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         | Le leggi razzialiDICHIARAZIONE
        SULLA RAZZA   
        Il Gran
        Consiglio sulla politica razziale (6 ottobre 1938)    Il Gran Consiglio del Fascismo, in seguito alla conquista dell'Impero,
        dichiara l'attualità urgente dei problemi razziali e la necessità di una coscienza
        razziale. Ricorda che il Fascismo ha svolto da sedici anni e svolge un'attività positiva,
        diretta al miglioramento quantitativo e qualitativo della razza italiana, miglioramento
        che potrebbe essere gravemente compromesso, con conseguenze politiche incalcolabili, da
        incroci e imbastardimenti. Il problema ebraico non è che l'aspetto metropolitano di un problema di
        carattere generale.
 Il Gran Consiglio del Fascismo stabilisce:
 a) il divieto di matrimoni di italiani e italiane con elementi appartenenti
        alle razze camita, semita e altre razze non ariane;
 b) il divieto per i dipendenti dello Stato e da Enti pubblici - personale
        civile e militare - di contrarre matrimonio con donne straniere di qualsiasi razza;
 c) il matrimonio di italiani e italiane con stranieri, anche di razze ariane,
        dovrà avere il preventivo consenso del Ministero dell'Interno;
 d) dovranno essere rafforzate le misure contro chi attenta al prestigio della
        razza nei territori dell'Impero.
 Ebrei ed ebraismo     Il Gran Consiglio del Fascismo ricorda che l'ebraismo mondiale - specie
        dopo l'abolizione della massoneria - è stato l'animatore dell'antifascismo in tutti i
        campi e che l'ebraismo estero o italiano fuoruscito è stato - in taluni periodi
        culminanti come nel 1924-25 e durante la guerra etiopica unanimemente ostile al Fascismo. L'immigrazione di elementi stranieri - accentuatasi fortemente dal 1933 in
        poi - ha peggiorato lo stato d'animo degli ebrei italiani, nei confronti del Regime, non
        accettato sinceramente, poiché antitetico a quella che è la psicologia, la politica,
        l'internazionalismo d'Israele. Tutte le forze antifasciste fanno capo ad elementi ebrei;
        l'ebraismo mondiale è, in Spagna, dalla parte dei bolscevici di Barcellona.
 Il divieto d'entrata e l'espulsione degli ebrei stranieri
            Il Gran Consiglio del Fascismo ritiene che la legge concernente il divieto
        d'ingresso nel Regno, degli ebrei stranieri, non poteva più oltre essere ritardata, e che
        l'espulsione degli indesiderabili - secondo il termine messo in voga e applicato dalle
        grandi democrazie - è indispensabile. Il Gran Consiglio del Fascismo decide che oltre ai casi singolarmente
        controversi che saranno sottoposti all'esame dell'apposita commissione del Ministero
        dell'Interno, non sia applicata l'espulsione nei riguardi degli ebrei stranieri i quali:
 a) abbiano un'età superiore agli anni 65;
 b) abbiamo contratto un matrimonio misto italiano prima del 1° ottobre XVI.
 Ebrei di cittadinanza italiana     Il Gran Consiglio del Fascismo, circa l'appartenenza o meno alla razza
        ebraica, stabilisce quanto segue: a) è di razza ebraica colui che nasce da genitori entrambi ebrei;
 b) è considerato di razza ebraica colui che nasce da padre ebreo e da madre
        di nazionalità straniera;
 c) è considerato di razza ebraica colui che, pur essendo nato da un
        matrimonio misto, professa la religione ebraica;
 d) non è considerato di razza ebraica colui che è nato da un matrimonio
        misto, qualora professi altra religione all'infuori della ebraica, alla data del 1°
        ottobre XVI.
 Discriminazione fra gli ebrei di cittadinanza italiana     Nessuna discriminazione sarà applicata - escluso in ogni caso
        l'insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado - nei confronti di ebrei di
        cittadinanza italiana - quando non abbiano per altri motivi demeritato - i quali
        appartengono a: 1) famiglie di Caduti nelle quattro guerre sostenute dall'Italia in questo
        secolo; libica, mondiale, etiopica, spagnola;
 2) famiglie dei volontari di guerra nelle guerre libica, mondiale, etiopica,
        spagnola;
 3) famiglie di combattenti delle guerre libica, mondiale, etiopica, spagnola,
        insigniti della croce al merito di guerra;
 4) famiglie dei Caduti per la Causa fascista;
 5) famiglie dei mutilati, invalidi, feriti della Causa fascista;
 6) famiglie di Fascisti iscritti al Partito negli anni 19- 20- 21- 22 e nel
        secondo semestre del 24 e famiglie di legionari fiumani.
 7) famiglie aventi eccezionali benemerenze che saranno accertate da apposita
        commissione.
 Gli altri ebrei     I cittadini italiani di razza ebraica, non appartenenti alle suddette
        categorie, nell'attesa di una nuova legge concernente l'acquisto della cittadinanza
        italiana, non potranno: a) essere iscritti al Partito Nazionale Fascista;
 b) essere possessori o dirigenti di aziende di qualsiasi natura che
        impieghino cento o più persone;
 c) essere possessori di oltre cinquanta ettari di terreno;
 d) prestare servizio militare in pace e in guerra. L'esercizio delle
        professioni sarà oggetto di ulteriori provvedimenti.
 Il Gran Consiglio del Fascismo decide inoltre:
 1) che agli ebrei allontanati dagli impieghi pubblici sia riconosciuto il
        normale diritto di pensione;
 2) che ogni forma di pressione sugli ebrei, per ottenere abiure, sia
        rigorosamente repressa;
 3) che nulla si innovi per quanto riguarda il libero esercizio del culto e
        l'attività delle comunità ebraiche secondo le leggi vigenti;
 4) che, insieme alle scuole elementari, si consenta l'istituzione di scuole
        medie per ebrei.
 Immigrazione di ebrei in Etiopia     Il Gran Consiglio del Fascismo non esclude la possibilità di concedere,
        anche per deviare la immigrazione ebraica dalla Palestina, una controllata immigrazione di
        ebrei europei in qualche zona dell'Etiopia. Questa eventuale e le altre condizioni fatte agli ebrei, potranno essere
        annullate o aggravate a seconda dell'atteggiamento che l'ebraismo assumerà nei riguardi
        dell'Italia fascista.
 Cattedre di razzismo     Il Gran Consiglio del Fascismo prende atto con soddisfazione che il
        Ministro dell'Educazione Nazionale ha istituito cattedre di studi sulla razza nelle
        principali Università del Regno.  Alle camicie nere     Il Gran Consiglio del Fascismo, mentre nota che il complesso dei problemi
        razziali ha suscitato un interesse eccezionale nel popolo italiano, annuncia ai Fascisti
        che le direttive del Partito in materia sono da considerarsi fondamentali e impegnative
        per tutti e che alle direttive del Gran Consiglio devono ispirarsi le leggi che saranno
        sollecitamente preparate dai singoli Ministri.    |