccidi di civili inermi, donne, vecchi, bambini, neonati,
sacerdoti, perpetrati in molte località, per la cui elencazione completa sono necessarie
intere pagine. Qui basti ricordare Marzabotto, SantAnna di Stazzema, Vinca, Boves,
Madonna dellAlbero Ravenna, Fucecchio, Caiazzo, Bellona, Capistrello, Lanciano,
Pietransieri, Bardine San Terenzio, Leonessa, Rionero in Vulture, Cumiana, Certosa di
Farneta, Vecchiazzano, San Leonardo al Frigido, Bettole Vezzano, Isola Liri, Collelungo,
Blera, Ponti della Valle, Acerra, Montefosco, Mondragone, Meina, Vignanello, Boville
Ernica, Sparanise, Fornelli, Cerignola, Forno Massa Carrara , Filetto, Ruviano, Patrica,
Casaluce Caserta , Bitetto, Nola, Barletta, Conca Campania, Onna Paganica, Muina Ovaro. E
il massacro dopo la resa di migliaia di soldati italiani a Cefalonia e
Corfù, la deportazione di seicentomila militari italiani nei campi di prigionia e nei
lager di sterminio della Germania, lannessione di fatto alla Germania di intere
province italiane ( Udine, Gorizia, Trieste, Pola, Fiume, Belluno, Trento , Bolzano )
mediante la creazione del Litorale Adriatico e dell Aklpenvorland
governate direttamente da due alti ufficiali tedeschi..
Che cosa animava e ipnotizzava gli uomini delle SS italiane se non unidelogia
maligna ? Chi erano questi ventimila armati , organizzati da militari fanatici e agli
ordini di ufficiali tedeschi, non pochi autopromossi sul campo con gradi inesistenti e
ammiratori del nazismo germanico ? Che cosa li spingeva a combattere una guerra già
persa, tradendo di fatto e di diritto il proprio Paese ? Di questo, infatti, furono
accusati durante i processi dellimmediato dopoguerra. Questa fu la loro imputazione
in base alle leggi vigenti : "Collaborazionismo col tedesco invasore" . Pochi,
salvo casi sporadici, subirono sanzioni e pene anche se rei confessi di crimini.
Lamnistia deliberata dal Governo - di cui si tratta anche in queste pagine -
spalancò loro le porte del carcere , ottennero libertà e diritti civili. Fu un atto
significativo di clemenza nellinteresse dellunità nazionale, ma deciso non
senza travaglio e profondi contrasti.
A chi visse il tragico tempo dei fatti evocati, la lettura sarà utile per meditare. I
più giovani, speriamo trovino in queste pagine intense e documentate nuovi stimoli per la
conoscenza, lapprofondimento e la discussione di argomenti mai affrontati dalla
Scuola , che interessano ancor oggi il futuro del nostro Paese inserito in un nuovo e
pacifico assetto europeo. (dallIntroduzione)